giovedì 19 giugno 2025

roberto dagostino dago giorgia meloni paragon alfredo mantovano 19 giu 2025 18:53 "GIORNALISTI SORVEGLIATI? CHIEDETE ALL'ITALIA" - L'AZIENDA ISRAELIANA PARAGON, PROPRIETARIA DELLO SPYWARE "GRAPHITE" UTILIZZATO PER SPIARE ATTIVISTI E GIORNALISTI (LA PROCURA INDAGA ANCHE SUL PRESUNTO SPIONAGGIO CONTRO ROBERTO D'AGOSTINO E DAGOSPIA), TORNA AD ACCUSARE IL GOVERNO MELONI DI NON VOLERE LA VERITÀ: "ABBIAMO INTERROTTO I RAPPORTI COMMERCIALI CON L'ITALIA A SEGUITO DI SOSPETTI DI UN USO IMPROPRIO CHE ECCEDEVA LE CONDIZIONI D'USO DEFINITE NEL CONTRATTO CON LA SOCIETÀ" - PARAGON CONFERMA DI AVER INFORMATO IL GOVERNO ED IL COPASIR "CHE SAREBBE STATA LIETA DI FORNIRE ASSISTENZA NELLE INDAGINI SULLA SORVEGLIANZA DEI GIORNALISTI, SECONDO NECESSITÀ E SECONDO LA VOLONTÀ DELLE AUTORITÀ ITALIANE". MA L'OFFERTA È STATA RIFIUTATA. PERCHÉ? PER QUANTO ANCORA GIORGIA MELONI E ALFREDO MANTOVANO POTRANNO STARE IN SILENZIO DAVANTI AL "WATERGATE ITALIANO" (COPYRIGHT RENZI)? - LE OPPOSIZIONI INSORGONO, DA ITALIA VIVA AD AVS FINO AL PD, CHIEDONO AL GOVERNO DI FARE CHIAREZZA... Condividi questo articolo Condividi su Facebook Condividi su X Condividi su Whatsapp Invia in email Puoi smettere di lavorare prima dei 67 anni? Puoi smettere di lavorare prima dei 67 anni? Fisher Investments Italia Vacanze al caldo? Proteggi la tua pelle dagli insetti! Vacanze al caldo? Proteggi la tua pelle dagli insetti! Alontan PARAGON, 'GIORNALISTI SORVEGLIATI? CHIEDERE ALL'ITALIA' DAGO DJ (ANSA) - ROMA, 19 GIU - "Paragon ha interrotto i suoi rapporti commerciali con l'Italia a seguito di sospetti di un uso improprio che eccedeva le condizioni d'uso definite nel contratto con la società. L'azienda raccomanda di rivolgere qualsiasi domanda in merito alla presunta sorveglianza di giornalisti italiani al governo italiano, in quanto è l'autorità sovrana del Paese e responsabile di garantire il rispetto della legge". Così Paragon solutions in una nota riportata dal reporter del quotidiano israeliano Haaretz, Omer Benjakob. Paragon, spiega l'azienda, "collabora con regimi democratici che, secondo ricerche approfondite, dispongono di un quadro giuridico regolamentato per l'uso dello spyware, di procedure di controllo sulle modalità del suo impiego e di meccanismi di indagine retroattiva. La rigorosa politica di selezione dei clienti dell'azienda non esonera i clienti dalla piena responsabilità di utilizzare la tecnologia in modo appropriato, in conformità con le leggi locali e le condizioni d'uso definite sia dall'azienda che dal Ministero della Difesa israeliano". FANPAGE - DAGO INTERCETTATO "Se vi è il sospetto - prosegue - che un cliente abbia superato i limiti consentiti dalla legge e dall'accordo con la società e non si assuma la responsabilità e non ponga rimedio al danno, la società cessa tutti i rapporti commerciali con tale cliente." Paragon conferma infine di aver informato il governo ed il Copasir "che sarebbe stata lieta di fornire assistenza nelle indagini sulla sorveglianza dei giornalisti, secondo necessità e secondo la volontà delle autorità italiane". Ma l'offerta è stata rifiutata. PARAGON, SPUNTA ANCHE D'AGOSTINO TRA GLI SPIATI PM ESAMINANO 7 TELEFONINI Massimo Nesticò per l'ANSA FRANCESCO CANCELLATO Spuntano altri nomi tra gli spiati di Paragon. Il più noto è quello di Roberto D'Agostino, fondatore di Dagospia. Ma c'è anche Eva Vlaardingerbroek, giovane olandese paladina dell'ultradestra. Sui loro telefonini, così come quelli dei giornalisti di Fanpage, Francesco Cancellato e Ciro Pellegrino e degli attivisti di Mediterranea saving humans, Luca Casarini, Beppe Caccia e don Mattia Ferrari, le procure di Roma e Napoli hanno disposto accertamenti tecnici irripetibili. L'azienda israeliana, intanto, ricorda di aver "interrotto i suoi rapporti commerciali con l'Italia a seguito di sospetti di un uso improprio che eccedeva le condizioni d'uso definite nel contratto con la società" e "raccomanda di rivolgere qualsiasi domanda in merito alla presunta sorveglianza di giornalisti italiani al governo italiano, in quanto è l'autorità sovrana del Paese e responsabile di garantire il rispetto della legge". Eva Vlaardingerbroek I sette sono parti lese nell'indagine aperta - al momento contro ignoti - per accesso abusivo a sistema informatico e 'cognizione, interruzione o impedimento illeciti di comunicazioni o conversazioni telegrafiche o telefoniche'. Ordine dei giornalisti e Fnsi, costituitisi nel procedimento, potranno nominare loro consulenti per gli accertamenti, così come Fanpage. L'incarico verrà affidato lunedì. Si allarga dunque il caso scoppiato nel gennaio scorso quando Meta avvisò una novantina di utenti europei che i loro cellulari erano stati infettati dal potente spyware Graphite, prodotto da Paragon Solutions. Tecnologia che l'azienda vende solo a governi e che in Italia era in uso ad Aise ed Aisi. L'intelligence ha ammesso l'impiego dello spyware su Luca Casarini e Beppe Caccia - secondo quanto riportato nella relazione svolta dal Copasir - negando invece il controllo su don Ferrari e Cancellato. francesco cancellato A maggio, però, Apple ha notificato l'infezione ad altri due giornalisti (Pellegrino ed un altro che ha chiesto l'anonimato); il team canadese The Citizen lab ha svolto analisi sui cellulari dei due rinvenendo Graphite. Nel frattempo Paragon ha rescisso i contratti con l'Italia, il Copasir ha deciso nuovi approfondimenti e si sono mosse anche le procure di Roma e Napoli, che stanno indagando dopo le denunce degli spiati, sotto il coordinamento della Procura nazionale antimafia ed antiterrorismo. Roberto D'Agostino è uno dei due nomi nuovi. Il fondatore di Dagospia ha sicuramente un'agenda importante - con personalità del mondo politico e finanziario oltre a quello del gossip - che probabilmente fa gola a qualcuno. "Cronache dall'Italia all'olio di ricino", commenta il sito. L'altro è la 28enne olandese che sul suo profilo X si definisce "commentatrice, avvocato, guerriera dell'estrema destra". dago a e' sempre cartabianca 2 Eva Vlaardingerbroek, sposata con un italiano, una bimba, di casa a Roma, ha partecipato lo scorso 17 maggio a Gallarate (Varese) al discusso Remigration summit che ha ospitato esponenti dell'ultradestra europea. In quella sede ha parlato di "stupri e genocidi" da parte degli stranieri, sottolineando che senza la remigrazione "noi di etnia europea diventeremo minoranza". Ora i telefonini dei sette 'spiati' saranno analizzati dai tecnici nominati dalla procura che dovranno accertare le intrusioni e provare a risalire agli autori. ALFREDO MANTOVANO E GIORGIA MELONI - FOTO LAPRESSE Se per Casarini e Caccia la paternità è stata riconosciuta dall'intelligence nazionale, rimangono gli interrogativi sugli altri 5. Paragon solutions ha spiegato di aver proposto all'Italia un metodo che consentirebbe di scoprire chi ha inserito lo spyware, ma l'offerta è stata rifiutata. "Perché era inaccettabile, non conforme alle esigenze di sicurezza nazionali", per il Dis. E torna ad attaccare l'opposizione. Il leader di Iv, Matteo Renzi, parla di "Watergate italiano": "se anche Dagospia è stata spiata e il Governo italiano continua a far finta di nulla, siamo in presenza di un fatto gravissimo. Nelle democrazie non si spiano i giornalisti". luca casarini Sulla stessa linea Debora Serracchiani e Stefano Graziano (Pd): "la presidente Meloni e il sottosegretario Mantovano non possono più tacere. Se i servizi segreti italiani continuano a sostenere la loro estraneità nell'intercettare i giornalisti, il Governo deve dirci chi è stato". Secondo Nicola Fratoianni (Avs): "la vicenda mette seriamente in discussione la tenuta della nostra democrazia". Ordine dei giornalisti e Fnsi confidano che "l'inchiesta giudiziaria saprà rispondere, in tempi rapidi, alle domande che abbiamo posto: quanti sono realmente i giornalisti spiati? Da chi? E perché?". IL CASO PARAGON SI ALLARGA: TRA GLI SPIATI ANCHE IL FONDATORE DI DAGOSPIA, ROBERTO D’AGOSTINO Irene Fama' per www.lastampa.it GIORGIA MELONI E ALFREDO MANTOVANO - FOTO LAPRESSE Lo scandalo Paragon si allarga. E la Procura di Roma ha disposto accertamenti tecnici irripetibili sui dispositivi telefonici in uso a sette persone, parti lese nell'indagine: il fondatore di Dagospia Roberto D'Agostino e i giornalisti Eva Vlaardingerbroek, Francesco Cancellato e Ciro Pellegrino. L'accertamento riguarda anche i dispositivi degli attivisti di Mediterranea Saving humans Luca Casarini, Giuseppe Caccia e don Mattia Ferraris. I magistrati vogliono verificare se nei cellulari c’è traccia del software Graphite prodotto dalla società di Tel Aviv Paragon Solutions o se invece ci sono altri tipi di spyware. L’attività tecnica, in base a quanto si apprende, è svolta in coordinamento con i pm della procura di Napoli che sulla vicenda hanno avviato un fascicolo. matteo renzi Il conferimento dell'incarico verrà affidato lunedì. Nell'indagine si procede, al momento contro ignoti, per accesso abusivo a sistema informatico e quanto previsto all'articolo 617 del codice penale su reati informatici, cognizione, interruzione o impedimento illecito di comunicazioni o conversazioni telegrafiche o telefoniche e installazioni abusiva di apparecchiature atte ad intercettare. L'ordine dei giornalisti e la Federazione Nazionale Stampa Italiana, costituitisi nel procedimento, potranno nominare loro consulenti per questi accertamenti. «Cronache dall'Italia all'olio di ricino: Dagospia finisce spiata! – si legge sul sito di Dagospia - Lo scandalo delle intercettazioni illegittime si allarga, nel disinteresse collettivo: dopo Francesco Cancellato, direttore di Fanpage, spiato per più di cinque mesi con il software Graphite, anche Roberto D'Agostino e Dagospia sono finiti nell'inchiesta delle procure di Roma e Napoli sul caso di spionaggio». E se dagli accertamenti del Copasir, il comitato parlamentare che monitora l’operato degli 007 italiani, è emerso che le intercettazioni agli attivisti dell’ong dei servizi segreti esterni sono state preventive e autorizzate, resta l’interrogativo su chi ha spiato i giornalisti. ESPRESSO - DAGO INTERCETTATO Ed è polemica politica. Matteo Renzi, leader di Italia viva, attacca: «Lo scandalo intercettazioni illegittime esplode ogni giorno di più. Se davvero anche Dagospia è stata messa sotto controllo, come sembra, siamo davanti a una svolta clamorosa». Sui social scrive: «Io non sono un fan di Roberto D'Agostino e con lui ho avuto scontri molto duri, in tutte le sedi. Ma se anche Dagospia è stata spiata e il governo italiano continua a far finta di nulla, siamo in presenza di un fatto gravissimo – spiega sui social – Nelle democrazie non si spiano i giornalisti. Se si spiano i direttori delle testate giornalistiche non è più democrazia. Tutti zitti anche stavolta? #ItalianWatergate». FATTO QUOTIDIANO - DAGO INTERCETTATO L’europarlamentare Sandro Ruotolo, responsabile informazione nella segreteria Pd, Debora Serracchiani, capogruppo Dem della commissione giustizia alla Camera e Stefano Graziano, capogruppo Pd della commissione Difesa alla Camera, aggiungono: «La presidente Meloni e il sottosegretario Mantovano non possono più tacere. Se i servizi segreti italiani continuano a sostenere la loro estraneità nell'intercettare i giornalisti, il governo deve dirci chi è stato. Chi ha avuto accesso ai loro telefoni? Chi ha installato lo spyware? E con quali finalità? Il caso non è chiuso, si sta allargando». REPUBBLICA - DAGO INTERCETTATO

venerdì 13 giugno 2025

iran israele attacco netanyahu trump khamenei13 giu 2025 19:02 DAGOREPORT - STANOTTE L'IRAN ATTACCHERÀ ISRAELE: RISCHIO DI GUERRA TOTALE - È ATTESO UN VIOLENTISSIMO ATTACCO MISSILISTICO CON DRONI, RISPOSTA DI TEHERAN ALL'"OPERAZIONE LEONE NASCENTE" DI NETANYAHU, CHE QUESTA MATTINA HA COLPITO IL PRINCIPALE IMPIANTO DI ARRICCHIMENTO IRANIANO, UCCIDENDO L'INTERO COMANDO DELL'ESERCITO E DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE. LA MAGGIOR PARTE DI LORO È STATA FATTA FUORI NELLE PROPRIE CASE GRAZIE AI DRONI DECOLLATI DALLE QUATTRO BASI SOTTO COPERTURA DEL MOSSAD A TEHERAN - ISRAELE HA DICHIARATO LO STATO DI EMERGENZA: GLI OSPEDALI SPOSTANO LE OPERAZIONI IN STRUTTURE SOTTERRANEE FORTIFICATE - TRUMP HA AVVERTITO OGGI L'IRAN DI ACCETTARE UN ACCORDO SUL NUCLEARE "PRIMA CHE NON RIMANGA NULLA", SUGGERENDO CHE I PROSSIMI ATTACCHI DI ISRAELE CONTRO IL PAESE POTREBBERO ESSERE "ANCORA PIÙ BRUTALI" - VIDEO Condividi questo articolo Condividi su Facebook Condividi su X Condividi su Whatsapp Invia in email Viganella: il paese senza luce, illuminato dai riflessi di uno specchio Viganella: il paese senza luce, illuminato dai riflessi di uno specchio Immobiliare.it DAGOREPORT Operazione Rising Lion - attacco di israele all iran Guerra totale tra Israele e Iran. Nelle prime ore della notte è atteso un violentissimo attacco missilistico come risposta di Teheran all'"Operazione Leone Nascente" di Netanyahu che questa mattina ha colpito il principale impianto di arricchimento iraniano, uccidendo l'intero comando dell'esercito iraniano e delle Guardie Rivoluzionarie. La maggior parte di loro è stata attaccata nelle proprie case grazie ai droni decollati dalle quattro basi che l’intelligence israeliano ha installato sotto copertura a Teheran. Secondo il Mossad, “L'Iran" è completamente trasparente al nostro controllo di intelligence”. Ecco l'elenco degli alti funzionari del regime iraniano uccisi dall’attacco di Netayahu: molto più lungo di quanto pubblicato finora. Il comandante dei pasdaran Hossein Salami e il capo di Stato Maggiore Mohammad Bagheri - Generale Mohammad Hossein Bagheri, Capo di Stato Maggiore delle Forze Armate iraniane. - Hossein Salami, comandante del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica (IRGC). - Generale Ghulam Ali Rashid, Comandante del Quartier Generale di Khatem al-Anbiya. - Mohammad Pakpour, comandante delle forze di terra delle Guardie Rivoluzionarie. - Alireza Tangsiri, comandante della Marina delle Guardie Rivoluzionarie. - Ahmad Ali Hajizadeh, comandante della Forza spaziale delle Guardie Rivoluzionarie. Operazione Rising Lion - attacco di israele all iran – al sito nucleare di Natanz - Esmail Qaani, comandante della Forza Quds delle Guardie Rivoluzionarie. - Alireza Soleimani, comandante dei Basij. - Amir Mousavi, comandante dell'esercito iraniano. - Amir Shahram Iranian, Comandante della Marina dell'Esercito. - Alireza Fordestan, comandante delle forze di terra dell'esercito. - Kiumars Heidari, comandante delle forze di terra dell'esercito. - Nasirzada - Comandante dell'Aeronautica Militare. GLI OSPEDALI ISRAELIANI SPOSTANO LE OPERAZIONI SOTTOTERRA PER TIMORE DI RITORSIONI IRANIANE: https://trt.global/world/article/73bd8a03bd27 benjamin netanyahu - attacco di israele all iran Gli ospedali di tutto Israele sono entrati in modalità di emergenza e hanno iniziato a trasferire le operazioni critiche in strutture sotterranee fortificate, mentre il Paese si prepara a una possibile risposta iraniana su larga scala ai mortali attacchi aerei di Tel Aviv di venerdì mattina, ha riferito “Haaretz’’. Secondo il quotidiano israeliano, il cambiamento a livello nazionale prevede l'annullamento delle procedure non essenziali, la dimissione anticipata dei pazienti stabili e l'attivazione di reparti sotterranei sicuri. Operazione Rising Lion - attacco di israele all iran Secondo il rapporto, gli ospedali nel nord di Israele, tra cui l'Emek Medical Center di Afula, il Bnai Zion di Haifa, il Poriya di Tiberiade e il Galilee Medical Center di Nahariya, hanno avviato protocolli di emergenza nelle prime ore di venerdì, trasferendo le unità chiave in spazi fortificati. Nel centro di Israele, l'ospedale Ichilov di Tel Aviv ha sgomberato l'area di parcheggio Sami Ofer per iniziare a gestire la sua struttura sotterranea per le emergenze, come parte di un piano di emergenza prestabilito. Stato di emergenza Israele ha dichiarato lo stato di emergenza speciale su tutto il fronte civile, citando le preoccupazioni relative a un possibile imminente attacco missilistico e con droni da parte dell'Iran. Operazione Rising Lion - attacco di israele all iran Ai cittadini è stato intimato di restare nei pressi dei rifugi antiaerei, mentre le scuole sono state chiuse in tutto il Paese e lo spazio aereo israeliano è stato temporaneamente bloccato. Le sirene antiaeree risuonavano in tutto il Paese mentre il ministro della Difesa Israel Katz confermava gli attacchi e avvertiva che era probabile un attacco di rappresaglia nell'immediato. Gli attacchi aerei israeliani, lanciati venerdì mattina, avrebbero preso di mira le infrastrutture militari e nucleari iraniane, provocando esplosioni a Teheran. Operazione Rising Lion - attacco di israele all iran Gli attacchi segnano una grave escalation nella lunga guerra ombra tra Israele e Iran, minacciando di trasformare il conflitto in un più ampio scontro in Medio Oriente. Netanyahu ha affermato che l'"Operazione Leone Nascente" ha colpito il principale impianto di arricchimento iraniano a Natanz, gli scienziati nucleari e quello che ha definito "il cuore del programma missilistico balistico iraniano". Uccisi nell'attacco il generale Hossein Salami, comandante in capo della Guardia Rivoluzionaria iraniana e una delle figure più potenti del paese e il maggiore generale Mohammad Bagheri, l'ufficiale di grado più alto dell'Iran. Operazione Rising Lion - attacco di israele all iran Trump ha avvertito oggi l'Iran di accettare un accordo sul nucleare "prima che non rimanga nulla", suggerendo che i prossimi attacchi di Israele contro il Paese potrebbero essere "ancora più brutali". Operazione Rising Lion - attacco di israele all iran - sito nucleare di Natanz MANIFESTAZIONI A TEHERAN CONTRO ISRAELE DOPO L'ATTACCO ALL'IRAN IRAN E ISRAELE - ARSENALI A CONFRONTO ATTACCO ISRAELIANO ALL IRAN Operazione Rising Lion - attacco di israele all iran MACERIE DOPO L ATTACCO ISRAELIANO ALL IRAN Operazione Rising Lion - attacco di israele all iran Operazione Rising Lion - attacco di israele all iran MANIFESTAZIONI A TEHERAN CONTRO ISRAELE DOPO L'ATTACCO ALL'IRAN MANIFESTAZIONI A TEHERAN CONTRO ISRAELE DOPO L'ATTACCO ALL'IRAN israele attacca i siti nucleari iraniani 2 siti nucleari iran israele attacca i siti nucleari iraniani teheran dopo l attacco israeliano all iran detriti a teheran dopo l attacco israeliano all iran teheran dopo l attacco israeliano all iran teheran dopo l attacco israeliano all iran attacco israeliano all iran I SITI IRANIANI COLPITI DALL ATTACCO ISRAELIANO i siti nucleari iraniani FUMO DALL IMPIANTO DI ARRICCHIMENTO DELL URANIO DI NATANZ IN IRAN DOPO L ATTACCO ISRAELIANO teheran dopo l attacco israeliano attacco israeliano all iran HOSSEIN SALAMI CAPO DEI PASDARAN IRANIANI UCCISO NELL ATTACCO ISRAELIANO attacco israeliano all iran Operazione Rising Lion - attacco di israele all iran Condividi questo articolo

martedì 8 aprile 2025

Omicidio Scopelliti, 34 anni dopo nuovi rilievi della polizia sull’auto dove morì il giudice di Alessia Candito Omicidio Scopelliti, 34 anni dopo nuovi rilievi della polizia sull’auto dove morì il giudice Gli esami della scientifica sulla Bmw 318i mai svolti prima: il mezzo riportato sul luogo del delitto 08 Aprile 2025 Aggiornato alle 12:46 3 minuti di lettura Non è chiusa l’indagine sull’omicidio del giudice Antonino Scopelliti, i magistrati non hanno rinunciato a scoprire la verità su quel delitto che le più recenti ricostruzioni giudiziarie considerano l’alfa della stagione delle stragi. A quasi 34 anni da quel 9 agosto 1991, quando il giudice Antonino Scopelliti fu assassinato nella sua auto a Piale, nei pressi di Villa San Giovanni, in Calabria, la polizia torna sul luogo del delitto per nuovi rilievi scientifici. Per gli accertamenti, gli specialisti sono arrivati da Roma e da ore lavorano attorno all’auto del giudice, una Bmw 218, che è stata riportata sul luogo dell’attentato per verificare in concreto proiezioni, calcoli e proiezioni in 3D che sulla carta tornano. L’ultima svolta di un’inchiesta, che il procuratore facente funzioni della Dda Reggio Calabria Giuseppe Lombardo ha iniziato da pm e con determinazione negli anni non ha mai mollato, arriva grazie al lavoro sviluppato sull’arma sequestrata nel 2018 su indicazione del pentito Maurizio Avola, collaboratore assai controverso, che di certo ha mentito su molte cose – e ancora non ha spiegato perché o per chi – ma nel suo racconto ha dovuto mischiare verità e bugie. L’indicazione sul fucile - una doppietta Arrizabalà calibro 12 di fabbricazione spagnola, riprodotta fedelmente dalla Beretta e oggi usata per le prove tecniche – sembra essere fra quelle corrette. Lo dicono documenti e accertamenti balistici sull’arma che per il pentito è stata usata per quell’agguato. In un certo senso, quell’arma è stata un errore e una firma. Quella doppietta – hanno raccontato i rilievi – era prodotta dalla ditta spagnola “Zabala Hermanos”. Si tratta di un fucile da caccia con mirino di precisione, ancora consigliato sui forum di appassionati per la caccia alle beccacce. Le canne sono state però modificate. Di fabbrica misurano sessantasei centimetri, quelle dell’arma rinvenuta nel 2018 “circa 47 cm”, segno che sono state accorciate. Una pratica assai spesso utilizzata dagli armieri dei clan per allargare la rosata di sparo o rendere l’arma più facile da nascondere o gestire durante un agguato. In quello in cui il giudice è stato ucciso, due sicari hanno affiancato l’auto e presumibilmente quello seduto dietro ha sparato. Era il 9 agosto del 1991. Il giudice tornava alla casa di famiglia dopo una giornata trascorsa al mare. Stava preparando l’accusa per il maxiprocesso in Cassazione contro i Corleonesi, quelle ore in spiaggia erano la sua quotidiana boccata d’aria. Non era scortato, non aveva alcun tipo di protezione. Alle 17.21, mentre percorreva la stretta strada, tutta tornanti, che collega la frazione Ferrito di Villa San Giovanni a Piale di Campo Calabro (Reggio Calabria) i sicari lo hanno sorpreso. L’auto del giudice è finita in un fosso fra gli ulivi e lì è stata ricollocata dagli uomini della scientifica. Sulla strada c’è anche una moto di grossa cilindrata uguale a quella usata per il delitto, un'Honda Gold Wing, che si differenzia da quella dei killer solo nel colore, bianca anzichè amaranto. È lo stesso modello trovato dagli investigatori sulla scena del crimine quella sera di agosto di 34 anni fa. È iniziata da lì un’indagine storta, mozza, sfociata in due processi che alla sbarra hanno portato l’élite di Cosa Nostra, senza mai arrivare a una condanna. L’ipotesi principale è che quel delitto sia stato un “favore” chiesto dalle cosche siciliane ai clan calabresi, tuttavia nelle prime fasi di indagini, è misteriosamente andato perso per poi riemergere solo a processo un dato fondamentale: per quell’omicidio è arrivata una rivendicazione di Falange Armata, la sigla – hanno ormai accertato altre inchieste e procedimenti – servita a rivendicare omicidi, bombe e stragi che hanno insanguinato l’Italia fra il 91 e il 94. Una lunga scia di sangue che va dal brutale assassinio dell’educatore carcerario Umberto Mormile, freddato a Milano dal clan Papalia per aver scoperto i rapporti fra il boss don Mico e i servizi, ai tre attentati calabresi contro i carabinieri, con in mezzo le bombe della stagione degli attentati continentali. Delitti che portano la firma tanto di Cosa Nostra come della ‘Ndrangheta, ma incomprensibilmente per l’omicidio del giudice, non è mai stato portato un calabrese a processo. Eppure, per dinamiche mafiose ormai accertate, è inverosimile. Soprattutto in quel momento storico. A Reggio Calabria ci si avviava verso la fine della seconda sanguinosa guerra di ‘ndrangheta, conflitto fratricida da 800 morti ammazzati in cinque anni, chiuso, ha detto il pentito Giacomo Ubaldo Lauro, uno dei primi collaboratori della storia dei clan calabresi, “con una pace che pace non è”. Impossibile che i siciliani intervenissero senza chiedere permesso. Anche perché, ha raccontato un altro pentito, Salvatore Annacondia, potrebbe esserci stato un summit per discutere di quell’omicidio. Risale a qualche mese prima, è convocato nella casa- fortino dello storico clan dei Tegano, frequentata spesso non solo da uomini di rango dei clan calabresi, ma anche da emissari dei Santapaola. Improvvisamente viene interrotto da un blitz di cui non si trova traccia. E’ della Criminalpol all’epoca diretta da Mario Blasco. Il primo investigatore a arrivare sulla scena dopo l’omicidio Scopelliti. Solo nel 2019,per l’omicidio del giudice Scopelliti il procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo ha iscritto sul registro degli indagati 17 persone. E per la prima volta in elenco sono comparsi anche i calabresi: Giuseppe Piromalli, Giovanni e Paquale Tegano, Antonino Pesce, Giorgio De Stefano, Vincenzo Zito, Pasquale e Vincenzo Bertuca, Santo Araniti e Gino Molinetti. Insieme, quasi totale rappresentanza dei vertici della ‘Ndrangheta visibile, più almeno due elementi della componente riservata dei clan calabresi. Una cupola senza capi, un organismo collegiale e sconosciuto ai ranghi bassi dell’organizzazione, l’unico in grado di discutere con i “cugini siciliani” un affare delicato come l’omicidio di un giudice.

mercoledì 19 marzo 2025

 

paragon spyware spionaggio hacker software francesco cancellato luca casarini

IL CASO PARAGON SI INGROSSA: I DISPOSITIVI INFETTATI CON IL SOFTWARE DI SPIONAGGIO GRAPHITE SAREBBERO MOLTI DI PIÙ DI QUANTO EMERSO FINORA – UNO DEI RICERCATORI DEL “CITIZEN LAB”, IL GRUPPO DI RICERCA CHE SI OCCUPA DI SICUREZZA INFORMATICA, RIVELA: “QUELLO INDIVIDUATO DA WHATSAPP È SOLO 

UNO DEI MODI IN CUI LO SPYWARE VIENE INSERITO NEI DISPOSITIVI. C’È QUASI SICURAMENTE UN NUMERO MAGGIORE DI CASI, CHE NON HANNO RICEVUTO UNA NOTIFICA” – I RAPPRESENTANTI DI “META” IN ITALIA SENTITI PER TRE ORE AL COPASIR – IL PROGRAMMA PUÒ ESSERE USATO SOLO DA ENTI GOVERNATIVI: TRA LE VITTIME ACCLARATE C’ERANO ATTIVISTI DI MEDITERRANEA SAVING HUMANS, L’EX NO GLOBAL LUCA CASARINI E IL DIRETTORE DI FANPAGE, FRANCESCO CANCELLATO…

1. CASO PARAGON, RAPPRESENTANTI DI META PER 3 ORE DAL COPASIR

spyware computer

(ANSA) - Lunga audizione al Copasir per due rappresentanti di Meta in Italia, chiamati a riferire sul caso Paragon, oggetto di approfondimento da parte del Comitato. I due sono stati ascoltati per circa tre ore ed hanno risposto alle domande dei membri dell'organismo parlamentare.

 

Era stata proprio Meta, nel gennaio scorso, ad informare alcuni utenti di Whatsapp (una novantina in circa 20 Paesi, di cui 7 in Italia, a quanto emerso) che i loro telefonini erano stati infettati con lo spyware Graphite dell'azienda Paragon Solutions, creata in Israele ed acquisita nel dicemebre scorso da un fondo americano.

 

2. CASO PARAGON, META SENTITO AL COPASIR “ALTRI DISPOSITIVI INFETTI, ANCHE IN ITALIA”

Estratto dal “Fatto quotidiano”

 

spyware Paragon

Sarebbero di più delle 90 emerse finora, di cui sette in Italia, le persone messe sotto controllo dallo spyware Paragon.

 

A dirlo, qualche giorno fa, John Scott-Railton, uno dei ricercatori di The Citizen Lab in un incontro al Parlamento europeo di Strasburgo: “Riteniamo che quello individuato da WhatsApp rappresenti solo uno dei modi in cui lo spyware di Paragon viene inserito nei dispositivi – ha detto – e c’è quasi certamente un numero maggiore di casi in Italia e altrove che non hanno ricevuto una notifica perché il metodo attraverso il quale quello spyware è stato inserito nel dispositivo è diverso e quindi potrebbe non essere stato visto da WhatsApp”.

 

GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI

Ieri, si è anche tenuta una lunga audizione al Copasir per due rappresentanti di Meta in Italia, chiamati a riferire proprio sul caso Paragon. I due sono stati ascoltati per circa tre ore. Sul tema c’è massimo riserbo, è delicato per la sicurezza nazionale.

 

L’intelligence italiana si avvaleva infatti dello spyware Graphite prodotto da Paragon Solutions e quando si è saputo che tra le vittime italiane del virus installato tramite Whatsapp c’erano attivisti di Mediterranea Saving Humans e il direttore di Fanpage, Francesco Cancellato, l’uso di Graphite è stato sospeso.

 

francesco cancellato

I responsabili dei servizi hanno assicurato che l’utilizzo di Graphite è avvenuto entro i confini previsti dalla legge. Ieri, intanto, i rappresentanti di Meta hanno ricostruito davanti al Comitato i passi fatti dell’azienda che ha scoperto la campagna hacker svolta col software di Paragon tramite i controlli e gli alert che segnalano le intrusioni.

 

È stata proprio Whatsapp ad avvisare le vittime che i loro telefonini erano stati infettati dal virus zero click, che l’azienda vende esclusivamente a entità governative, e a notificare a Paragon un cease and desist, una diffida a interrompere l’attività ritenuta illegale. […]

bruxelles spionaggiospionaggio russofrancesco cancellatospyware computerspionaggio usaspionaggio

LO SPIONAGGIO SUI GIORNALISTI - VIGNETTA BY ELLEKAPPA

lunedì 10 marzo 2025

 

carmine gallo

QUANTE OMBRE SULLA MORTE DI CARMINE GALLO! IL CAPO DI EQUALIZE AI DOMICILIARI E' SCOMPARSO A 66 ANNI, UFFICIALMENTE PER UN INFARTO FULMINANTE: ERA IN BUONA SALUTE E STAVA PREPARANDO UN MEMORIALE - UN DECESSO CHE DEVE AVER FATTO TIRARE UN SOSPIRO DI SOLLIEVO A TANTI: SE PARLAVA LUI, IN MOLTI SAREBBERO FINITI NEI GUAI - GLI INQUIRENTI HANNO DISPOSTO L’AUTOPSIA, SEQUESTRATO I FARMACI IN CASA, GLI AVANZI DELLA CENA DI SABATO SERA E IL CELLULARE DELLA MOGLIE - DOPO UNA CARRIERA DA SUPERPOLIZIOTTO, GALLO ERA PASSATO A GUIDARE L’AGENZIA INVESTIGATIVA EQUALIZE, AL CENTRO DI UN’INCHIESTA DELLA PROCURA DI MILANO: PER I PM ERA LUI “IL DOMINUS” DELLA SOCIETÀ DI PRODUZIONE DI DOSSIERAGGI ILLEGALI, ASSIEME A ENRICO PAZZALI – NELL’ARCHIVIO SEGRETO DELL’EX SUPER POLIZIOTTO CARMINE GALLO C’ERA DI TUTTO: INFORMAZIONI SU MAFIOSI, SU BERLUSCONI, INCLUSO UN PRESUNTO “VIDEO DI RUBY”, DESCRITTO COME UN “POTENTE STRUMENTO DI RICATTO”. MA ANCHE “PARTI DELL’ARCHIVIO DI ANDREOTTI”

Ilaria Carra per repubblica.it - Estratti

carmine gallo

L’ipotesi finora senza ombre è che sia stata una morte naturale. Un infarto fulminante, pare. Ma visto lo spessore, passato e attuale, dell’uomo, la linea degli inquirenti è di non lasciar nulla di inesplorato nel chiarire la fine di Carmine Gallo, l’ex superpoliziotto di 66 anni che ieri mattina non si è più rialzato dal letto nella sua casa a Garbagnate Milanese dove dal 25 ottobre scorso scontava gli arresti domiciliari con l’accusa di associazione a delinquere, accesso abusivo a sistemi informatici e altri reati.

 

Dopo una carriera al servizio dello Stato, era passato a guidare l’agenzia investigativa Equalize, al centro di un’inchiesta della procura di Milano: per i pm era lui “il dominus” della società di produzione di dossieraggi illegali, assieme a Enrico Pazzali, autosospesosi da presidente della Fondazione Fiera Milano dopo l’inchiesta.

 

Era noto Gallo, anche nel quartiere. Sotto casa sua, in via Paolo Borsellino, per tutto il giorno ci sono parenti, amici ed ex colleghi di polizia, increduli davanti alla sua scomparsa, “uno che ha fatto tanti favori a tutti, sempre disponibile”.

 

carmine gallo

Ad alcuni aveva confidato che stava preparando un libro con memorie e aneddoti della sua vita. Come, quello, tra i più leggeri, dell’impermeabile prestato a una Patrizia Reggiani infreddolita durante il caso Gucci, che non ha mai più riavuto. “Se parlava lui, in tanti dovevano avere paura...”, azzarda qualcuno.

 

La vicenda è seguita dal procuratore capo di Milano Marcello Viola, con la pm di turno Giancarla Serafini e il pm titolare dell’inchiesta sugli hacker Francesco De Tommasi. Oggi sarà aperto un fascicolo, senza ipotesi di reato né indagati, funzionale a svolgere l’autopsia e altri esami, tra cui i tossicologici, per accertare le cause della morte. L’orientamento degli inquirenti è di raccogliere ogni elemento utile. Anche per questo sono stati sequestrati i farmaci in casa e del cibo, in particolare gli avanzi della cena di sabato sera. E il cellulare della moglie Lucrezia, per approfondire gli ultimi contatti.

 

Al lavoro ci sono il nucleo investigativo e il Ros dei carabinieri, che hanno chiesto alla moglie se avesse notato stranezze ultimamente, ma lo ha escluso. Chi ha avuto contatti con lei dice che non riesce nemmeno a parlare: ha vissuto sempre accanto al marito, ha cresciuto i tre figli, una femmina e due maschi, di cui uno in polizia. 

 

(...)

samuele calamucci enrico pazzali carmine gallo foto today.it

Secondo famigliari e amici, Gallo era in buona salute. Tre settimane fa era stato operato di ernia ma, dicono, si fosse ripreso. Era uno sportivo, faceva il tapis roulant due volte al giorno, prima dei domiciliari faceva jogging, anche con un’associazione di atletica. “Troppa pressione negli ultimi mesi, si sentiva in gabbia”, si sfoga un parente sotto casa dove tiene banco l’inchiesta contro “un servitore dello Stato”.

Sarebbe stato libero ad aprile, Gallo, scaduti i termini della sua custodia cautelare. A meno che il 19 marzo il Tribunale del riesame non avesse accettato la richiesta della procura che per lui aveva chiesto il carcere. Invece ci sono un lutto e un’inchiesta senza più il principale indagato ma con i suoi verbali.

 

 

CARMINE GALLO

Fabrizio Gatti per today.it - Estratti

carmine gallo

La morte improvvisa dell'ex poliziotto Carmine Gallo, 67 anni, non riguarda soltanto un uomo, un padre, un marito. Tocca anche tutti noi cittadini: sottrae infatti un testimone fondamentale ad almeno tre indagini sulla trasparenza della democrazia italiana.

 

La terza, soprattutto, è la più delicata: quella sull'omicidio dell'educatore del ministero della Giustizia, Umberto Mormile, in cui Gallo sarebbe potuto entrare come persona informata sui fatti (non come indagato). L'obiettivo: documentare le trattative nelle carceri tra boss della 'ndrangheta e agenti del Sisde, come si chiamava il servizio segreto interno fino al 2007. Incontri segreti che, secondo una sentenza diventata irrevocabile lo scorso anno, sono il motivo dell'omicidio del dipendente del ministero. Ed è un delitto fondamentale nella storia italiana: perché è il primo rivendicato con la sigla “Falange armata”. Ecco i dettagli.

 

Le domande che resteranno senza risposta

I primi due fascicoli giudiziari sono quelli di cui si parla di più: l'inchiesta di Milano sulla presunta agenzia di spionaggio Equalize, di cui Gallo era amministratore delegato e fino a oggi principale indagato agli arresti domiciliari; l'altra è l'indagine di Roma su Squadra Fiore, la presunta rete clandestina di dipendenti delle istituzioni rivelata a Today.it da Samuele Calamucci, indagato agli arresti domiciliari con Gallo e suo hacker di riferimento, nell'agenzia Equalize, per l'acquisizione di notizie riservate dalle banche dati dello Stato. Questo almeno secondo le indagini dei carabinieri, coordinate dal pubblico ministero Francesco De Tommasi e dal procuratore milanese, Marcello Viola.

carmine gallo

 

L'attività di queste due agenzie, Equalize e Squadra Fiore, avrebbe potuto condizionare l'economia italiana e quindi le quotazioni di Borsa attraverso la diffusione di dossier con notizie vere ma riservate, oppure false, oppure verosimili. Con il condimento, nelle relazioni degli indagati, di agenti israeliani del Mossad, americani della Cia, italianissimi di Aisi e Aise, le nostre due agenzie di intelligence che dipendono dalla Presidenza del consiglio.

 

(…)

 

La terza inchiesta è invece molto più sensibile e sembra uscita dalle serie tv di Sky “1992” e “1993”. Riguarda l'omicidio dell'educatore del ministero della Giustizia in servizio al carcere di Opera, Umberto Mormile, assassinato a 37 anni l'11 aprile 1990 alle porte di Milano. Ed è in questo processo che Carmine Gallo (foto sopra) sarebbe potuto entrare come supertestimone. Non come indagato.

 

 

Proprio mercoledì 12 marzo 2025, ore 9.30, nell'aula della Corte d'assise d'appello, comincia il secondo grado del processo contro uno dei due imputati condannati per concorso nell'omicidio. Si chiama Salvatore Pace ed è un ex boss della 'ndrangheta in Lombardia: diventato poi collaboratore, a distanza di decenni dall'arresto, Carmine Gallo pur da ex poliziotto continuava a seguirlo personalmente. Lo rivela l'inchiesta sull'agenzia di spionaggio Equalize. A novembre 2023 Gallo contatta infatti un questore dell'Italia centrale “per ottenere la facile emissione del passaporto a Pace …, figlia di Pace Salvatore”.

marco malerba giuliano schiano giulio cornelli samuele calamucci massimiliano camponovo carmine gallo

 

Non solo. Anche l'avvocato che ha difeso l'ex boss nel processo di primo grado e lo difenderà in appello, Salvatore Verdoliva, è un professionista molto vicino a Carmine Gallo: tanto da eleggere domicilio legale per l'omicidio Mormile nell'ufficio di Gallo, essere l'avvocato di fiducia dell'agenzia di spionaggio Equalize ed essere il numero 3 nell'elenco dei 51 indagati.

 

 

Verdoliva è accusato di rivelazione e utilizzazione di segreti d'ufficio e interferenze illecite nella vita privata, in concorso con Carmine Gallo, Samuele Calamucci e altri presunti complici. I carabinieri hanno inoltre documentato che, almeno in un caso, l'attività professionale dell'avvocato Verdoliva, a favore di un poliziotto sotto processo, gli sarebbe stata pagata proprio da Gallo.

 

NUNZIO SAMUELE CALAMUCCI CON CARMINE GALLO E I 'RAGAZZI' AL LAVORO AL QUARTIER GENERALE DI EQUALIZE

Salvatore Pace, l'imputato per l'omicidio di Umberto Mormile, ha ammesso la sua partecipazione a distanza di anni dai fatti. Un primo processo aveva condannato i killer Antonio Schettini e Antonino Cuzzola, i boss Antonio Papalia e Franco Coco Trovato. Ma in quell'occasione Mormile venne ucciso una seconda volta: secondo la ricostruzione in aula, l'educatore del carcere di Opera sarebbe stato un corrotto, avrebbe incassato 30 milioni di lire, ma non avrebbe reso i favori promessi ai Papalia. E per punizione, stando a questa falsa versione, era stato assassinato.

 

 

 

 

CARMINE GALLOSAMUELE CALAMUCCI E CARMINE GALLOCARMINE GALLOcarmine galloCARMINE GALLOCARMINE GALLOcarmine galloCARMINE GALLOCarmine Gallo al tribunale di milano

sabato 1 marzo 2025

 

zelensky trump jd vance

E’ STATO IL VICEPRESIDENTE JD VANCE A PORTARE ALLA ROTTURA L’INCONTRO TRA TRUMP E ZELENSKY NELLO STUDIO OVALE - QUANDO ZELENSKY GLI HA CHIESTO SE FOSSE MAI STATO IN UCRAINA E VANCE HA REPLICATO CHE GLI UCRAINI FANNO “TOUR DI PROPAGANDA” PER I VISITATORI, IL LEADER DI KIEV HA TIRATO UN BESTEMMIONE IN UCRAINO. E POI HA AMMONITO: “AVETE UN BELL’OCEANO E NON SENTITE GLI EFFETTI, MA LI SENTIRETE IN FUTURO” - A QUEL PUNTO TRUMP È SBOTTATO: “NON SEI IN UNA POSIZIONE TALE DA POTERCI DIRE COSA SENTIREMO”. VANCE HA RINFACCIATO IL RAPPORTO TRA ZELENSKY E BIDEN: “SEI ANDATO IN PENNSYLVANIA A FARE CAMPAGNA ELETTORALE PER L’OPPOSIZIONE A OTTOBRE… NON HAI DETTO GRAZIE NEANCHE UNA VOLTA PER L’INTERO INCONTRO” - LA TRASCRIZIONE DEL COLLOQUIO TRA TRUMP, JD VANCE E ZELENSKY - VIDEO

 

Estratto dell’articolo di Viviana Mazza per il “Corriere della Sera”

 

Il botta e risposta

volodymyr zelensky donald trump e jd vance - studio ovale

L’intervento di Vance ha portato al punto di rottura. Il vicepresidente ha rimproverato Zelensky per aver contraddetto Trump e «attaccato l’amministrazione che sta cercando di evitare la distruzione del suo Paese». Il battibecco tra l’ucraino con le braccia incrociate e l’americano che puntava il dito è continuato per diversi minuti. Trump stava a guardare.

 

Quando Zelensky gli ha chiesto se sia mai stato in Ucraina e Vance ha replicato che loro fanno «tour di propaganda» per i visitatori, il leader di Kiev è parso imprecare in ucraino. E poi ha ammonito: «Avete un bell’oceano e non sentite gli effetti, ma li sentirete in futuro».

volodymyr zelensky donald trump e jd vance - studio ovale

 

A quel punto Trump è sbottato: «Non sei in una posizione tale da poterci dire cosa sentiremo». Vance ha incalzato: «Sei andato in Pennsylvania a fare campagna elettorale per l’opposizione a ottobre… Non hai detto grazie neanche una volta per l’intero incontro». «Hai parlato abbastanza — ha concluso Trump —. Non stai vincendo. Devi essere grato. Non hai le carte senza di noi. Stai giocando con la Terza guerra mondiale, quello che stai facendo è una mancanza di rispetto al Paese che ti ha appoggiato». L’ambasciatrice ucraina Oksana Markarova scuoteva il capo, con la mano sul volto.

volodymyr zelensky donald trump e jd vance - studio ovale

 

Una reporter ha chiesto: «E se la Russia rompe il cessate il fuoco?» Trump ha tagliato corto: «E se una bomba ti cade sulla testa?». Ha ripetuto che Putin non rispettava Biden né Obama, ma rispetta lui: «Ha passato l’inferno con me, una caccia alle streghe (il Russiagate ndr).Il problema è che ti ho dato il potere di fare il duro — ha detto rivolto Zelensky — Il tuo popolo è coraggioso ma o fai un accordo oppure siamo fuori».

 

E poi ha concluso che l’intera scena sarebbe stata «grandiosa» in televisione. In serata, lasciando la Casa Bianca per Mar-a-Lago ha insistito per un «cessate il fuoco immediato» mentre Zelensky in tv ha affermato di non dovere delle scuse a Trump. Ma alla fine, alla domanda se il rapporto con il presidente Usa possa essere recuperato, il leader ucraino ha risposto: «Sì, certo... è molto importante e siamo grati, ci dispiace per questo».

 

VANCE ALZA LA VOCE E SCATENA LA LITE: «NON CI RISPETTI CI HAI MAI DETTO UNA VOLTA GRAZIE?»

Di seguito la trascrizione del colloquio tra Donald Trump, il suo vice JD Vance e Volodymyr Zelensky, dal momento in cui si è alterato.

 

DONALD TRUMP INCONTRA VOLODYMYR ZELENSKY ALLA CASA BIANCA - MEME BY VUKIC

Dal “Corriere della Sera”

 

JD Vance: «Per quattro anni gli Stati Uniti hanno avuto un presidente che alle conferenze stampa parlava di Putin da duro. E Putin ha invaso l’Ucraina e ne ha distrutto un bel pezzo. [...] Abbiamo provato a fare come Joe Biden, facendo la voce grossa come se le parole del presidente avessero un peso maggiore delle azioni del presidente. [Ma...] la bontà delle intenzioni dell’America sta nell’approccio diplomatico, ed è quello che il presidente Trump sta cercando di portare avanti».

 

Zelensky chiede di fare una domanda e parla dell’invasione russa della Crimea.

Vance: «Tu vieni per parlare di questo davanti ai giornalisti americani, mi sembra una grave mancanza di rispetto. Dovresti ringraziare il presidente per averti invitato».

Zelensky: «Ma siete mai stati in Ucraina? Avete toccato con mano le difficoltà che stiamo attraversando? Venite al più presto».

Vance: «Ho visto e ascoltato le storie e so che tu inviti i tuoi ospiti per portarli a fare un giro di propaganda».

SCONTRO TRA TRUMP E ZELENSKY NELLO STUDIO OVALE - Reazione della ambasciatrice Ucraina a Washington

Zelensky: «Signor presidente...».

 

Vance: «È vero o non è vero che hai difficoltà a reclutare combattenti? Credi che sia segno di rispetto venire nello Studio Ovale degli Stati Uniti d’America a criticare il governo che si sta sforzando di impedire la distruzione del tuo Paese?».

Zelensky: «Tutti abbiamo problemi, anche voi. Ma voi potete contare su un bell’oceano e ora non ve ne accorgete.

Ma ve ne accorgerete in futuro».

 

Trump: «Come fai a esserne certo?

Non venire a dire a noi di cosa dovremmo accorgerci. Noi stiamo facendo di tutto per risolvere un problema».

I tre iniziano a interrompersi a vicenda. Trump: «Noi [in futuro] saremo in ottima forma, voi in questo momento non lo siete. Vi siete lasciati trascinare in una brutta situazione. Stai giocando con la vita di milioni di persone. Stai giocando con la Terza guerra mondiale, e ciò che stai facendo è profondamente irrispettoso per questo Paese, un Paese che vi ha sostenuti molto più di quanto sarebbe stato opportuno».

volodymyr zelensky donald trump e jd vance - studio ovale

Vance: «Ci hai detto grazie una sola volta in tutto questo incontro?».

Zelensky: «Più di una volta».

 

Di nuovo, le voci si accavallano.

Zelensky, rivolto a Vance: «Tu credi che basti alzare la voce per...».

Trump: «Non sta alzando la voce. Il tuo Paese, invece... È in un grosso guaio.

Aspetta un attimo, no, no, hai parlato abbastanza. Il tuo Paese è in un grosso guaio».

Zelensky: «Lo so».

Trump: «Voi non state vincendo. Non state vincendo questa guerra. Avete una buona probabilità di uscirne bene, grazie al nostro aiuto. Dovete ringraziarci, ma voi in questo conflitto non avete futuro. Siete allo stremo. I vostri cittadini stanno morendo. Siete a corto di soldati.

Ascoltami, sei a corto di effettivi militari».

 

volodymyr zelensky donald trump e jd vance - studio ovale

Trump è paonazzo in viso. I giornalisti si tengono in disparte durante questo scambio. Un reporter solleva un’ultima domanda. «Che succede se la Russia viola la tregua?».

Trump: «Che succede? E se una bomba vi casca in testa in questo preciso istante? Beh... non lo so. L’hanno violata con Biden, perché con Biden, si sa, non lo rispettavano. Non rispettavano nemmeno Obama. Invece rispettano me. Lasciate che ve lo dica, Putin se l’è vista brutta con me. È stato sottoposto a una caccia alle streghe e l’hanno strumentalizzato, lui e la Russia, la Russia, la Russia. Credo che sia stato detto abbastanza». ( traduzione di Rita Baldassarre ).