lunedì 27 novembre 2023

 

1. STA IMPLODENDO LA CANNIBALIZZAZIONE DEL GOVERNO DA PARTE DI GIORGIA MELONI
2. DA UNA PARTE, SALVINI PRETENDE L'APPROVAZIONE DELL'AUTONOMIA; ALTRIMENTI, CARA GIORGIA, IL TUO AGOGNATO PREMIERATO TE LO METTI IN QUEL POSTO. DALL’ALTRA, S’INCAZZANO I BERLUSCONIANI: “LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA DEVE VIAGGIARE INSIEME AL PREMIERATO”
3. IL BUFFO È CHE IL PREMIERATO NON È ALTRO CHE IL SOLITO ‘’MEZZO DI DISTRAZIONE DI MASSA’’ PER COPRIRE IL VERO PROBLEMA CHE AFFLIGGE IL GOVERNO DEL PAESE: LA CRISI ECONOMICA 
4. FINORA LA CULTURA DI GOVERNO SFOGGIATA DA MELONI E CAMERATI È DI SOLLEVARE UN POLVERONE DOPO L’ALTRO. VEDI CROSETTO CHE SPIFFERA AL “CORRIERINO DI GIORGIA” FANTOMATICI COMPLOTTI GIUDIZIARI ANTI-GOVERNATIVI. PER LA VERITÀ ALLA DUCETTA DEI GUAI DELLA SANTADECHÉ E DI GASPARRI FREGA NIENTE. NON PUÒ INVECE FREGARSENE DEL CASO LA RUSSA, CHE È IN MANO ALLA PROCURA PIÙ COMBATTIVA E TOSTA D’ITALIA, QUELLA DI MILANO….




DAGOREPORT

MEGLIO FIGLI UNICI CHE FRATELLI DITALIA - MEMEMEGLIO FIGLI UNICI CHE FRATELLI DITALIA - MEME

Sta fragorosamente implodendo la cannibalizzazione del governo da parte del Campo Hobbit di Fratelli d’Italia, con Lega e Forza Italia sbattuti in cucina a lavare piatti.

 

Da una parte entra a gamba tesa Matteo Salvini che pretende, come da accordo consumato in un ristorante di Bolgheri in cambio del via libera alla scellerata tassa sugli extra profitti bancari, l'approvazione dell'Autonomia differenziata entro Pasqua 2024; altrimenti, cara Giorgia, il tuo agognato premierato te lo metti in quel posto.

 

Dall’altra, arrivano i berlusconiani vogliosi di piantare la loro bandiera nell’agenda del Campo Hobbit della Meloni: “La riforma della giustizia deve viaggiare insieme al premierato. No a figli e figliastri sulle riforme”. E dato che la ‘’madre di tutte le riforme’’, si appresta ad essere incardinata in Commissione Affari Costituzionali del Senato, la separazione delle carriere è passata inevitabilmente in secondo piano. Il Guardasigilli Carlo Nordio, dopo l’altolà della premier Giorgia Meloni, avverte: “Prima si fa il premierato, e solo dopo si passa alla giustizia”.

giorgia meloniGIORGIA MELONI

 

Insomma, ‘sta riforma costituzionale non la vuole né la Lega né Forza Italia. Il buffo (o il tragico) è che il premierato non è altro che il solito ‘’mezzo di distrazione di massa’’ ostentato dalla Ducetta per coprire il vero problema che affligge il governo del paese: la crisi economica. E la legge finanziaria sta lì a dimostrazione dell’impotenza politica dell’esecutivo destra-destra-centro.

antonio tajani giorgia meloni matteo salviniANTONIO TAJANI GIORGIA MELONI MATTEO SALVINI

 

Per non parlare poi del vicolo cieco in cui è finita “Io so’ Giorgia e voi non siete un cazzo” con l’Unione Europea, tra Mes, Pnrr e Patto di Stabilità. E se, dopo le elezioni del giugno 2024, i Fratellini d’Italia non voteranno la ‘’maggioranza Ursula” (Ppe, liberali e socialisti), non otterranno un commissario europeo di peso, come riuscì a Mario Draghi innalzando “Saponetta” Gentiloni sulla poltrona nevralgica di commissario all’economia.

 

giorgia meloni e guido crosetto con il cappello degli alpini a udineGIORGIA MELONI E GUIDO CROSETTO CON IL CAPPELLO DEGLI ALPINI A UDINE

Finora la cultura di governo sfoggiata da Meloni e camerati è quella di sollevare un polverone dopo l’altro. Vedi quel povero cristo di Crosetto che, da ex democristiano liberale si presta maggiormente a fare il ventriloquo della Regina della Garbatella, che spiffera al “Corrierino di Giorgia” fantomatici complotti giudiziari anti-governativi.

 

Per la verità all’ex compagna di Giambruno dei guai della Santadeché frega niente. Al Forum sul turismo a Baveno, sul lago Maggiore, la Pitonessa aspettava con gli zigomi in fermento l’arrivo di Giorgia Meloni. E invece la premier si è ben guardata dal “blindarla” con la sua presenza ed è rimasta a Roma: si è limitata a inviare un video-messaggio generico. (Ovviamente era presente il sodale La Russa).

scazzo maurizio gasparri, daniela santanche' e francesco magnani 4SCAZZO MAURIZIO GASPARRI, DANIELA SANTANCHE' E FRANCESCO MAGNANI 4

 

Idem con patate per Maurizio ‘’Cyber’’ Gasparri alle prese con l’inchiesta di “Report”. Una volta sollevato dal ruolo istituzionale di vice presidente del Senato e traslocato di corsa alla poltrona di capogruppo di Palazzo Madama, l’eventuale sgombro non porterà alcun problema.

 

IGNAZIO LA RUSSA - GIORGIA MELONI - MAURIZIO GASPARRIIGNAZIO LA RUSSA - GIORGIA MELONI - MAURIZIO GASPARRI

Meloni non può invece fregarsene del caso La Russa, che è in mano alla Procura più combattiva d’Italia, quella di Milano. Le indagini sul figlio discolo Geronimo e le sue amicizie pericolose proseguono e se per caso o per caos dovessero coinvolgere l’antico mentore dell’ascesa di Giorgia, ‘Gnazio non può essere spostato come un Gasparri qualsiasi, essendo stato eletto dall’assemblea dei senatori. 

giorgia meloni e ignazio la russaGIORGIA MELONI E IGNAZIO LA RUSSA

venerdì 24 novembre 2023

 

A 31 ANNI DALLA STRAGE DI VIA D’AMELIO LA VERITÀ È SOLO UN MIRAGGIO – QUATTRO POLIZIOTTI SONO INDAGATI DALLA PROCURA DI CALTANISSETTA PER DEPISTAGGIO: IN PASSATO ERANO STATI INDAGATI PER FALSA TESTIMONIANZA PERCHÉ AVREBBERO MENTITO PER PROTEGGERE ALCUNI COLLEGHI CHE ERA STATI IMPUTATI PER CALUNNIA AGGRAVATA PER AVER FAVORITO COSA NOSTRA – I NUOVI ELEMENTI SONO EMERSI DALL’INCHIESTA SULL’AGENDA ROSSA CHE VEDE INDAGATE LA MOGLIE E LA FIGLIA DI ARNALDO LA BARBERA…

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Saul Caia per il "Fatto quotidiano"

 

paolo borsellinoPAOLO BORSELLINO

“Depistaggio”. È la nuova accusa della Procura di Caltanissetta per i quattro poliziotti (Maurizio Zerilli, Vincenzo Maniscaldi, Angelo Tedesco e Giuseppe Di Gangi) già componenti del gruppo investigativo “Falcone-Borsellino”.

 

In precedenza rispondevano di falsa testimonianza, perché avrebbero mentito per proteggere i colleghi Mario Bo, Fabrizio Mattei e Michele Ribaudo (imputati di calunnia aggravata per aver favorito Cosa Nostra) nel processo di primo grado sul “depistaggio Borsellino”.

giovanni arcangioli con la borsa di paolo borsellinoGIOVANNI ARCANGIOLI CON LA BORSA DI PAOLO BORSELLINO

 

Secondo i pm di Caltanissetta, ci sarebbero nuovi elementi sui quattro poliziotti, a partire dall’inchiesta sull’agenda rossa scomparsa del giudice, che vede indagate per ricettazione e favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra, la moglie e la figlia di Arnaldo La Barbera.

 

strage via d'amelio 2STRAGE VIA D'AMELIO 2

E nuovi atti, tra cui un’annotazione di servizio di Zerilli (1 luglio 1994) sui sopralluoghi (28-29-39 giugno 1994) con Vincenzo Scarantino nei punti chiave della strage di via D’Amelio. Documento mai consegnato alla procura nissena.

agnese piraino paolo borsellinoAGNESE PIRAINO PAOLO BORSELLINOgiovanni falcone paolo borsellinoGIOVANNI FALCONE PAOLO BORSELLINOarnaldo la barbera 7ARNALDO LA BARBERA 7arnaldo la barbera 8ARNALDO LA BARBERA 8giovanni falcone paolo borsellinoGIOVANNI FALCONE PAOLO BORSELLINOstrage via d'amelio 1STRAGE VIA D'AMELIO 1falcone borsellinoFALCONE BORSELLINOSALVATORE BORSELLINOSALVATORE BORSELLINO

mercoledì 22 novembre 2023

                                                                      JFK


TUTTI I MISTERI DELLA MORTE DI JFK, SESSANT’ANNI FA – BARBARA COSTA: “IL 22 NOVEMBRE 1963 GLI AMERICANI DAVANTI ALLA TV HANNO LE IMMAGINI DELL’AUTO SU CUI STAVANO JOHN E JACKIE, IL GOVERNATORE DEL TEXAS JOHN CONNALLY, E LA DI LUI MOGLIE. SOLO JACKIE RIMANE MIRACOLOSAMENTE ILLESA. I SUOI VESTITI INTRISI DI CERVELLO E SANGUE. IL POPOLO AMERICANO LA VEDE SCENDERE DALL’AIR FORCE ONE E NON SA CHE JACKIE È SBRONZA” – IL LIBRO DI FURIO COLOMBO, IL GIALLO DEI PROIETTILI E I VIAGGI DEL KILLER IN URSS… - VIDEO


 

 

Barbara Costa per Dagospia

 

john jackie kennedy lyndon johnson arrivo a dallasJOHN JACKIE KENNEDY LYNDON JOHNSON ARRIVO A DALLAS

“È il caso di un pollo andato a farsi arrostire”. Lo diceva Malcolm X, leader nero tra i più incaz*ati e radicali, e il pollo per lui era John F. Kennedy. Il suo Presidente. Appena morto ammazzato a Dallas. Per Malcolm X quella fine, Kennedy, se l’era andata a cercare. Si sbaglia a credere che Kennedy fosse amato, dai neri, o da tutti i neri.

 

La si fa facile, e facile non la fa Furio Colombo nel suo "L’America di Kennedy", ripubblicato per il 60esimo dai fatti di Dallas. Colombo nei primi '60 viveva tra Washington e New York corrispondente per "Il Mondo", per "L’Espresso", e il suo "L’ America di Kennedy", è una raccolta di articoli scritti "a caldo".

 

Colombo è fuori e tanto "dentro" la Casa Bianca e ne riporta quel che vi succede. All’istante. E no, Marilyn non ce la trovate. Lei, e nemmeno le altre. Mica che non si sapesse, delle amanti di JFK. L’FBI sapeva, e il Secret Service sapeva, più di un giornalista lo sapeva, ma non se ne parlava. Non si usava.

 

furio colombo l america di kennedy ed 2023FURIO COLOMBO L AMERICA DI KENNEDY ED 2023

È una pratica – lo sp*ttanamento delle mutande presidenziali – insorta sotto Bill Clinton, anche se, proprio nel 1963, lo "scandalo Profumo" – il ministro della Guerra inglese scoperto con un’amante spia russa – ne aveva dato succulenta anticipazione. Lo stesso Kennedy, dei guai di Profumo, se ne era impensierito… sì, ma che è successo, in America, alle 12.25 ora di Dallas, ora dello sparo – degli spari – fatali?

 

“Le comunicazioni telefoniche sono state sospese”, scrive Colombo, “Kennedy è colpito alla testa ed è gravissimo. La Borsa di New York chiude immediatamente. I telefoni sono di nuovo in funzione quando un nastro in loop lancia: il Presidente è morto”.

 

Il 22 novembre 1963, un venerdì, il popolo americano riceve in diretta quanto succede da radio e tv, in casa e fuori: gruppuscoli di persone rapidamente si formano per le vie, delle grandi città, delle piccole, davanti alle scritte sfavillanti sui grattaceli a New York, davanti alle vetrine di elettrodomestici coi televisori accesi, accanto alle automobili ferme con le radio gracchianti l’inaudito.

 

 

 

 

new york world telegram president shot dead (2)NEW YORK WORLD TELEGRAM PRESIDENT SHOT DEAD (2)

Kennedy muore alle 12.55. Il "New York World Telegram" è il primo tra i quotidiani ad uscire in straordinaria a tutta pagina: "President Shot Dead", e poco altro. Da lì inizia una tre giorni (il terzo è tutto per il funerale) di diretta nazionale non stop radio e tv mai fatta prima. Ma gli americani non vedono le immagini del video amatoriale di Abe Zapruder in cui l’assassinio di Kennedy appare nitido.

 

Al pensionato Zapruder sono sequestrate dall’FBI appena Zapruder a casa sua le vede (e non le sente, sono mute, non aveva mai usato la sua Super 8 prima, e ha pasticciato con l’audio) e le consegna alla polizia. Agenti del Secret Service e FBI sono al Parkland Hospital dove è portato Kennedy, sono con lui e con i medici che tentano di rianimarlo.

 

Scrive Furio Colombo: “A quei dottori il Secret Service e l’FBI hanno detto di non parlare”. Quel 22 novembre 1963 gli americani davanti alla tv hanno le immagini dell’auto su cui stavano John e Jackie, il governatore del Texas John Connally, e la di lui moglie: nella sparatoria sono rimasti feriti anche loro, la moglie del governatore a una mano, Connally è colpito a un polmone e si salva nello stesso Parkland Hospital dopo ore e ore di sala operatoria.

 

 

Omicidio di John KennedyOMICIDIO DI JOHN KENNEDY

Solo Jackie rimane miracolosamente illesa. È solo lei che il popolo americano "vede". I suoi vestiti intrisi di cervello e sangue, perché Jackie la testa scoppiata del marito se l’è tenuta in grembo, impedendo con le mani che il resto del cervello uscisse. Il popolo americano la vede scendere dall’Air Force One, tornata a Washington, e non sa che Jackie è sbronza. Nella coda dell’aereo, accanto alla bara del marito, ha bevuto whisky. Parecchio. Lei che era astemia.

 

Nel marzo 1964, Furio Colombo intervista Mark Lane, l’avvocato di Lee Harvey Oswald, il cecchino solitario omicida di Kennedy, morto sparato il giorno dopo Kennedy dal proprietario di strip club Jack Ruby. Un "presunto" omicida morto ammazzato e mai formalmente incriminato, ha bisogno di un avvocato? Mark Lane si autonomina tale.

 

furio colombo ted kennedyFURIO COLOMBO TED KENNEDY

Quando Colombo lo incontra, si è nel pieno delle frettolosissime indagini della Commissione Warren, quella che stilerà il Rapporto Warren sull’omicidio JFK in 888 pagine colme di caz*ate. E che si stiano già formulando, quelle caz*ate, Lane intervistato da Colombo lo delinea molto bene: perché “nel referto principale i medici scrivono che il primo proiettile è stato sparato di fronte, a Kennedy, e non alle sue spalle, e nel secondo reperto, c’è l’esatto contrario, e cioè che non è entrato dalla gola, ma dalla nuca?

 

Mi dicono: all’inizio i medici non se ne sono accorti. E perché giurano che i proiettili sono 3 se ne sono stati ritrovati 5? Uno ha trapassato il presidente. Un altro era nella barella di Kennedy. Uno ha colpito il governatore. Un altro ancora è stato trovato sull’erba da un agente del Secret Service. E uno stava sul sedile posteriore dell’auto.

 

john e jackie kennedy dallasJOHN E JACKIE KENNEDY DALLAS

Perché per ciascuno di questi proiettili ci sono verbali e foto che però non arrivano ai giornali? Può essere stato, Lee Oswald, coperto da chi? Dalla CIA? E perché la CIA avrebbe dovuto tenere tra le sue fila uno che sapeva leggere e scrivere a malapena? E sparare male? In piena guerra fredda, Lee Oswald in URSS è entrato e ed uscito con inaudita facilità: come mai?”. 

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