lunedì 24 giugno 2024

 

LA MORTE DI SATNAM SINGH È (ANCHE) COLPA DELLO STATO ITALIANO – RENZO LOVATO, IL PROPRIETARIO DELL’AZIENDA DOVE LAVORAVA IL 31ENNE INDIANO, LASCIATO MORIRE PER STRADA CON UN BRACCIO TRANCIATO, È INDAGATO DA CINQUE ANNI PER CAPOLARATO. L’UOMO, SECONDO CUI SATNAM È MORTO PER UNA SUA “LEGGEREZZA”, È STATO LASCIATO LIBERO DI SCHIAVIZZARE I BRACCIANTI: LI ASSUMEVA, POI LI LICENZIAVA COSTRINGENDOLI A CONTINUARE A LAVORARE MENTRE INCASSAVANO LA DISOCCUPAZIONE. COSÌ, POTEVA PAGARLI LA METÀ (TUTTO AL NERO)  – LA SOCIETÀ HA OTTENUTO 131MILA EURO DI FONDI PUBBLICI. E INTANTO I POVERI CRISTI SENZA DIRITTI VENIVANO FATTI LAVORARE A 4 EURO L’ORA SENZA BAGNI E COSTRETTI A VIVERE IN BARACCHE PER CUI DOVEVANO PAGARE… - VIDEO: L'INTERVISTA AL TG1



1. SATNAM, L’AZIENDA BEFFAVA L’INPS NEI CAMPI I DISOCCUPATI-SCHIAVI

Estratto dell’articolo di Fulvio Fiano per il “Corriere della Sera”

 

renzo lovatoRENZO LOVATO

Ti assumo, ti faccio lavorare in condizioni di semi schiavitù per il numero di giorni necessari a farti maturare il sussidio di disoccupazione, poi ti licenzio per finta e ti tengo a lavorare alle stesse condizioni di prima, se non peggiori: in nero, ma con solo metà paga, dato che l’altra parte te la riconosce l’Inps.

 

Eccolo il «metodo Lovato» come emerge dall’inchiesta che coinvolge Renzo, il padre dell’imprenditore nei cui campi lavorava il 31enne Satnam Singh. Un doppio, triplo sfruttamento dei braccianti sikh: fisico, amministrativo e penale, perché in caso di accertamenti giudiziari, l’accusa di truffa ricadrebbe sui lavoratori, con responsabilità meno gravi per i «padroni».

 

SATNAM SINGHSATNAM SINGH

Un metodo così diffuso e redditizio da emergere sempre identico a se stesso nella quindicina di inchieste condotte dal 2018 al 2023 dalla task force voluta dall’ex procuratore aggiunto della procura di Latina, Carlo Lasperanza, che in ragione di questo modo di agire contesta a Lovato, e agli altri 40 imprenditori […], non la truffa ma il più grave caporalato.

 

Renzo Lovato, indagato da 5 anni, è in attesa dell’udienza per l’eventuale rinvio a giudizio. Gli viene contestata la «reiterata corresponsione» di pagamenti a cottimo, la «reiterata violazione» delle norme sull’orario lavorativo (fino a 48 ore settimanali rispetto al tetto di 39), senza pause, riposi e straordinari, la «violazione delle norme sulla sicurezza del lavoro», mancando […] condizioni igieniche minime, gli stessi bagni, rubinetti, luoghi per mangiare, e infine la «sottoposizione dei lavoratori a condizioni lavorative e alloggiative degradanti»: messi nei campi anche sotto la pioggia, stipati in furgoni, alloggiati in baracche a 100 euro d’affitto.

 

antonello lovatoANTONELLO LOVATO

Chi rifiuta queste condizioni, finto licenziamento incluso, non lavora più. Paolo Bortoletto, attivista di un comitato locale, parla […] di «mafizzazione dei rapporti di lavoro», sulla scia del radicamento camorrista in tutto l’agro pontino (smaltimento illecito di rifiuti e non solo).

 

Il boom di Agrilovato, sigla che racchiude le ditte della famiglia di origini venete arrivata qui con le bonifiche pontine, si ha una trentina di anni fa. Oggi dichiara 4 soli dipendenti a fronte di oltre 5 ettari di terreno e un fatturato di 1,166 milioni di euro, 62 mila euro di utili e 115 mila di costi per il personale.

 

«È stata una leggerezza del lavoratore», ha dichiarato Renzo Lovato dopo l’incidente che ha tranciato il braccio di Singh, mostrando così di essere presente anche se il terreno risulta del figlio Antonello, che ha scaricato il 31enne a casa anziché portarlo in ospedale. Lovato jr è ufficialmente l’unico dipendente della sua ditta […]

 

2. IL CAPO DI SATNAM INDAGATO MA IL PROCESSO NON È PARTITO INTANTO L'UE LO SOVVENZIONA

Estratto dell’articolo di Andrea Ossino e Clemente Pistilli per “la Repubblica – Roma”

 

SATNAM SINGH - VIGNETTA BY MILITANZA GRAFICASATNAM SINGH - VIGNETTA BY MILITANZA GRAFICA

[…] l'indagine che coinvolge l'azienda del padre dell'imprenditore Antonello Lovato […] non è ancora approdata in tribunale. Eppure sono trascorsi 5 anni dai primi fatti contestati. Renzo Lovato è indagato infatti per una vicenda di caporalato. L'iter dell'inchiesta è travagliato: due anni di reati accertati, altri due per terminare il lavoro e un decreto di conclusione delle indagini che dallo scorso luglio riposa tra i corridoi del tribunale […].

 

Una cosa è certa: quello che accadeva da quelle parti era noto da tempo. La procura ha accertato reati commessi tra il 2019 e il 2020. Ha scoperto che nella cooperativa Agrilovato i sikh venivano assunti e sfruttati con l'aiuto di un caporale, che venivano violate le norme in materia di sicurezza.

 

antonello lovatoANTONELLO LOVATO

Non esisteva formazione, non c'era vigilanza sanitaria, come previsto invece dalla legge. Per non parlare delle condizioni igieniche. Non c'era neanche un bagno o uno spazio dove i braccianti potessero mangiare in condizioni dignitose. Sottopagati, fatti lavorare ininterrottamente, costretti in «situazioni alloggiative degradanti», in baracche per cui dovevano pagare un affitto di 100-110 euro al mese, e trasportati da un campo all'altro su furgoni che diventavano pericolosi carri bestiame.

 

Che le condizioni dei lavoratori erano conosciute lo dice un'inchiesta della Procura di Latina in cui sono indagate 16 persone, tra cui Renzo Lovato, papà di Antonello, e anche un imprenditore in passato protagonista di battaglie sfociate in atti di violenza nel movimento che poi ha dato vita a quello dei Forconi.

 

braccianti agricoliBRACCIANTI AGRICOLI

La giustizia però non ha accertato in tempo i fatti. E così papà Lovato, indagato per caporalato, si espone scaricando tutto sul bracciante: «Ha commesso una leggerezza costata cara a tutti». Come se la colpa fosse di "Navi", come gli amici chiamavano la vittima, e non di Lovato Jr, che non ha richiesto l'intervento del 118 ed è indagato per omicidio colposo e omissione di soccorso.

 

Renzo Lovato è indagato per reati più tenui. E l'indagine [….] è terminata 11 mesi fa.  gli […] Così i Lovato, nel frattempo, hanno continuato a mandare avanti sia le attività a Sabaudia che quelle a Latina, dove si è ferito mortalmente Satnam e hanno anche ottenuto fondi europei. La burocrazia non impedisce l'accesso agli aiuti da parte dello Stato e dell'Ue a chi è accusato di caporalato. I Lovato dichiarano in pratica di non avere operai alle loro dipendenze, per far ottenere a quelle società oltre 131mila euro di fondi pubblici negli ultimi otto anni. Le indagini dicono altro, ma non arrivano al dunque.

 

3. FONDI UE AGLI SFRUTTATORI DELL’INDIANO UCCISO

braccianti indiani a latina 5BRACCIANTI INDIANI A LATINA 5

Estratto dell’articolo di Giacomo Amadori per “La Verità” - 23 giugno 2024

 

[…] I magistrati hanno già iniziato a raccogliere i dati relativi all’azienda. Il fatturato della coop, tra il 2022 e il 2023, ha avuto un calo vertiginoso, passando da 1,95 milioni di euro a 1,16. A diminuire sono stati anche i costi per il personale, scesi da 223.000 euro a 150.000. Gli utili sono stati inversamente proporzionali alle presunte spese per i dipendenti: 62.468 euro nel 2023, 111 euro nel 2022.

 

Dai fascicoli aziendali depositati presso l’Agenzia per le erogazioni in agricoltura (Agea) dell’azienda individuale e della cooperativa risulta che la prima avrebbe in affitto 2,74 ettari (27.400 metri quadrati, come quattro campi da calcio) di terreni a Latina, mentre la seconda solo 0,4 ettari (4.000 metri quadrati, oltre metà campo da calcio) localizzati a Sabaudia. E proprio per il presunto sfruttamento del lavoro nei campi di Sabaudia tra il novembre del 2019 e il maggio del 2020 è stato iscritto sul registro degli indagati papà Renzo insieme a un socio per intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro (il reato di caporalato).

braccianti indiani a latina 3BRACCIANTI INDIANI A LATINA 3

 

Gli indagati avrebbero sottopagato i manovali agricoli e li avrebbero sistemati in strutture fatiscenti in cambio di una pigione di 100 euro al mese. Antonello Lovato ha dichiarato all’Agea che per la- vorare i campi dell’azienda personale, coltivati a «seminativi» (per esempio cereali, legumi, patate), non ha nemmeno un dipendente e ha raccontato di avere come mezzi di produzione solo un trattore.

 

Per quanto riguarda la coop nel fascicolo i campi «manodopera» e «mezzi di produzione» sono vuoti. Nessun cenno al macchinario avvogli plastica a rullo trascinato dal trattore in cui è rimasto incastrato con gambe e braccia il trentunenne indiano. Lovato jr con la ditta individuale, ha persino richiesto rimborsi comunitari. I cosiddetti titoli per i suoi terreni ammontano a circa 700 euro e per questi ha ricevuto tra fine 2023 e il 2024 circa 900 euro di rimborsi in tre tranche (un anticipo e due saldi, l’ultimo il 7 giugno, di pochi euro).

indianiINDIANI

 

Per le richieste di finanziamenti del 2021 e del 2022 aveva ottenuto altri 2.500 euro. La cooperativa ha presentato due domande di sostegno per sviluppo rurale, che non sono state finanzia- te. Il fascicolo risulta chiuso il 31 dicembre 2023 in quanto «dormiente». Nel 2016 la società agricola Lovato Renzo & Lovato Antonino, nata nel 2005, ha ricevuto 128.000 euro relativi a una richiesta di aiuto del 2008.

braccianti agricoli ghettiBRACCIANTI AGRICOLI GHETTIbraccianti agricoli 6BRACCIANTI AGRICOLI 6sony la moglie di satnman singhSONY LA MOGLIE DI SATNMAN SINGH

domenica 23 giugno 2024

      


                                                                     ILBELPAESE


VI RICORDATE DEL PROPRIETARIO DELL’AZIENDA AGRICOLA CHE AVEVA DETTO CHE SATNAM SINGH AVEVA COMPIUTO UNA “LEGGEREZZA”? RENZO LOVATO, PADRE DI ANTONELLO LOVATO, CHE HA ABBANDONATO IL BRACCIANTE INDIANO COL BRACCIO TRANCIATO DAVANTI CASA, È INDAGATO DA CINQUE ANNI PER REATI DI CAPORALATO - IL TGLA7 HA PUBBLICATO IL DOCUMENTO DELLA PROCURA IN CUI SI LEGGE CHE LOVATO È ACCUSATO, IN CONCORSO, DI AVERE SOTTOPOSTO "I LAVORATORI A CONDIZIONI DI SFRUTTAMENTO, HA VIOLATO LA NORMATIVA SULL'ORARIO DI LAVORO E..." - LE PAROLE DI MATTARELLA: “BASTA SFRUTTAMENTO” – VIDEO



 

1. DATORE DI LAVORO SINGH INDAGATO DA 5 ANNI PER CAPORALATO

Da www.ansa.it

renzo lovato satnam singhRENZO LOVATO SATNAM SINGH

Il TgLa7 pubblica in esclusiva un documento della Procura in cui si legge che Renzo Lovato, padre di Antonello Lovato, il trentasettenne che ha abbandonato il bracciante indiano Satnam Singh davanti casa dopo aver perso il braccio destro in un incidente sul lavoro nella sua azienda agricola, è indagato da cinque anni per reati di caporalato in un altro procedimento.

Enrico Mentana ha anticipato la notizia del telegiornale in un post pubblicato sul suo profilo Facebook.

 

Renzo Lovato è accusato, in concorso, di avere sottoposto "i lavoratori, almeno sei, a condizioni di sfruttamento e approfittando del loro stato di bisogno" corrispondendo una retribuzione inferiore a quella stabilita dal contratto nazionale. Inoltre, avrebbe violato la "normativa sull'orario di lavoro, sulla sicurezza e sull'igiene dei luoghi di lavoro". La Procura gli contesta anche di avere sottoposto i lavoratori "a condizioni di lavoro e a situazioni alloggiative degradanti". I fatti contestati si riferiscono ad un arco temporale che va dal novembre 2019 al maggio 2020.

 

antonello lovatoANTONELLO LOVATO

 

Lovato è indagato assieme ad altre due persone responsabili di una cooperativa agricola.

L'uomo, nei giorni scorsi, dopo l'incidente di Satnam Singh, aveva detto che quest'ultimo "ha commesso una leggerezza che ha fatto male a tutti".

 

2. LA DISPERAZIONE DI SONY

Estratto dell’articolo di Fulvio Fiano per il “Corriere della Sera”

«Vorrei dare una mano a quella povera donna». «Mi impegno a trovarle un lavoro regolare». «Posso ospitarla gratis per un periodo». Le telefonate che arrivano da ieri alla sede della Cgil di Latina in via Cerveteri mostrano la faccia umana e solidale dell’agro pontino, piccoli imprenditori e cittadini comuni si offrono di aiutare Sony, la vedova 24enne di Satnam Singh, il bracciante agricolo di 31 anni morto tre giorni fa. […]

 

 «Si buttava a terra, urlava, non riusciva a capire. “Aiuto, marito tagliato”, ripeteva. È disumano quello che ha subito», è il racconto di quei momenti fatto da Ilario e Noemi, la coppia di coetanei italiani che ospitava Sony e Satnam assieme ad altri loro connazionali sikh. Da tutto questo difficilmente Sony si riprenderà mai, «dice che il marito è vivo, chiede di salvarlo, è ferma a quattro giorni fa», ripete chi le è vicina. […]

 

sony la moglie di satnman singhSONY LA MOGLIE DI SATNMAN SINGH

Il Viminale ha concesso in poche ore il permesso di soggiorno per motivi di giustizia. La comunità originaria del Punjab l’ha messa sotto tutela e con il tramite della Flai Cgil sta cercando per lei una sistemazione stabile, che le permetta anche di far arrivare in Italia la madre per starle vicino, come da lei invocato.

 

La Asl le sta fornendo l’assistenza psicologica, il sindacato (che ha avviato anche una raccolta fondi) le fornirà quella legale e amministrativa per districarsi nella burocrazia ed essere rappresentata nei passaggi legali, a partire dalle perizie sull’incidente fino alla costituzione di parte civile.

 

[…]

SATNAM SINGH - VIGNETTA BY MILITANZA GRAFICASATNAM SINGH - VIGNETTA BY MILITANZA GRAFICA

 

3. LA PIAZZA DI LATINA: SATNAM È STATO UCCISO SFERZATA DI MATTARELLA

Estratto dell’articolo di Virginia Piccolillo per il “Corriere della Sera”

«Il nome di Satnam Singh non deve essere dimenticato», scandisce Elly Schlein, mentre sfumano le note di Bella ciao , accompagnate con le mani da sikh, senegalesi, cingalesi scesi in piazza a Latina per protesta contro «la morte di uno schiavo». Chiedono «giustizia per Satnam».

 

E ancora: «I diritti umani valgono per tutti — scandiscono — non importa se regolari o no. Basta schiavitù».

RENZO LOVATO - TITOLARE DELL AZIENDA AGRICOLA DOVE E MORTO SATNAM SINGHRENZO LOVATO - TITOLARE DELL AZIENDA AGRICOLA DOVE E MORTO SATNAM SINGH

Risuonano alte qui le parole del capo dello Stato, contro lo sfruttamento dei più deboli e indifesi «con modalità e condizioni illegali e crudeli»: un fenomeno, dice Sergio Mattarella, «che, con rigore e fermezza, va ovunque contrastato, eliminato totalmente e sanzionato, evitando di fornire l’erronea e inaccettabile impressione che venga tollerato, ignorandolo». Il presidente le ha pronunciate al 160esimo anniversario della Croce Rossa, ma è qui nell’agro pontino, dove si sottolinea il binomio sfruttamento-criminalità, che pesano di più.

 

elly schlein e nicola fratoianni alla manifestazione contro il caporalato a latina 1ELLY SCHLEIN E NICOLA FRATOIANNI ALLA MANIFESTAZIONE CONTRO IL CAPORALATO A LATINA 1

[…] Elly Schlein: «Singh non è morto in un incidente sul lavoro, è stato ucciso dallo sfruttamento, è stato ucciso dal caporalato, dalla disumanità di chi lo ha mollato, con un braccio mangiato da un macchinario, davanti a casa senza portarlo a curarsi».

Ma per Schlein tutto si lega alla legge Bossi-Fini. E da Latina annuncia la ripresa della sua battaglia per abolirla

[…]

manifestazione contro il caporalato a latina 3MANIFESTAZIONE CONTRO IL CAPORALATO A LATINA 3

 

La ministra del Lavoro, Marina Elvira Calderone, promette controlli a tappeto: «Questa è una situazione di disprezzo della vita umana e di sottovalutazione delle conseguenze di un incidente sul lavoro così grave, è un atto di barbarie», dice, ricordando che «è stato reintrodotto il reato di interposizione di manodopera e la patente a crediti e aumentato il numero ispettori sul lavoro, così nell’arco dell’anno saremo in grado di raddoppiare le ispezioni».

manifestazione contro il caporalato a latina 1MANIFESTAZIONE CONTRO IL CAPORALATO A LATINA 1

 

Ma a Latina c’è scetticismo.

È troppo vasto il fossato scavato in decenni fra la legalità e il lavoro nero della raccolta agricola. La tensione è palpabile. Viene fischiata la sindaca di FdI Matilde Celentano.

Ci sono anche le delegazioni di altri partiti. Come il Movimento 5 Stelle, ma senza il leader Giuseppe Conte, a cui qui molti non perdonano il decreto Sicurezza. C’è invece Nicola Fratoianni, di Avs, che concorda nell’abolizione della Bossi-Fini

manifestazione contro il caporalato a latina 4MANIFESTAZIONE CONTRO IL CAPORALATO A LATINA 4

 

[…] Rappresentanti anche di +Europa, Italia viva e Azione. Martedì a manifestare sarà la comunità indiana del Lazio.

Aderiranno Cisl e Uil, l’appello è stato esteso anche alle imprese, pure dalla Lega hanno annunciato la presenza di una delegazione. […]

RENZO LOVATO - TITOLARE DELL AZIENDA AGRICOLA DOVE E MORTO SATNAM SINGHRENZO LOVATO - TITOLARE DELL AZIENDA AGRICOLA DOVE E MORTO SATNAM SINGHSatnam Singh - lavoratore indiano morto dopo l amputazione del braccioSATNAM SINGH - LAVORATORE INDIANO MORTO DOPO L AMPUTAZIONE DEL BRACCIOelly schlein alla manifestazione contro il caporalato a latinaELLY SCHLEIN ALLA MANIFESTAZIONE CONTRO IL CAPORALATO A LATINAmanifestazione contro il caporalato a latina 2MANIFESTAZIONE CONTRO IL CAPORALATO A LATINA 2ILARIO PEPE E LA MOGLIE NOEMI VICINI DI CASA DI SATNAM SINGHILARIO PEPE E LA MOGLIE NOEMI VICINI DI CASA DI SATNAM SINGHSATNAM SINGHSATNAM SINGH

 

Condividi questo articolo

lunedì 3 giugno 2024



 

“TUTTI I PARTITI,  ANCHE IL MOVIMENTO SOCIALE, GODEVANO DI FINANZIAMENTI IRREGOLARI. LO SPIEGAI A D’ALEMA MA NEL PDS MI ISOLARONO” - GIOVANNI PELLEGRINO, (EX) PARLAMENTARE DEL PCI-PDS, CHE SI TROVÒ A PRESIEDERE LA GIUNTA PER LE IMMUNITÀ DEL SENATO QUANDO NEL 1992 SCOPPIÒ TANGENTOPOLI: “AVEVO IL TIMORE CHE ANCHE IL PCI SAREBBE STATO COINVOLTO NELL’INCHIESTA. DECISI DI PARLARNE A D’ALEMA CHE MI ZITTÌ: “LUCIANO (VIOLANTE) MI HA DETTO CHE POSSIAMO STARE TRANQUILLI, PERCHÉ MANI PULITE NON SE LA PRENDERÀ CON NOI. POI CAPI’ MA…”






Francesco Verderami per il “Corriere della Sera” - Estratti

giovanni pellegrino 44GIOVANNI PELLEGRINO 44

 

«Il principio che ispirò Mani Pulite e che si basava sul primato del potere giudiziario, era in contrasto con il disegno costituzionale».

 

Nei giorni in cui la Prima Repubblica cadde, Giovanni Pellegrino vide cose che nel Palazzo non si erano mai viste. E ora dice cose che non si erano mai sentite. Almeno da parte di un (ex) parlamentare del Pci-Pds, che si trovò a presiedere la Giunta per le immunità del Senato quando nel 1992 scoppiò Tangentopoli.

 

Da lì passarono molte richieste di autorizzazione a procedere del pool di Milano contro i potenti della politica. È lì che sfilarono molti imputati eccellenti.

 

Nativo di Lecce, avvocato per professione e vocazione, Pellegrino fu uno dei pochi garantisti a sinistra. 

 

(...)

 

Da Milano arrivavano richieste di autorizzazione a procedere a ripetizione.

napolitano giovanni pellegrinoNAPOLITANO GIOVANNI PELLEGRINO

«E ogni volta che lo convocavo, Citaristi si presentava con un fogliettino. “Le imputano di aver ricevuto tanti milioni di lire dall’industriale tal dei tali”, gli dicevo. E lui rispondeva: “Sì, è vero”. Oppure: “No, ne ho presi di più”. O ancora: “No, da questo signore non ho ricevuto nulla”. E si capiva che qualche imprenditore aveva detto agli altri soci di aver pagato a Citaristi la tangente, che invece aveva tenuto per sé. La verità è che tutti i partiti godevano di finanziamenti irregolari».

 

Proprio tutti?

«Anche il Movimento sociale italiano. Ne parlò in commissione Stragi il senatore Alfredo Mantica, un sanbabilino colto che raccontò quando — durante un congresso missino — si avvicinò al leader della sua corrente: “Siamo una forza rivoluzionaria”, gli disse. E l’altro, indicando la platea: “Li vedi questi? Metà sono sul libro paga del ministero dell’Interno, metà su quello delle Forze armate”. Per aver riferito il pensiero di Mantica, Gianfranco Fini voleva querelarmi. Poi evitò perché la frase di Mantica era stata verbalizzata».

d alemaD ALEMA

 

E il Pci-Pds?

«Apparentemente il mio partito non prendeva soldi. Però nella cordata vincitrice di ogni appalto c’era sempre una cooperativa rossa con una percentuale dei lavori. Dal 10 al 15%. Rivedo ancora i nostri bellissimi congressi dove campeggiavano i cartelloni pubblicitari delle cooperative.

 

Era chiaro il meccanismo di contabilizzazione dei finanziamenti irregolari. Ed era altrettanto chiaro che anche noi facevamo parte del sistema: una sorta di Costituzione materiale del Paese. Vista la situazione, due senatori, Giangiacomo Migone e se non ricordo male Filippo Cavazzuti, mi chiesero di accompagnarli ad un incontro con Achille Occhetto a Botteghe Oscure».

 

giovanni pellegrinoGIOVANNI PELLEGRINO

Cosa accadde?

«Accadde che Migone disse al segretario: “È necessario che il partito riconosca di aver ricevuto soldi irregolarmente”. Il baffo di Occhetto si elettrizzò: “Io non so nulla. Non ho mai saputo nulla”. E in parte era vero. Il modello di finanziamento del Pci era stato ideato da Palmiro Togliatti, che aveva affidato al suo consigliere politico Eugenio Reale l’organizzazione di una rete di imprese. Il “Migliore” voleva che la dirigenza restasse fuori dalla gestione dei fondi.

 

Ma le imprese erano il vero polmone economico del partito, specie quelle che avevano rapporti commerciali con l’Unione Sovietica. Insomma, le forze di governo erano finanziate dalla Cia e da Confindustria, mentre il Pci era finanziato dal Kgb e dalle società che sostanzialmente gli appartenevano. E quando i finanziamenti russi cessarono, il Pci iniziò ad essere alimentato dalle cooperative che partecipavano agli appalti pubblici».

 

Però il partito formalmente ne rimaneva fuori.

«Eeeh... Insomma. Per gli ultimi segretari amministrativi non fu proprio così. La torsione giustizialista impressa dalla Procura di Milano aveva iniziato a preoccuparmi, perché contestava come reati di corruzione aggravata tutti i finanziamenti irregolari ai partiti che andava accertando. Avevo il timore che così anche il Pci sarebbe stato coinvolto nell’inchiesta. Perciò decisi di parlarne a Massimo D’Alema».

d alema 22D ALEMA 22

 

Quando?

«Era la primavera del 1993. Mi concesse un incontro ma dopo pochi minuti mi zittì: “Come al solito voi avvocati siete contro i pubblici ministeri. Volete capirlo che questi di Milano stanno facendo una rivoluzione?

 

E le rivoluzioni si sono sempre fatte con le ghigliottine e i plotoni d’esecuzione. Perciò cosa vuoi che sia qualche avviso di garanzia o qualche mandato di cattura di troppo? Eppoi Luciano mi ha detto che possiamo stare tranquilli, perché Mani Pulite non se la prenderà con noi”».

Luciano ovviamente era...

«Violante, chi altri?».

 

E come faceva a sapere che il pool non avrebbe toccato il Pds?

«Violante era la voce della magistratura nel partito. Quel giorno me ne andai umiliato ma...».

di pietro colombo borrelliDI PIETRO COLOMBO BORRELLI

Ma?

«Ma dopo la primavera arrivò l’estate. A Milano Saverio Borrelli si era preso qualche giorno di riposo, in cui si era fatto fotografare a cavallo. Antonio Di Pietro e Piercamillo Davigo erano volati in Brasile a spiegare ai magistrati brasiliani come si potevano mettere in galera i politici. Gherardo Colombo era in tour per l’Europa a fare conferenze. E alla Procura era rimasto solo Gerardo D’Ambrosio. Che però aveva il cuore trapiantato e per il caldo dovette andare in ospedale».

 

Non c’era più nessuno, quindi.

«No. C’era Titti Parenti, che i colleghi del pool avevano sempre tenuto ai margini dell’inchiesta. Non le parve vero di potersi prendere la scena. Ed ebbe l’idea di mandare al Senato una richiesta di autorizzazione a procedere contro Marcello Stefanini, ultimo tesoriere del Pci e primo del Pds: gli contestava frode tributaria, finanziamento illecito e ovviamente corruzione aggravata. Dalle carte notai che la richiesta era debolissima ed ero già deciso a rigettarla. Ma nel Pds intanto era scoppiato il putiferio».

giovanni pellegrinoGIOVANNI PELLEGRINO

 

Fecero pressioni su di lei?

«In quei giorni a Lecce si teneva la festa dell’Unità e il segretario provinciale del partito mi chiamò: “Stasera devi venire a cena con me, perché D’Alema vuole parlarti”. Quando ci sedemmo a tavola, D’Alema mi disse: “Mesi fa mi avevi fatto quel discorso complicato, fammi la cortesia di ripetermelo”.

 

E per la prima e unica volta mi fece parlare interrottamente per venti minuti. Gli spiegai che Mani Pulite non tendeva a colpire la corruzione amministrativa ma il finanziamento irregolare della politica per svuotare di forza i partiti. Tutti i partiti. Per renderli deboli finanziariamente e politicamente. E per realizzare così il primato del potere giudiziario».

 

Gli aveva descritto un sistema che i nemici delle toghe definirebbero un colpo di Stato.

«Ma era stato Borrelli di fatto a teorizzarlo in un’intervista. Aveva detto che se l’Ottocento era stato il secolo dei Parlamenti e il Novecento quello degli esecutivi, non escludeva che il secolo seguente sarebbe potuto essere il secolo della giurisdizione».

luciano violanteLUCIANO VIOLANTE

 

E D’Alema?

«Capì che delle assicurazioni di Violante non poteva fidarsi. Mi disse: “Certi concetti non posso esprimerli io, altrimenti Occhetto mi brucia. Parlane tu ogni tanto. Ti coprirò le spalle”.

 

Quando iniziai a fare dichiarazioni di quel tenore i senatori del Pds, quasi tutti giustizialisti, chiesero la mia espulsione. Per due volte fu il capogruppo Cesare Salvi a salvarmi, d’intesa con D’Alema. Finché contro di me si scagliarono i magistrati.

 

Una sera il Tg3 mandò in onda un servizio con gli interventi di Borrelli, Gian Carlo Caselli e Agostino Cordova. Che disse in tv: “Gliela farò vedere io al senatore Pellegrino”. E pochi giorni dopo toccò al povero Antonio Bassolino beccarsi un avviso di garanzia per peculato: l’accusa era “uso indebito del telefonino di servizio”, che lui aveva utilizzato anche per chiamare la moglie».

 

ANTONIO DI PIETRO SAVERIO BORRELLI GERARDO DAMBROSIOANTONIO DI PIETRO SAVERIO BORRELLI GERARDO DAMBROSIO

Ebbe modo di riparlare con D’Alema?

«D’Alema faticava a seguire la linea giustizialista imposta da Violante, perché convinto del primato della politica e perché non aveva stima delle varie corporazioni giudiziarie.

Quando divenne segretario del Pds, accompagnai a Botteghe Oscure due magistrati del Tar che iniziarono a parlargli malissimo dei loro colleghi del Consiglio di Stato. E lui commentò: “Delinquenti loro, delinquenti voi”...».

 

Ma il disegno che lei paventava non si realizzò.

«Perché la magistratura è un potere diffuso: ognuno fa come gli pare. Infatti la Procura di Brescia colpì Di Pietro, che aveva ambizioni politiche».

FRANCESCO SAVERIO BORRELLI E ANTONIO DI PIETROFRANCESCO SAVERIO BORRELLI E ANTONIO DI PIETRO

 

(...) Se penso a quegli anni mi viene da piangere. Mani Pulite non realizzò il suo disegno ma distrusse il sistema dei partiti. Avevo stima dei magistrati di Milano, Borrelli li guidava benissimo. Ma il loro principio, che si basava sul primato del potere giudiziario, era in contrasto con il disegno costituzionale».

BORRELLI E DI PIETRO mani resizeBORRELLI E DI PIETRO MANI RESIZE