"Non sento cazzi perché oggi faranno le valutazioni (dal ministero ndr) e in funzione dei posti letto in terapia intensiva decideranno in quale fascia la Sicilia risiede". L'audio Whatsapp ha la data del 4 novembre, il giorno nel quale la Sicilia diventerà arancione. L'autore è il direttore generale del dipartimento Salute Mario La Rocca che lo inserisce nella chat di lavoro dei funzionari che si occupano di inserire i dati ufficiali che servono da base per elaborare molti dei 21 parametri che decidono il "colore" delle varie Regioni secondo il grado di diffusione dei contagi e la tenuta dele strutture sanitarie.

Ma l'audio finisce pubblicato dal quotidiano "La Sicilia" e la bufera investe l'assessorato regionale ala Sanità e il suo vertice, Ruggero Razza già da tempo "osservato speciale" proprio sui numeri delle terapie intensive realmente disponibili. Nella stessa chat La Rocca rincarava la dose: "Appena stasera ci chiudono, ognuno sarà responsabile di quello che la Sicilia subirà in termini di restrizioni". Da stamattina la polemica su quest'audio monta sempre di più tanto che a metà mattinata il ministero della Salute dispone l'invio di personale tecnico e carabinieri del Nas in Sicilia per vederci chiaro.

A stretto giro interviene con una nota ufficiale il ministro degli Affari regionali e le Autonomie, Francesco Boccia annunciando "accertamenti immediati". "I cittadini devono poter aver fiducia totale nelle istituzioni - aferma il minisro - in particolare durante una pandemia che ha messo in crisi il mondo intero. L'audio del dirigente generale del dipartimento pianificazione strategica della Regione siciliana, Mario La Rocca è grave e inaccettabile; non è possibile che ci sia qualcuno che rischia di vanificare gli sforzi fatti in questi mesi. Serve immediata chiarezza. È intollerabile provare ad aggirare i parametri sul monitoraggio dei dati covid".

"La differenziazione in zone - continua il ministro - non è una punizione o una pagella, ma un'assunzione comune di responsabilità; e il virus non deve essere considerato una colpa né per i territori né per i contagiati. Se ci sono criticità si interviene insieme, come è sempre avvenuto in questi mesi difficili, se mancano i medici lo si comunica e lo Stato attraverso la Protezione civile si attiva in tempo reale, come fatto per altre Regioni, se mancano materiali o attrezzature si invia immediatamente tutto il necessario. Non si alterano i posti letto di terapia intensiva perché si fa un danno ai cittadini". Boccia conclude: "Il Governo attraverso il Ministro Speranza si è già attivato per l'invio immediato a Palermo degli ispettori, non possiamo perdere neanche un momento e sono convinto che ci sarà la piena collaborazione della Regione. Il meccanismo messo in pratica in queste settimane e condiviso da governo, Regioni e scienziati, sta producendo i primi effetti positivi. Non possiamo vanificare tutto per l'inadeguatezza di qualcuno".

Musumeci: "Mandate quanti ispettori volete"

“La Sicilia è governata da persone perbene - risponde il presidente della Regione, Nello Musumeci - E questo dovrebbe averlo già capito il ministro Boccia. Abbiamo chiesto noi a Roma, ormai una settimana addietro, che si mandino dieci-cento ispettori per fare chiarezza sulla gestione dei numeri nella gestione dell'epidemia in Sicilia: non temiamo alcun controllo e mettiamo così fine a ogni tentativo di speculazione. Per noi leale collaborazione istituzionale significa questo. E come sa Boccia non ci siamo mai sottratti al rispetto di questo principio. Stiamo vivendo una terribile pandemia, un'emergenza sanitaria mondiale senza precedenti, nella quale salvaguardare vite umane dovrebbe essere in politica il primo impegno di tutti, anche in Sicilia, al di là delle appartenenze. L’appello all’unità d’intenti del capo dello Stato per noi è molto chiaro. Spero lo sia per tutti”.

L'assessore si difende: "I nostri dati sono esatti, controllino pure"

"I nostri dati sono la certificazione della realtà, altrimenti si commetterebbe un reato. Stiamo mettendo in croce un direttore generale che pretende semplicemente che gli impegni assunti dai direttori delle aziende siano mantenuti. E siccome chi teme controlli teme la verità, ho chiesto stamattina al ministero una verifica sul campo attraverso i Nas dei carabinieri" . L'assessore regionale alla Salute Ruggero Razza intanto convoca una conferenza stampa a Catania e interviene sulla vicenda. Razza stamattina definisce "meritoria" la sferzata di La Rocca ai manager.

"Ha detto una cosa banale - sottolinea l'assessore - Uno dei parametri su cu sui si valutano i rischi è il livello di ospedalizzazione. I direttori delle aziende avevano sottoscritto degli impegni rispetto allo step del 15 novembre e quegli impegni si dovevano rispettare". Anche con oltre dieci giorni di anticipo, visto che quel giorno, il 4 novembre, sarebbe arrivato il verdetto da Roma sul colore della Sicilia. "Siamo stati previdenti - precisa Razza - così come adesso posso garantire che anche gli impegni assunti rispetto allo step del 30 novembre saranno rispettati, probabilmente in anticipo".

L'assessore va dunque al contrattacco, giurando sulla veridicità di quei dati, nonostante secondo il sindacato Cimo tra i numeri ufficiali della regione sui letti in Rianimazione e la realtà ci sia una differenza di circa 200 posti letto. "Non entro in polemiche politiche e sindacali", commenta Razza, che però precisa: "I dati inviati da noi al ministero (poco meno di 800 posti letto ndr) comprendono quelli attivi e quelli già individuati e attivabili entro 48 ore". A ulteriore conferma, l'assessore ricorda come i dati caricati dalla Regione attraverso le aziende sanitarie coincidano oggi con quelle della piattaforma Siaarti, la Società italiana di anestesia e rianimazione. "I loro dati arrivano direttamente dai reparti di terapia intensiva e coincidono perfettamente con quelli nostri".

Da qui, dunque, la sicurezza e l'invito a inviare i Nas. "È difficile nascondere un malato - prosegue Razza - se i dati fossero diversi avremmo una pressione sui reparti di rianimazione diversa da quella che oggi c'è, in calo rispetto alle settimane scorse. Io non ho paura dei controlli". E qui arriva la stoccata ad alcuni manager. "Abbiamo riscontrato resistenze ad aprire posti letto. Così come monitoriamo anche le dimissioni. Ci sono reparti in cui il tempo medio dei ricoveri è di sette, otto giorni, in linea con la media nazionale. In altri casi superava i venti giorni. A qualcuno questi controlli non piacciono - conclude - ma noi abbiamo il dovere di farli.

Cancelleri attacca Razza

Ma le polemiche non si placano. All'attacco il viceministro ai Trasporti Giancarlo Cancelleri: "I dati sono falsi? Dopo quanto si legge oggi sul giornale LaSicilia o ascoltare l’audio in allegato del dirigente a capo del coordinamento dei dati della sanità siciliana, purtroppo i dubbi che sorgono non sono pochi. Il governo centrale per prendere decisioni corrette, chiaramente necessita di dati corretti, ma forse in Sicilia alla politica che ci governa importa solo il “colore” per continuare a fare propaganda. Forse non è chiara una cosa, il colore delle zone differenziate, non è un premio o un giudizio del Governo, è il risultato del confronto di 21 parametri, che riguardano anche le condizioni della sanità regionale, per garantire in sicurezza aperture e spostamenti dei cittadini".

"Chiudere tutto - continua il viceministro - e tornare tutti indistintamente in lockdown sarebbe la decisione più semplice da parte del Governo Conte, invece no! Perché oltre alla difesa della salute va salvaguardata anche la tenuta economica di un intero territorio. Per questo raccogliere i dati in modo puntuale e corretto è fondamentale. Se i numeri di posti in terapia intensiva della regione Sicilia, trasmessi al governo centrale dal governo Musumeci, non corrispondessero alla realtà non solo sarebbe grave, ma metterebbe seriamente in pericolo la salute dei siciliani. Ad oggi tutti gli show del presidente Musumeci e le lagne dell’assessore Razza il giorno della decisione di fare della Sicilia zona arancione risultano inappropriati e fuori luogo. Un governo regionale perennemente in ritardo e in polemica con ogni decisione presa a Roma non fa il bene dei siciliani, soprattutto se per un colore si è disposti a dichiarare posti di terapia intensiva che un siciliano in pericolo di vita in realtà non troverebbe".

Fava: "Ministero invii ispettori"

il Presidente della Commissione Antimafia dell'Assemblea Regionale Siciliana, Claudio Fava chiede l'invio di ispetori da Roma: "I siciliani hanno il diritto di sapere quanti sono i posti letto realmente disponibili nelle strutture sanitarie dell’isola. Alle ricognizioni effettuate dai sindacati, dalle quali emerge il sostanziale scostamento tra i posti indicati sulla carta e quelli realmente operativi, si aggiunge oggi la notizia di pressanti e pesanti sollecitazioni dell’assessorato regionale verso le strutture sanitarie a “caricare” i dati sui posti letto. Una sollecitazione brutale, stando alle parole del dirigente regionale La Rocca. Che vuol dire? Che occorreva caricare sul sistema di tracciamento nazionale anche posti letto che non esistono? Che bisognava dare per operativi anche quelli ancora sforniti del personale medico necessario ad una terapia intensiva? Stiamo alterando la realtà per evitare di finire in zona rossa? E tutto questo sulla pelle dei siciliani? Chiediamo al Ministero di inviare i propri ispettori in Sicilia per verificare quale sia la reale fotografia sulla capacità di tenuta del nostro sistema sanitario. È inammissibile pensare che la salute dei siciliani sia stata oggetto di menzogne e di baratti, come purtroppo ci confermano non solo le denunzie del sindacato dei medici ma anche i gravi casi che stanno emergendo ovunque di reparti ancora non attivati, da Barcellona Pozzo di Gotto dove i macchinari giacciono inutilizzati in una magazzino, a Petralia dove il raggiungimento degli obiettivi dichiarati non sarà possibile prima di diverse settimane, o al Policlinico di Messina da cui giungono notizie allarmanti e verificate che contraddicono le rassicurazioni dell’assessore Razza."

M5s: "Pronto un esposto"

M5S:  “Pressioni dell'assessorato regionale alla Salute per comunicare a Roma dati non reali sui posti letto Covid?  Ispettori ministeriali e magistratura verifichino:  pronto un  esposto. Razza eviti la mozione di censura e si dimetta prima”.
Lo affermano i deputati regionali M5S, componenti della commissione Salute, Giorgio Pasqua, Francesco Cappello, Salvatore Siragusa e Antonio De Luca, in relazione alle notizie sugli audio choc pubblicate oggi dal quotidiano La Sicilia dalle quali sembrerebbero emergere pressioni fatte dall’assessorato alla Salute sui manager di Asp e ospedali il 4 novembre, al fine di caricare  i dati relativi ai posti letto da attivare entro il 15 novembre, secondo il cronoprogramma presentato alla commissione salute dell’Ars.

“Apprendiamo con sgomento – dicono i parlamentari – di queste presunte  pressioni  del direttore generale dell’assessorato  alla Salute,  Mario La Rocca di caricare, sulle piattaforme Cross e Gecos tutti i dati relativi ai posti letto da attivare in Sicilia entro il 15 novembre, secondo il cronoprogramma presentato alla commissione Salute.  E tutto questo  alla vigilia della decisioni romane sui colori da assegnare alle regioni e lo stesso giorno in cui quegli stessi dati  su posti letto, evidentemente ancora da attivare, venivano presentati alla commissione salute dell’Ars”. “Se quanto riportato nell’articolo fosse vero – continuano i deputati  - i nostri dubbi sulla coincidenza di posti letto reali con quelli sulla carta sarebbe molto rafforzata e  si sarebbe davanti all’ennesima plastica dimostrazione della  totale ed assoluta inaffidabilità politica dell’assessorato alla Salute, su cui a questo punto ispettori ministeriali , di cui avevamo già chiesto l’invio in Sicilia, e magistratura è opportuno che intervengano per fare luce e chiarezza”.

“Non si può – concludono - barare con la salute dei cittadini, né può essere tollerato un atteggiamento di questo genere nei confronti dello Stato, ne va della credibilità delle istituzioni regionali, che grazie alle giravolte di Musumeci è già stata abbondantemente compromessa. Mercoledì si discuterà la mozione di censura nei confronti di Razza, che insieme a Mario La Rocca farebbe meglio a dimettersi oggi stesso. È una questione di dignità”.

Il Pd: "Andremo in procura"

Il capogruppo Giuseppe Lupo e i deputati del gruppo parlamentare PD all’Assemblea regionale siciliana scrivono in una nota: "I dati comunicati dalla Regione a Roma sul numero di terapie intensive realmente disponibili ed operative in Sicilia rispondono al vero? L’Assessore Razza si assuma le sue responsabilità e risponda con chiarezza. Dopo le notizie di stampa riportate oggi dal quotidiano La Sicilia è doveroso presentare un esposto alle Procure dei nove capoluoghi siciliani.  È necessario accertare la verità e verificare la correttezza dei dati e dei numeri relativi alla gestione dell’emergenza Covid in Sicilia ed in particolare del numero di posti letto di terapia intensiva realmente disponibili ed operativi comunicati dalla Regione a Roma. Il messaggio vocale del dirigente La Rocca, reso noto dal quotidiano La Sicilia di oggi, solleva molti interrogativi ai quali il presidente Musumeci e l’Assessore Razza hanno il dovere di rispondere con urgenza".

"Il linguaggio utilizzato - continuano i deputati Pd - dal dirigente generale dell’Assessorato sanità Mario La Rocca nel rivolgersi ai manager delle strutture sanitarie dell’Isola è inaccettabile. Se questo è il modo con cui Musumeci e Razza, che hanno la responsabilità politica dell’operato dei dirigenti generali che hanno nominato, pensano di poter gestire l’emergenza sanitaria in Sicilia c’è da essere seriamente preoccupati. Chiediamo che gli organi nazionali di governo preposti alla gestione dell’emergenza COVID verifichino tempestivamente cosa è realmente accaduto riguardo l’episodio riportato dal quotidiano La Sicilia di oggi e qual è la reale situazione del sistema sanitario regionale ed in particolare delle terapie intensive. Dinanzi al fallimento della gestione sanitaria regionale, e dopo le notizie di oggi, il presidente Musumeci revochi prontamente il dirigente generale Mario La Rocca e l’Assessore alla Salute Ruggero Razza, cui è totalmente ascrivibile la responsabilità politica dei comportamenti del predetto dirigente”. Confermata per mercoledì in Ars la discussione della mozione di censura all’Assessore Razza.