lunedì 2 novembre 2020

                                                                   GIGI PROIETTI

                                                               2 NOVEMBRE 2020


IL NECROLOGIO DEI GIUSTI - NESSUNO MI HA FATTO RIDERE COME GIGI PROIETTI IN “CASOTTO” QUANDO LUI E FRANCO CITTI SI TOLGONO I PEDALINI E SCOPRONO I PIEDI NERI. “TE CREDO CHE SO NERI, NUN CE STAMO MAI FERMI”. IL DUETTO CON CARMELO BENE IN “LA CENA DELLE BEFFE” DOPPIATORE, LA VOCE DI STALLONE NEL PRIMO “ROCKY” (“ADRIANAAAA”) E DI DONALD SUTHERLAND NEL “CASANOVA” DI FELLINI, CON RISULTATI MEMORABILI. MA SE MI CHIEDETE QUEL CHE MAGGIORMENTE RICORDI DI GIGI PROIETTI NON POSSO NON RIANDARE CON LA MEMORIA AI PRIMI ANNI DI TEATRO E AI FILM DI… - VIDEO

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Marco Giusti per Dagospia

 

proietti cittiPROIETTI CITTI

Nessuno mi ha fatto ridere come Gigi Proietti in “Casotto” quando lui e Franco Citti si tolgono i pedalini e scoprono i piedi neri. “Te credo che so neri, nun ce stamo mai fermi”. E nessuno riusciva  passare come lui da un ruolo serio, complesso come quello di “Le farò da padre” di Alberto Lattuada, dove si innamora della minorenne problematica Therese Ann-Savoy, a quello di Mandrake in “Febbre da cavallo” di Steno, il suo capolavoro cinematografico.

 

gigi proietti jodie foster casottoGIGI PROIETTI JODIE FOSTER CASOTTO

Avrebbe potuto farci ridere sempre, ricordo recentemente a San Cosimato sul palco la sua incredibile imitazione di Mario Carotenuto, ma non si è mai limitato a fare solo il comico, nemmeno nei film puramente comici. Credo che ciò derivasse da anni e anni di gavetta di teatro sperimentale, un percorso che lo porterà a duettare con Carmelo Bene in “La cena delle beffe” di Sem Benelli nel 1974 in una tournée che andò a finire malissimo, visto che se ne andò prima della fine, sostituito dal meno aggressivo Franco Branciaroli, ma forse anche i due meravigliosi film che gira con Tinto Brass, “”Dropout” e “L’urlo”, dove esplode come attore grottesco, lo spingono verso altre direzioni.

 

gigi proietti casottoGIGI PROIETTI CASOTTO

Devo dire che il suo talento lo avevamo scoperto subito. Magari non al cinema, dove si limitava, negli anni ’60, a qualche partecipazione, “La ragazza del bersagliere” di Alessandro Blasetti, dove il protagonista era Antonio Casagrande, “Lo scatenato” di Franco Indovina, dietro Vittorio Gassman e Carmelo Bene, “Le piacevoli notti”, ma a teatro, dove era l’incredibile protagonista di una versione di “Operetta” di Gombrowicz diretta da Antonio Calenda che mi lasciò senza fiato.

 

proietti carmelo benePROIETTI CARMELO BENE

O in tv, tra il superinnovativo “Circolo Pickwick” di Ugo Gregoretti e una versione sofisticatissima del “Don Chisciotte” diretto da  Carlo Quartucci com musiche di Giorgio Gaslini e scene di Giulio Paolini che la Rai di oggi boccerebbe di sicuro. Gigi era un favoloso Don Chisciotte che si aggirava per gli studi televisivi e Sandro Dori il suo scudiero Sancio Panza. Ne rimasi colpito al punto che rimase un mio riferimento personale per le poche cose che ho fatto di teatrale negli anni di liceo.

 

proietti stallonePROIETTI STALLONE

Questo per dire che quando alla fine scoppiò un po’ nel cinema grazie a Mario Monicelli, “Brancaleone alle crociate”, dove ha vari ruoli, “La mortadella”, dove è protagonista accanto a Sophia Loren, e a teatro col “A me gli occhi please” scritto con Roberto Lerici da mattatore assoluto, Gigi Proietti, almeno per me, era già un mito assoluto. Se riempiva i teatri, ovvio, al cinema, dopo l’insuccesso di “La mortadella”, si decise, non si capisce bene perché, che non fosse troppo adatto, che non avesse la faccia giusta, che non funzionasse come richiamo per il pubblico.

 

proietti stallonePROIETTI STALLONE

Salvo poi, contemporaneamente, utilizzarlo come doppiatore, dando la voce a Stallone nel primo “Rocky” (“Adrianaaaa!!!”), a Dustin Hoffman e, soprattutto, a Donald Sutherland nel “Casanova” di Fellini, con risultati memorabili. Quella di chiudergli le porte del cinema, almeno quelle maggiori, fu una decisione totalmente sbagliata, ma in qualche modo diciamo ne ha limitato lo sfruttamento che a più livelli colpirà tanti attori del suo calibro. Al punto che quando lo vedremo in “Febbre da cavallo” o in “Casotto” ci sembrerà davvero una meraviglia tenuta per troppo tempo nascosta.

 

GIGI PROIETTIGIGI PROIETTI

Dove eri Gigi? Proprio scorrendo la sua filmografia sembrava evidente che il suo ruolo ideale, nel mondo dello spettacolo, sarebbe stato quello di proseguire il lavoro dei colonnelli, Sordi-Gassman-Manfredi-Mastroianni-Tognazzi, avvicinandosi a un pubblico più giovane. Gassman aveva già fatto di tutto per lanciarlo, lo porterà anche in America per “Un matrimonio” di Robert Altman.

 

RENATO RASCEL GIGI PROIETTIRENATO RASCEL GIGI PROIETTI

Ma i produttori frenarono del tutto questo progetto. A Proietti, da una parte, rimase il cinema popolare, Steno e i suoi figli, Carlo e Enrico Vanzina, che, unici, lo trattarono come un patrimonio della commedia all’italiana anche negli anni successivi, e gli rimase il cinema diciamo sperimentale un po’ alla Brass e ancor di più alla Sergio Citti, che intuì perfettamente le chiavi romantiche romane grottesche di Proietti. E tutti i film che gireranno insieme saranno dei capolavori.

 

Penso, oltre a “Casotto”, a “Due pezzi di pane” e, soprattutto a “Micio micio”, episodio di “Sogni e bisogni”, dove è il padrone di un micio che si deve accoppiare con una micia, ma i due padroni non capiscono che si tratta di due maschi. Citti offre a Proietti un cinema e un mondo pasoliniani ancora intatti dove potersi muovere. E Proietti sa come percorrerlo con grande eleganza.

 

gigi proiettiGIGI PROIETTI

Certo, poi ci saranno il marescialli televisivi, il teatro con Gigi Magni, i grandi spettacoli dal vivo, perfino un tardo recupero al cinema con film anche recentissimi, da “Pinocchio” di Matteo Garrone, dove è Mangiafuoco al film di Natale 2020 “Io sono Babbo Natale” di Edoardo Falcone. Ma se mi chiedete quel che maggiormente ricordi di Gigi Proietti non posso non riandare con la memoria ai film dei Citti e di Brass, ai primi anni di teatro, a una meravigliosa edizione di “Alleluja brava gente” assieme a Rascel e a Mariangela Melato dove aveva preso il posto di Modugno, al suo Don Chisciotte.

 

RENATO RASCEL GIGI PROIETTI 1RENATO RASCEL GIGI PROIETTI 1

A quel repertorio dove doppio Casanova assieme a Fellini, e capisci che quel personaggio deve tanto a Sutherland quanto a Proietti. E mi rimane ancora la rabbia per non aver visto allora “La cena delle beffe” dove recitava assieme o contro Carmelo Bene. Troppo mattatori per poter dividere la stessa scena.

 

MONICA VITTI GIGI PROIETTI - LA TOSCA 1983MONICA VITTI GIGI PROIETTI - LA TOSCA 1983gigi proietti globeGIGI PROIETTI GLOBEGIGI PROIETTI CON I FRATELLI VANZINAGIGI PROIETTI CON I FRATELLI VANZINAGIGI PROIETTI SUL SET DEL MARESCIALLO ROCCAGIGI PROIETTI SUL SET DEL MARESCIALLO ROCCA

 

 


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