1. “DESIRÉE VIOLENTATA ANCHE DOPO LA MORTE" - È UNA DELLE IPOTESI SULLA 16ENNE ABBANDONATA IN OVERDOSE DOPO LO STUPRO DA ALMENO 4 SPACCIATORI AFRICANI
2. I RACCONTI DEI TESTIMONI INCHIODANO ALTRI TRE PUSHER: "CHIEDEVANO SESSO IN CAMBIO DI DROGA" – UNO DI LORO INVEI’ CONTRO LA RAGAZZA: "STA ZOC*OLA, 'STA TR*IA DE' MERDA, È ANDATA A FA' I POM*INI PER UN TIRO” – CACCIA AI COMPLICI DELLE "BELVE"
3. I SERVIZI SOCIALI AVEVANO AVVERTITO LA FAMIGLIA: DESIRÉE FUORI CONTROLLO, IL TRIBUNALE AVEVA DISPOSTO L'AFFIDAMENTO ALLA NONNA - OGGI I FUNERALI A CISTERNA
Stefano Vladovich per il Giornale
Desirée violentata anche dopo la morte. È una delle ipotesi più agghiaccianti sulla 16enne abbandonata in overdose dopo lo stupro da almeno 4 spacciatori africani.
Fra questi Yusif Salia, il ghanese arrestato a Foggia: l'interrogatorio previsto ieri in carcere è stato rinviato. Intanto si svolgeranno oggi pomeriggio, a Cisterna di Latina, i funerali di Desy. Da ieri la salma è stata messa a disposizione dei familiari, la mamma Barbara Mariottini e il padre Gianluca Zuncheddu. A raccontare altri particolari inquietanti sulla notte fra il 18 e il 19 ottobre nello stabile abbandonato di via dei Lucani, un'italiana, Giovanna N.; la donna, 32 anni, abita nell'appartamento di un'altra testimone chiave, Noemi C.:
«In quello stabile - mette a verbale - spacciano eroina e cocaina tre africani: Ibrahim, Sisko e Youssef (Brian Minteh, Chima Alinno, Yusif Salia, tutti in carcere). Personaggi molto cattivi e pericolosi poiché il loro stato di tossicodipendenza può influire sull'atteggiamento che hanno sulle persone. Ibrahim più volte mi ha chiesto di avere rapporti sessuali con lui dietro cessione di stupefacenti. Ma io non ho mai accettato. Ho visto Desirée avere atteggiamenti che mi inducevano a pensare che potesse aver già avuto rapporti sessuali con questo in cambio di qualche tiro di crack o qualche pezzo di eroina».
Nasko, un ragazzo bulgaro, racconta a Giovanna che per un po' di roba Desy avrebbe fatto sesso con i pusher. Koffy, il tunisino scomparso e che gli inquirenti vorrebbero interrogare, racconta a Giovanna che nella giornata in cui è morta Desirée avrebbe avuto «rapporti sessuali prima con Yusif, poi con Sisko e in ultimo con Ibrahim. Non escludo che questi possa aver avuto rapporti sessuali con la minorenne anche post mortem». Sarebbe il tunisino, Koffy, l'unico a chiedere di chiamare un'ambulanza secondo Giovanna. Ma anche Koffy avrebbe avuto rapporti sessuali con Desirée la mattina precedente la sua morte in cambio di droga.
Il racconto della donna, a questo punto, inchioderebbe Muriel K., 34 anni, congolese: «Verso l'1,30 sono tornata in via dei Lucani e notavo Muriel inveire contro Desirée. Diceva: Sta z., sta t. de' merda, è andata a fa' i p. per un tiro. Subito dopo Youssef, piangendo, ci dice che Desirée era morta». I soccorsi non arrivano prima delle 4,20 del mattino, allertati da una cabina telefonica. Il tempo di sparire per i pusher.
Fra le certezze: Desirée è ancora viva alle 18, quando la vede Nasko, il bulgaro. Sta male ma è viva. Insomma, via dei Lucani, dai racconti dei tossici che la frequentano, è un melting pot di razze e disperazioni varie. La stessa Desirée, a detta dei compagni di buco, «si faceva di eroina, cocaina, crack e pasticche». La ragazzina arriva per la prima volta a San Lorenzo il 10 ottobre. È in cerca di droga, ma non ha soldi. La mattina del 17 ottobre ha in mano una dose di eroina. Cerca qualcuno in grado di iniettargliela. Chiede a Muriel ma questa, che si fa di «cocaina da 5 anni» si rifiuta. «L'ho vista con una ragazza di colore che si chiama Antonella, di 24 anni. Entrambe assumevano crack tramite un inalatore artigianale chiamato bottiglia». Il giorno della tragedia Muriel viene avvicinata da un altro tunisino di 40 anni, Hytem, che la porta nel container. Desirée sta malissimo, è già in uno stato di incoscienza.
«Decidevo di darle acqua e zucchero pensando di darle energia. Altri proponevano di darle dell'insulina». La situazione è disperata. Ma gli spacciatori sono perentori: nessuno si azzardi a chiamare il 118. Meglio la ragazzina morta che loro in galera. Otto ore prima Noemi C., la 26enne che ospita Giovanna e Claudia, altra tossicodipendente, è con Samir, l'altro tunisino ricercato dalla polizia, un suo amico senegalese, «Gufi» e una ragazza con i dread blu e neri che non conosce. Vede Desirée, si accorge che è una ragazzina. Desy le dice che è nel covo di via dei Lucani perché ha voglia di farsi di eroina, «avrebbe accettato anche del crack, ma non aveva i soldi per pagarlo». Noemi cerca di portarla via, di accompagnarla in un Sert. Inutilmente.
2. "QUELLA RAGAZZA FUORI CONTROLLO"
Michela Allegri e Camilla Mozzetti per il Messaggero
Aveva abbandonato la scuola dopo il primo anno, trascorreva intere giornate e a volte nottate fuori di casa. Frequentava giri rischiosi, aveva iniziato ad assumere droghe. I servizi sociali del Comune di Cisterna di Latina, che seguivano il caso di Desirée Mariottini, avevano segnalato al Tribunale dei minorenni che quella ragazzina di 16 anni era in pericolo e, forse, doveva essere seguita un po' di più.
Tanto che il Tribunale, dopo la separazione dei genitori il padre era anche gravato da un provvedimento di divieto di avvicinamento alla ex compagna la aveva affidata alla nonna. Nessuno, però, era riuscito a metterla al sicuro da quelle amicizie pericolose. Da un mese almeno, Desirée aveva iniziato a frequentare lo stabile abbandonato d via dei Lucani, nel quartiere San Lorenzo, dove nella notte tra il 18 e il 19 ottobre è stata imbottita di droghe e psicofarmaci, stuprata da un branco di pusher e lasciata morire, abbandonata su un letto sudicio.
Mentre 4 aggressori sono in carcere con l'accusa di omicidio e violenza sessuale di gruppo, gli inquirenti stanno cercando altri due possibili complici di nazionalità araba, i loro nomi sono stati fatti da uno degli indagati e da alcuni testimoni e un pusher italiano, che avrebbe rifornito il branco dei medicinali utilizzati per sedare la sedicenne.
IL FASCICOLO
La procura, però, acquisirà il fascicolo dei servizi sociali su Desirée, per capire come sia stato trattato il caso e per verificare se ci siano state eventuali omissioni da parte di avrebbe dovuto prendersi cura di lei. «Non ha mai avuto nessun problema e ha frequentato la scuola fino alla terza media nel comune di residenza, poi si è iscritta all'Istituto agrario di Latina, dove ha frequentato con esito infruttuoso solo il primo anno di studi ha raccontato agli agenti della Squadra Mobile il padre della sedicenne, Gianluca Zuncheddu poi ha abbandonato gli studi... sono stato informato il 19 ottobre che mia figlia non era rientrata a casa e che la madre aveva presentato una denuncia di allontanamento».
I nuovi amici che quella notte erano insieme a lei, conosciuti alla stazione Termini o tra le mura di quello stabile abbandonato, raccontano che la ragazzina era scappata di casa da giorni. Sono gli stessi amici che ora rischiano di essere a loro volta indagati per omissione di soccorso, per avere assistito alle violenze e alla morte senza provare a salvare la ragazzina. Qualcuno, addirittura, potrebbe rischiare l'accusa di favoreggiamento o concorso in omicidio. Le ultime ore di vita di Desirée sono una storia di degrado senza fine: il branco che a turno approfitta di lei, all'interno di un container, mentre la sedicenne è praticamente incosciente; il suo corpo che viene rivestito e spostato; i soccorsi chiamati troppo tardi, in modo anonimo. E i presenti che, insieme, decidono di andare via: «Avevamo paura che la polizia ci ritenesse tutti responsabili», ha detto un testimone.
IL NUOVO RACCONTO
Sulla ricostruzione delle ultime ore di vita di Desirée, però, c'è chi solleva dubbi. Antonella, una delle testimoni, mette in discussione la ricostruzione fornita dalle altre persone che quel pomeriggio si trovavano nel palazzo dell'orrore. «Mi sono dovuta allontanare da Roma perché dei senegalesi mi cercavano dice la ragazza quello che hanno detto gli altri non è vero, si sono messi d'accordo: Desirée quel pomeriggio è stata con me in giro San Lorenzo fino alle 17, non si è sentita male alle 15 perché eravamo in piazzetta».
Intanto agli atti del fascicolo sono stati depositati i verbali di spontanee dichiarazioni fatte da uno degli imputati, Mamadou Gara, detto Paco, al momento dell'arresto: «Quella ragazza la chiamavo Maman, mi aveva detto di avere 23 anni. Abbiamo avuto un rapporto e verso le 16 ho lasciato lo stabile. Sono tornato alle 3 e hanno detto che era morta. La droga non gliel'ho data io».
Ieri la mamma e la nonna della ragazzina sono state in Procura e in Questura. I pm hanno dato il nullaosta alla sepoltura. Oggi, a Cisterna, alle 15,30 nella chiesa di San Valentino ci saranno i funerali di Desirée. A Roma, come annunciato nei giorni scorsi dal sindaco Virginia Raggi, verrà proclamato il lutto cittadino. Intanto, resta in carcere Yusif Salia, il ghanese di 32 anni accusato, insieme a Brian Minteh, Mamadou e Chima Alinno, dell'omicidio e della violenza. Il giorno dopo lo stupro era fuggito da Roma. È stato arrestato vicino a Foggia. Il gip del Tribunale pugliese ha convalidato il fermo, mentre l'interrogatorio di garanzia è slittato ai prossimi giorni.
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