ABBIAMO AVUTO UN FALSO “PAZIENTE 1” - TRA LA FINE DI GENNAIO E I PRIMI DI FEBBRAIO UN SIGNORE DI MILANO VIENE RICOVERATO CON FEBBRE E TOSSE, MA LA SUA POSITIVITÀ AL COVID-19 E' STATA IDENTIFICATA IL 20 FEBBRAIO, LO STESSO GIORNO IN UN CUI SI ACCERTA IL CONTAGIO DI MATTIA, IL 38ENNE DI CODOGNO - I RICERCATORI HANNO ANALIZZATO LE SEQUENZE COMPLETE DEI DUE CEPPI DI SARS-COV2 ISOLATI NEI PAZIENTI E HANNO SCOPERTO CHE…
Davide Milosa per il “Fatto quotidiano”
Tra la fine di gennaio e i primi di febbraio, un signore che vive e lavora a Milano inizia ad avere febbre e tosse. Il 10 febbraio viene ricoverato in un importante ospedale del capoluogo lombardo. Diagnosi: "Coinvolgimento polmonare bilaterale con opacità del vetro smerigliato, che ha richiesto cure intensive". È Covid-19.
La sua positività sarà però identificata il 20 febbraio, giorno in cui all' ospedale di Codogno il tampone rinofaringeo certifica in un 38enne del posto il primo paziente Covid in Italia. Si chiama Mattia. Da ieri, però, il primato non spetta più a lui, ma al signore di Milano, la cui storia clinica è coperta da uno stretto riserbo. Il dato, che il Fatto è in grado di svelare, implica diverse conseguenze decisive. Le vedremo.
La scoperta di un nuovo paziente 1, che retrodata con certezza il contagio, arriva da uno studio scientifico messo insieme dai ricercatori di diversi enti, dall' Istituto superiore di sanità al Laboratorio di microbiologia del Sacco di Milano diretto dalla professoressa Maria Rita Gismondo. Il rapporto è stato pubblicato sulla rivista Eurosurveillance. I ricercatori hanno così analizzato le sequenze complete di due ceppi di Sars-Cov2 isolati in due pazienti.
La prima risale alla fine di gennaio e riguarda un turista cinese di Wuhan, la seconda e più importante è di un milanese che mostra un contagio autoctono senza collegamenti diretti né con la Cina né con persone rientrate da quel Paese.
L' analisi delle sequenze ha dato una prima certezza: l' ingresso multiplo della nuova Sars in Europa e anche in Italia. Il virus del cittadino di Wuhan, infatti, è sovrapponibile ad altri due riferibili a turisti cinesi ricoverati in gennaio allo Spallanzani di Roma. Queste tre sequenze, si legge nel documento, "sono situate in un cluster con genomi principalmente dall' Europa (Inghilterra, Francia, Italia, Svezia), ma anche uno dall' Australia".
La sequenza del signore di Milano invece si trova "in un diverso cluster comprendente due sequenze di genomi provenienti dalla Germania (Monaco di Baviera e Baden-Württemberg) e una sequenza del genoma dal Messico". Di più: dall' analisi sulla composizione degli amminoacidi del virus, i ricercatori hanno individuato alcune differenze tra il ceppo del paziente milanese e il virus di Wuhan. Questo potrebbe ipotizzare la mutazione verso una maggiore aggressività.
Il dato che al momento appare però rilevante è la retrodatazione del cosiddetto "paziente 1" ai primi giorni di febbraio con una dislocazione geografica che da Codogno ci conduce alle porte di Milano.
Un dato in linea con il recente studio dell' Unità di crisi della Regione Lombardia che indica in 385 i sospetti casi di Covid-19 prima dell' inizio formale dell' emergenza. Gli esperti delle Ast regionali collocano persone sintomatiche a partire dal primo gennaio con un andamento prima lieve e poi sempre più veloce. Le mappe allegate indicano attorno alla metà di gennaio due primi casi, uno individuato nell' area di Codogno, il secondo invece proprio a ridosso della periferia nord-ovest di Milano.
L' obiettivo ora è comprendere se il genoma del paziente milanese sia sovrapponibile o meno a quello dei ceppi isolati sempre all' ospedale Sacco nei primi tre pazienti arrivati da Codogno. Il dato è rilevante perché un mancato match indicherebbe in Lombardia un secondo ingresso del virus che in parte giustificherebbe la diffusione esponenziale registrata in oltre un mese di emergenza.
Il virus dei tre pazienti del Lodigiano mostra un primo errore di replicazione il 26 gennaio, data che al momento viene fissata come ingresso in Lombardia di Sars-Cov2.
Questo grazie al lavoro dell' equipe coordinata dal professor Massimo Galli. Le tre sequenze di Codogno sono poi sovrapponibili a una isolata in Baviera attorno al 22 gennaio.
Oggi le sequenze complete sono diventate almeno 30. Alcune arrivano dalla zona di Bergamo ed è su queste che i ricercatori stanno lavorando.
Anche qua l' obiettivo è capire se il virus circolato in Val Seriana sia lo stesso di Codogno o rappresenti un ennesimo ingresso autonomo.
Allo stato dunque, il paziente zero italiano resta un cittadino lombardo, forse del Basso lodigiano che, contratto il virus in Germania, lo ha portato qua. Quello che invece si può dire con certezza, seguendo lo studio pubblicato su Eurosurveillance, è che il nuovo paziente 1 è di Milano e non di Codogno.
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