giovedì 16 aprile 2020

                                                              VIRUS 2020


“CON IL VIRUS DOVREMO IMPARARE A CONVIVERE” - LA VIROLOGA ILARIA CAPUA SPIEGA COME NON SOLO IL COVID-19 “NON SCOMPARIRÀ" MA CONTINUERÀ A CIRCOLARE SOTTO TRACCIA, SENZA DARE GRANDI SINTOMI: "QUANDO PARTIRANNO I TEST SIEROLOGICI E AVREMO UN’INDICAZIONE SULLA POSITIVITÀ DELLA POPOLAZIONE AL CORONAVIRUS, A QUEL PUNTO POTREMO INIZIARE A PENSARE A COME TORNARE ALLA NORMALITÀ"
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ILARIA CAPUA A DIMARTEDI' 2 ILARIA CAPUA A DIMARTEDI' 2
“Quando partiranno i test sierologici e avremo un’indicazione sulla positività della popolazione al Coronavirus, a quel punto potremo iniziare a pensare a come tornare alla normalità”. Ilaria Capua, virologa e direttrice del ’One Health Center of Excellence’ dell’Università della Florida, invita a pensare al dopo emergenza e a non fossilizzarsi sui numeri dei contagi.

Lei eppure è stata la prima a dire che i contagi sono infinitamente superiori ai dati ufficiali.
“Purtroppo l’ho detto anche a febbraio, è un’infezione molto più diffusa. Per spiegare come si comporta questo virus, dobbiamo secondo me partire dal coronavirus ben noto negli allevamenti avicoli, il ‘virus della bronchite infettiva’.

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E’ un virus che nasce come forma respiratoria e che trova terreno fertile laddove non ci sono condizioni ambientali ottimali, come una stretta di freddo o la rottura di un impianto di areazione. Si manifesta dunque come una malattia ‘condizionata’. In animali sani o da laboratorio, questo virus non fa sviluppare neanche un sintomo o uno starnuto. L’animale si infetta, produce anticorpi, e basta. Se invece il virus dilaga in una popolazione di animali che hanno altri problemi, ecco che esercita la sua capacità patogena”.

Mi sembra di sentire alcune somiglianze con Covid-19.
ilaria capua ilaria capua
“Ma certo, è il suo cugino di secondo grado. Il Coronavirus umano, nella stragrande maggioranza dei casi, si comporta come il virus della bronchite infettiva degli animali, non provocando alcun sintomo. Quindi a me piacerebbe che per Pasqua si tirasse un sospiro di sollievo e si riconoscesse l’enorme sforzo collettivo di questi giorni. Distraiamoci da questa pesantezza, paura, frustrazione e inadeguatezza che hanno caratterizzato questi due mesi e pensiamo a come immaginiamo il dopo. Perché il virus porterà con sé grandi trasformazioni”.

Quindi seguendo la sua analisi bisogna prepararsi a convivere con questo virus e ammettere che non scomparirà dopo l’estate.
“Non solo non scomparirà ma continuerà a circolare sotto traccia, senza dare grandi sintomi. Con l’arrivo dei nuovi freddi potrebbero crearsi quelle condizioni che danno il via alla ‘malattia condizionata’ ma speriamo che le persone che torneranno a lavorare siano già positive. Le persone che invece sono più fragili dovranno fare i conti con una vita molto diversa da quella precedente. Perché il ritorno alla normalità non escluderà altri casi gravi o altri episodi di circolazione del virus nelle comunità, per esempio come le case di riposo. E’ possibile, perché i virus sono organismi che continuano a evolversi e ad adattarsi alla situazione”.
test sierologico coronavirus test sierologico coronavirus

Del resto la chiusura del nostro Paese non è stata decisa tanto per la pericolosità del virus quanto per evitare il collasso del sistema sanitario nazionale.
“Nel momento in cui gli ospedali iniziano a riprendersi dallo shock di questi giorni e lavorano in modo efficiente, arricchiti da questa esperienza, allora anche se qualcuno si dovesse ammalare il rischio di morire è molto ridotto se sei preso in tempo e curato per bene. E poi aspettiamo che le istituzioni facciano quello che devono fare: allineare la diagnostica alla situazione che è, lo sappiamo, in rapida evoluzione.

ILARIA CAPUA ILARIA CAPUA
Con i test sierologici sapremo la reale portata di questo virus. Perché, ricordiamolo, il punto di arrivo non è impedire a Covid di circolare ma appiattire la sua curva affinché si ammalino meno persone. Appiattire la curva significa prolungare nel tempo i casi di infezione. Ma a quel punto i nuovi malati saranno gestiti dagli ospedali che, appunto, funzioneranno”.
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