
CAROFIGLIO ODIA LA ''GENTE SUDATA'' MA NON DISDEGNA LE FRESCHE CENE DELLE NOMINE - ''LA VERITÀ'' RIPESCA QUELLA SERATA COI MAGISTRATI PUGLIESI E NICHI VENDOLA CHE NON POCHI PROBLEMI CREÒ NEGLI ANNI SUCCESSIVI, VISTO CHE IL GOVERNATORE PUGLIESE FU ASSOLTO DA UNA GIUDICE CHE ERA A TAVOLA CON LUI - MA TORNA PURE A CASA DI PAOLA BALDUCCI, INDAGATA CON PALAMARA: ''INCONTRATO IN AEROPORTO CAROFIGLIO INVITATO A CENA DA FANFANI CON ERMINI, BENEDETTI E PORTATO DALLA IODICE''. ECCO DI CHI SI TRATTA…
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Giacomo Amadori e Fabio Amendolara per ''la Verità''
Gianrico Carofiglio, ex magistrato ed ex parlamentare del Pd, è un uomo che non ama la «gente sudata», come ha etichettato, sprezzante, la folla presente alla manifestazione di centrodestra di sabato scorso. E infatti noi lo ricordiamo bello fresco e sorridente alla tavolata con i suoi amici magistrati baresi e con Nichi Vendola, allora governatore della Puglia, in occasione di una festa di compleanno in riva al mare. Perché Gianrico non disdegna pranzi e cene, a patto che siano rinfrescati dalla brezza marina, dall'aria condizionata e abbiano tra gli astanti politici rigorosamente progressisti.
Meglio ancora se con a tavola consiglieri del Csm presenti e passati. Se poi, come Paola Balducci (coindagata di Palamara a Perugia), sono stati entrambe le cose, allora è perfetto.Ma torniamo alla cena di cui si parla nelle chat di Palamara. Il 18 aprile 2019, a pochi giorni dall'esplosione del caso Csm, la Balducci, che aveva fatto parte del parlamentino in quota Vendola sino al settembre 2018, informa Palamara via messaggio: «Incontrato in aeroporto Carofiglio invitato a cena da Fanfani con Ermini, Benedetti e portato dalla Iodice...».
Giuseppe Fanfani è l'ex consigliere del Csm voluto dal Giglio magico (è stato difensore di Pier Luigi Boschi) nella consiliatura 2014-2018. Da lui c'era già stata un'importante cena il 25 settembre 2018, occasione in cui venne sancito con i parlamentari Cosimo Ferri e Luca Lotti il patto per far diventare vicepresidente del Csm il parlamentare renziano David Ermini. Che, quindi, frequenterà casa Fanfani anche dopo la nomina.
Alberto Maria Benedetti è invece un avvocato genovese (come Beppe Grillo), sbarcato a Palazzo dei Marescialli in quota 5 stelle.Teresa Iodice, l'accompagnatrice di Carofglio, è magistrato segretario al Csm e fa parte della corrente di Magistratura democratica. C'era anche lei nella celebre foto della festa di compleanno dell'aprile 2007 ai bagni Santos, ritrovo fighetto sulla spiaggia di Savelletri, frazione del Comune di Fasano (tra Bari e Brindisi).
Era seduta a capotavola, sorridente, con un paio di occhiali neri tipo aviator. Quell'immagine, pubblicata dal settimanale Panorama, suscitò polemiche perché al pranzo era presente anche il giudice Susanna De Felice, la quale qualche anno dopo avrebbe assolto Vendola, al tavolo del Santos con il compagno canadese Ed, da un'accusa di abuso d'ufficio.
Al fianco della donna, sulla destra della tavolata, c'era anche il marito Achille Bianchi, capelli radi e lunga esperienza fuori ruolo, dalla presidenza del Consiglio al ministero dell'Economia e delle Finanze, pure lui citato, come vedremo, nei messaggini di Palamara.
Ma iniziamo dalla Iodice. Tra le carte dell'inchiesta di Perugia c'è anche la sua chat con Palamara, invero piuttosto scarna. Dopo gli auguri per il compleanno e saluti vari, il giorno della notizia dell'inchiesta su Palamara, Iodice scrive al collega: «Ciao, come va? Quando vuoi fare due chiacchiere ci sono. Ti voglio bene». Lui risponde: «Tutto bene tesoro, è guerra». E lei, che parteggia per lo stratega delle nomine, commenta: «Gentaglia». Non sappiamo se riferendosi ai colleghi che indagavano o ai giornalisti o a tutte e due le categorie.
Due anni prima, nel 2017, e con precisione il 26 luglio, è Achille Bianchi a finire in una chat di Palamara. È una conversazione molto accesa, nella quale Palamara inveisce contro Valerio Fracassi: «Dopo che hai avuto Bianchi è una grave scorrettezza quella che mi stai combinando. È un'offesa sul piano personale ciò che stai combinandomi su Roma e con i miei amici».Bianchi in quelle ore stava per essere proclamato procuratore aggiunto di Trani dal plenum, mentre tra gli «amici» di Palamara che sarebbero stati danneggiati da Fracassi c'era l'allora pm di Roma Giuseppe Cascini, oggi consigliere del Csm in quota Md-Area, corrente e cartello di sinistra.
All'epoca era in corsa per un posto da aggiunto a Roma e Palamara, pur essendo leader di un'altra corrente, quella di Unicost, era un suo grande sostenitore (i due avevano diretto insieme l'Associazione nazionale magistrati). Il pm tacciava Fracassi e i vertici di Md di averlo già bruciato nel 2016, negandogli la nomina, e, adesso, di non convocare la quinta commissione, di cui Fracassi era presidente e in cui doveva essere proposta a maggioranza la promozione di Cascini.
A un altro dirigente di Md, Nicola Di Grazia, sempre il 26 luglio, Palamara scrive: «Fagliela fissare (la commissione, ndr) altrimenti lo (Fracassi, ndr) impalo in plenum... E non scherzo».Palamara con Fracassi è una furia: «È un'offesa sul piano personale [], ora farò il matto. Sei stato profondamente scorretto nei miei confronti. E domani non verrò in plenum».Il 27 luglio, come detto, avrebbe dovuto essere il gran giorno di Bianchi, il quale, in passato era già stato in servizio come pm negli uffici tranesi. Nei mesi precedenti aveva ottenuto il consenso unanime della quinta commissione del Csm, ma il plenum aveva rimandato la pratica in commissione per approfondimenti.
Adesso doveva essere la volta buona. Fracassi, via chat, respinge le accuse di Palamara: «Ma che c... dici? Io non sto combinando niente! Tu racconti balle su fantomatiche commissioni di domani che non ci possono essere! E smettila con Bianchi perché mi offendo io». La conversazione degenera. Fracassi: «Scorretto a me non lo dici. Io ho una sola parola e la mantengo. Ora sono io incazzato perché tu combini casini e metti in dubbio l'obesità (qui il consigliere deve aver avuto qualche problema con il T9, ndr) degli altri per uscirne. Sbaglio o hai detto tu che non votavo Cascini?».
Palamara nega: «Mai detto. Io ti ho tutelato sempre e comunque con tutti. E non mi meritavo questo trattamento da parte tua. E ti dico pure riservatamente che ora faccio ultimo tentativo con Cafiero (Federico Cafiero de Raho, in quel momento in corsa per la poltrona da procuratore di Napoli, che alla fine andrà a Giovanni Melillo, già capo di gabinetto del ministro del Pd, Andrea Orlando, ndr). Detto questo, merito di essere trattato così?».
Fracassi: «Che cosa ho fatto? Spiegamelo. Ho solo riferito la verità e anche aggiunto che non è colpa tua il rinvio della commissione. Quindi se mi fai capire bene. Ma avendo una certa età non tollero accuse sulla mia correttezza!».Il 4 giugno 2018 Fracassi e Palamara discutono per un altro posto: «Non fare il solito. Fai votare in commissione il posto di Bari. Poi si può rallentare. Hai fatto votare in tutta fretta il primo e ti avevo chiesto di aspettare».
Palamara: «Il posto è stato pubblicato a marzo. Ci riferiamo a questo, giusto? Se è questo vuoi che lo faccia senza attendere scadenza termini? Che scadono esattamente prossima settimana». Fracassi: «Mi dicono che è pronto! La scadenza riguarda i casi in cui i pareri non ci sono. Quando ci sono si può trattare come mi hai chiesto spesso di fare e come fai tu. Devo rinfrescarti la memoria?». Palamara: «Tranquillizza anche Achille (Bianchi, ndr) su Bari. Non farti pressare». Il problema a quanto risulta alla Verità sarebbe stata una nomina al tribunale del capoluogo pugliese.
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