“Ho appena sentito al telefono il presidente Muscat: la nave della Ong Lifeline attraccherà a Malta“. Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte annuncia così la fine del braccio di ferro fra gliStati europei per l’accoglienza i 234 migranti a bordo della Lifeline, la nave della ong tedesca bloccata da giovedì scorso al largo di Malta. Una situazione sulla quale nelle ultime ore il presidente francese Emmanuel Macron, oggiin visita da Papa Francesco in Vaticano, ha fatto pressing affinché aprisse i porti per la lave della ong. Ma l’ok della Valletta, come aveva specificato poco prima del via libera all’attracco dell’imbarcazione, è vincolato alla condivisione di responsabilità da parte anche di altri Paesi europei, che si impegnano ad accogliere i migranti a bordo. “Con il Presidente maltese – ha proseguito Conte – abbiamo concordato che l’imbarcazione sarà sottoposta a indagine per accertarne l’effettiva nazionalità e il rispetto delle regole del diritto internazionale da parte dell’equipaggio. Coerentemente con il principio cardine della nostra proposta sull’immigrazione – secondo cui chi sbarca sulle coste italiane, spagnole, greche o maltesi, sbarca in Europa -, l’Italia farà la sua parte e accoglierà una quota dei migranti che sono a bordo della Lifeline, con l’auspicio che anche gli altri Paesi europei facciano lo stesso come in parte già preannunciato”.

Malta: “Ci sono già Paesi disponibili ad accogliere migranti” – Una prospettiva già anticipata poche ore prima da una nota del governo maltese. “Vogliamo evitare un’escalation della crisi umanitaria attraverso una condivisione di responsabilità da parte di alcuni stati volenterosi”, c’era scritto nel comunicato, nel quale si ricordava che il Paese ha guidato gli sforzi diplomaticidelle ultime 48 ore per trovare una soluzione al caso, “provocato dalle azioni del capitano che ha ignorato le istruzione date sulla base delle regole internazionali dalle autorità italiane”. Capitano sul quale Malta ha annunciato l’apertura di un’inchiesta. E sempre fonti vicine al governo Muscat avevano specificato che almeno 5-6 paesi, tra cui Italia, Francia, Spagna e Malta sarebbero stati disponibili a ricevere i migranti della Lifeline. Il negoziato, condotto dallo stesso premier col sostegno di Tusk e Juncker e verso il quale “ci sono passi avanti”, sarebbe per ora limitato a questo singolo episodio, ma sarebbero in corso ulteriori trattative per il breve-medio termine. La Francia che oggi si era proposta come risolutrice nella vicenda Lifeline, per Salvini “fino ad oggi ha parlato ma ha combinato poco” e, a margine dell’Assemblea di Confartigianato all’Eur il vicepremier, ribadendo che “le ong non toccheranno più un porto italiano”, ha sottolineato che “quel gentiluomo di Macron“, oggi in visita a Roma, “sarà sicuramente in grado di accogliere tutti quelli che scappano.
Macron a Sant’Egidio – Prima di arrivare in Vaticano – con un ritardo di 23 minuti – il presidente francese Macron ha incontrato il presidente della comunità di Sant’Egidio, Marco Impagliazzo, con una delegazione della comunità a palazzo Farnese. “Non siamo entrati in questioni politiche strette tra Italia e Francia, ma ci e stata espressa dal presidente Macron la volontà di risolvere i problemi legati ai flussi dei migranti a livello europeo”, ha detto Impagliazzo. “Abbiamo parlato delle soluzioni per la stabilizzazione dell’Africa, dello sviluppo dei paesi africani, di un piano di educazione che permetta agli africani di rimanere a casa e lavorare per lo sviluppo dei propri paesi. C’è stata consonanza con Macron su questi temi. Abbiamo sottolineato il valore dell’accordo tra Etiopia ed Eritrea. Abbiamo ringraziato il presidente per aver menzionato i corridoi umanitari come modello di immigrazione legale soprattutto per persone che hanno bisogno di protezione umanitaria. Questi canali presenti in Italia, Francia, Belgio e Andorra andranno allargati quando ci saranno crisi umanitarie, come quella siriana che purtroppo non accenna a diminuire”. E proprio Macron, ha continuato Impagliazzo, “ha menzionato i corridoi umanitari come un modello della politica di immigrazione legale, soprattutto per le persone che hanno bisogno di protezione umanitaria”.
L’attracco a Pozzallo della Maersk – Si è invece risolta la vicenda della nave portacontainer danese Alexander Maersk – ferma da venerdì scorso davanti alle coste ragusane con 108 migranti – attraccata nella notte nel porto di Pozzallo. Nella serata di lunedì, infatti, era arrivato il via libera all’approdo da parte del ministero dell’Interno, con soddisfazione del sindaco della città Roberto Ammatuna che aveva fatto appello proprio a Salvinichiedendo l’autorizzazione per motivi umanitari. I 108 migranti, prima di essere trasferiti sul cargo danese, erano stati tratti in salvo proprio dalla Lifeline.
I migranti lasciano la nave cargo Maersk
 
Intanto, dopo il caso Aquarius, resta in balìa del Mediterraneo l’imbarcazione della Lifeline, che a bordo ha 234 persone. Contattata da Parigi, la ong aveva fatto sapere di non poter puntare verso un porto francese nell’immediato perché le condizioni del meteo non lo permettono. E poi, aveva riferito il co-fondatore Axel Steier, la nave voleva restare in acque internazionali. “Il problema è che abbiamo 234 persone a bordo di un’imbarcazione di 30 metri, vicino a un Paese sviluppato, e che l’Europa guarda queste persone mentre deperiscono”, afferma. Nella giornata del 25 giugno, infatti, uno dei migranti è stato evacuato per un’emergenza medica e portato in un ospedale di Malta.
La richiesta iniziale di attraccare in Francia è comunque stata presto stoppata dal ministero degli Affari europei: “Tecnicamente, è all’Italia che spetta ricevere la nave”, ha detto il ministro francese per gli Affari europei, Nathalie Loiseau. “Il ministro francese è ignorante”, la replica del vicepremier Matteo Salvini, “nel senso che ignora la situazione di questa nave”. “La nave non è stata nemmeno gestita dalle autorità italiane, si trova nelle acque maltesi”, ribatte il vicepremier Luigi Di Maio. “Quello che mi dà più fastidio, da ministro dello Sviluppo economico, è che a Malta diamo l’energia, c’è un tubo che parte da Ragusa e arriva fin lì e neanche ci rispondono per dirci ‘almeno un’imbarcazione la aiutiamo noi’. È assurdo”. Per Di Maio Lifeline “ha fatto una cosa molto scorretta”, opponendosi “all’azione di salvataggio della guardia costiera libica”, quindi “per me ora ci sono due strade: o aprono i porti la Francia, la Spagna e Malta o noi la facciamo arrivare nei nostri, ma poi la sequestriamo“.