giovedì 19 giugno 2025
venerdì 13 giugno 2025
martedì 8 aprile 2025
mercoledì 19 marzo 2025

IL CASO PARAGON SI INGROSSA: I DISPOSITIVI INFETTATI CON IL SOFTWARE DI SPIONAGGIO GRAPHITE SAREBBERO MOLTI DI PIÙ DI QUANTO EMERSO FINORA – UNO DEI RICERCATORI DEL “CITIZEN LAB”, IL GRUPPO DI RICERCA CHE SI OCCUPA DI SICUREZZA INFORMATICA, RIVELA: “QUELLO INDIVIDUATO DA WHATSAPP È SOLO
UNO DEI MODI IN CUI LO SPYWARE VIENE INSERITO NEI DISPOSITIVI. C’È QUASI SICURAMENTE UN NUMERO MAGGIORE DI CASI, CHE NON HANNO RICEVUTO UNA NOTIFICA” – I RAPPRESENTANTI DI “META” IN ITALIA SENTITI PER TRE ORE AL COPASIR – IL PROGRAMMA PUÒ ESSERE USATO SOLO DA ENTI GOVERNATIVI: TRA LE VITTIME ACCLARATE C’ERANO ATTIVISTI DI MEDITERRANEA SAVING HUMANS, L’EX NO GLOBAL LUCA CASARINI E IL DIRETTORE DI FANPAGE, FRANCESCO CANCELLATO…
1. CASO PARAGON, RAPPRESENTANTI DI META PER 3 ORE DAL COPASIR
(ANSA) - Lunga audizione al Copasir per due rappresentanti di Meta in Italia, chiamati a riferire sul caso Paragon, oggetto di approfondimento da parte del Comitato. I due sono stati ascoltati per circa tre ore ed hanno risposto alle domande dei membri dell'organismo parlamentare.
Era stata proprio Meta, nel gennaio scorso, ad informare alcuni utenti di Whatsapp (una novantina in circa 20 Paesi, di cui 7 in Italia, a quanto emerso) che i loro telefonini erano stati infettati con lo spyware Graphite dell'azienda Paragon Solutions, creata in Israele ed acquisita nel dicemebre scorso da un fondo americano.
2. CASO PARAGON, META SENTITO AL COPASIR “ALTRI DISPOSITIVI INFETTI, ANCHE IN ITALIA”
Estratto dal “Fatto quotidiano”
Sarebbero di più delle 90 emerse finora, di cui sette in Italia, le persone messe sotto controllo dallo spyware Paragon.
A dirlo, qualche giorno fa, John Scott-Railton, uno dei ricercatori di The Citizen Lab in un incontro al Parlamento europeo di Strasburgo: “Riteniamo che quello individuato da WhatsApp rappresenti solo uno dei modi in cui lo spyware di Paragon viene inserito nei dispositivi – ha detto – e c’è quasi certamente un numero maggiore di casi in Italia e altrove che non hanno ricevuto una notifica perché il metodo attraverso il quale quello spyware è stato inserito nel dispositivo è diverso e quindi potrebbe non essere stato visto da WhatsApp”.
GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI
Ieri, si è anche tenuta una lunga audizione al Copasir per due rappresentanti di Meta in Italia, chiamati a riferire proprio sul caso Paragon. I due sono stati ascoltati per circa tre ore. Sul tema c’è massimo riserbo, è delicato per la sicurezza nazionale.
L’intelligence italiana si avvaleva infatti dello spyware Graphite prodotto da Paragon Solutions e quando si è saputo che tra le vittime italiane del virus installato tramite Whatsapp c’erano attivisti di Mediterranea Saving Humans e il direttore di Fanpage, Francesco Cancellato, l’uso di Graphite è stato sospeso.
I responsabili dei servizi hanno assicurato che l’utilizzo di Graphite è avvenuto entro i confini previsti dalla legge. Ieri, intanto, i rappresentanti di Meta hanno ricostruito davanti al Comitato i passi fatti dell’azienda che ha scoperto la campagna hacker svolta col software di Paragon tramite i controlli e gli alert che segnalano le intrusioni.
È stata proprio Whatsapp ad avvisare le vittime che i loro telefonini erano stati infettati dal virus zero click, che l’azienda vende esclusivamente a entità governative, e a notificare a Paragon un cease and desist, una diffida a interrompere l’attività ritenuta illegale. […]
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lunedì 10 marzo 2025

QUANTE OMBRE SULLA MORTE DI CARMINE GALLO! IL CAPO DI EQUALIZE AI DOMICILIARI E' SCOMPARSO A 66 ANNI, UFFICIALMENTE PER UN INFARTO FULMINANTE: ERA IN BUONA SALUTE E STAVA PREPARANDO UN MEMORIALE - UN DECESSO CHE DEVE AVER FATTO TIRARE UN SOSPIRO DI SOLLIEVO A TANTI: SE PARLAVA LUI, IN MOLTI SAREBBERO FINITI NEI GUAI - GLI INQUIRENTI HANNO DISPOSTO L’AUTOPSIA, SEQUESTRATO I FARMACI IN CASA, GLI AVANZI DELLA CENA DI SABATO SERA E IL CELLULARE DELLA MOGLIE - DOPO UNA CARRIERA DA SUPERPOLIZIOTTO, GALLO ERA PASSATO A GUIDARE L’AGENZIA INVESTIGATIVA EQUALIZE, AL CENTRO DI UN’INCHIESTA DELLA PROCURA DI MILANO: PER I PM ERA LUI “IL DOMINUS” DELLA SOCIETÀ DI PRODUZIONE DI DOSSIERAGGI ILLEGALI, ASSIEME A ENRICO PAZZALI – NELL’ARCHIVIO SEGRETO DELL’EX SUPER POLIZIOTTO CARMINE GALLO C’ERA DI TUTTO: INFORMAZIONI SU MAFIOSI, SU BERLUSCONI, INCLUSO UN PRESUNTO “VIDEO DI RUBY”, DESCRITTO COME UN “POTENTE STRUMENTO DI RICATTO”. MA ANCHE “PARTI DELL’ARCHIVIO DI ANDREOTTI”
Ilaria Carra per repubblica.it - Estratti
L’ipotesi finora senza ombre è che sia stata una morte naturale. Un infarto fulminante, pare. Ma visto lo spessore, passato e attuale, dell’uomo, la linea degli inquirenti è di non lasciar nulla di inesplorato nel chiarire la fine di Carmine Gallo, l’ex superpoliziotto di 66 anni che ieri mattina non si è più rialzato dal letto nella sua casa a Garbagnate Milanese dove dal 25 ottobre scorso scontava gli arresti domiciliari con l’accusa di associazione a delinquere, accesso abusivo a sistemi informatici e altri reati.
Dopo una carriera al servizio dello Stato, era passato a guidare l’agenzia investigativa Equalize, al centro di un’inchiesta della procura di Milano: per i pm era lui “il dominus” della società di produzione di dossieraggi illegali, assieme a Enrico Pazzali, autosospesosi da presidente della Fondazione Fiera Milano dopo l’inchiesta.
Era noto Gallo, anche nel quartiere. Sotto casa sua, in via Paolo Borsellino, per tutto il giorno ci sono parenti, amici ed ex colleghi di polizia, increduli davanti alla sua scomparsa, “uno che ha fatto tanti favori a tutti, sempre disponibile”.
Ad alcuni aveva confidato che stava preparando un libro con memorie e aneddoti della sua vita. Come, quello, tra i più leggeri, dell’impermeabile prestato a una Patrizia Reggiani infreddolita durante il caso Gucci, che non ha mai più riavuto. “Se parlava lui, in tanti dovevano avere paura...”, azzarda qualcuno.
La vicenda è seguita dal procuratore capo di Milano Marcello Viola, con la pm di turno Giancarla Serafini e il pm titolare dell’inchiesta sugli hacker Francesco De Tommasi. Oggi sarà aperto un fascicolo, senza ipotesi di reato né indagati, funzionale a svolgere l’autopsia e altri esami, tra cui i tossicologici, per accertare le cause della morte. L’orientamento degli inquirenti è di raccogliere ogni elemento utile. Anche per questo sono stati sequestrati i farmaci in casa e del cibo, in particolare gli avanzi della cena di sabato sera. E il cellulare della moglie Lucrezia, per approfondire gli ultimi contatti.
Al lavoro ci sono il nucleo investigativo e il Ros dei carabinieri, che hanno chiesto alla moglie se avesse notato stranezze ultimamente, ma lo ha escluso. Chi ha avuto contatti con lei dice che non riesce nemmeno a parlare: ha vissuto sempre accanto al marito, ha cresciuto i tre figli, una femmina e due maschi, di cui uno in polizia.
(...)
samuele calamucci enrico pazzali carmine gallo foto today.it
Secondo famigliari e amici, Gallo era in buona salute. Tre settimane fa era stato operato di ernia ma, dicono, si fosse ripreso. Era uno sportivo, faceva il tapis roulant due volte al giorno, prima dei domiciliari faceva jogging, anche con un’associazione di atletica. “Troppa pressione negli ultimi mesi, si sentiva in gabbia”, si sfoga un parente sotto casa dove tiene banco l’inchiesta contro “un servitore dello Stato”.
Sarebbe stato libero ad aprile, Gallo, scaduti i termini della sua custodia cautelare. A meno che il 19 marzo il Tribunale del riesame non avesse accettato la richiesta della procura che per lui aveva chiesto il carcere. Invece ci sono un lutto e un’inchiesta senza più il principale indagato ma con i suoi verbali.
CARMINE GALLO
Fabrizio Gatti per today.it - Estratti
La morte improvvisa dell'ex poliziotto Carmine Gallo, 67 anni, non riguarda soltanto un uomo, un padre, un marito. Tocca anche tutti noi cittadini: sottrae infatti un testimone fondamentale ad almeno tre indagini sulla trasparenza della democrazia italiana.
La terza, soprattutto, è la più delicata: quella sull'omicidio dell'educatore del ministero della Giustizia, Umberto Mormile, in cui Gallo sarebbe potuto entrare come persona informata sui fatti (non come indagato). L'obiettivo: documentare le trattative nelle carceri tra boss della 'ndrangheta e agenti del Sisde, come si chiamava il servizio segreto interno fino al 2007. Incontri segreti che, secondo una sentenza diventata irrevocabile lo scorso anno, sono il motivo dell'omicidio del dipendente del ministero. Ed è un delitto fondamentale nella storia italiana: perché è il primo rivendicato con la sigla “Falange armata”. Ecco i dettagli.
Le domande che resteranno senza risposta
I primi due fascicoli giudiziari sono quelli di cui si parla di più: l'inchiesta di Milano sulla presunta agenzia di spionaggio Equalize, di cui Gallo era amministratore delegato e fino a oggi principale indagato agli arresti domiciliari; l'altra è l'indagine di Roma su Squadra Fiore, la presunta rete clandestina di dipendenti delle istituzioni rivelata a Today.it da Samuele Calamucci, indagato agli arresti domiciliari con Gallo e suo hacker di riferimento, nell'agenzia Equalize, per l'acquisizione di notizie riservate dalle banche dati dello Stato. Questo almeno secondo le indagini dei carabinieri, coordinate dal pubblico ministero Francesco De Tommasi e dal procuratore milanese, Marcello Viola.
L'attività di queste due agenzie, Equalize e Squadra Fiore, avrebbe potuto condizionare l'economia italiana e quindi le quotazioni di Borsa attraverso la diffusione di dossier con notizie vere ma riservate, oppure false, oppure verosimili. Con il condimento, nelle relazioni degli indagati, di agenti israeliani del Mossad, americani della Cia, italianissimi di Aisi e Aise, le nostre due agenzie di intelligence che dipendono dalla Presidenza del consiglio.
(…)
La terza inchiesta è invece molto più sensibile e sembra uscita dalle serie tv di Sky “1992” e “1993”. Riguarda l'omicidio dell'educatore del ministero della Giustizia in servizio al carcere di Opera, Umberto Mormile, assassinato a 37 anni l'11 aprile 1990 alle porte di Milano. Ed è in questo processo che Carmine Gallo (foto sopra) sarebbe potuto entrare come supertestimone. Non come indagato.
Proprio mercoledì 12 marzo 2025, ore 9.30, nell'aula della Corte d'assise d'appello, comincia il secondo grado del processo contro uno dei due imputati condannati per concorso nell'omicidio. Si chiama Salvatore Pace ed è un ex boss della 'ndrangheta in Lombardia: diventato poi collaboratore, a distanza di decenni dall'arresto, Carmine Gallo pur da ex poliziotto continuava a seguirlo personalmente. Lo rivela l'inchiesta sull'agenzia di spionaggio Equalize. A novembre 2023 Gallo contatta infatti un questore dell'Italia centrale “per ottenere la facile emissione del passaporto a Pace …, figlia di Pace Salvatore”.
Non solo. Anche l'avvocato che ha difeso l'ex boss nel processo di primo grado e lo difenderà in appello, Salvatore Verdoliva, è un professionista molto vicino a Carmine Gallo: tanto da eleggere domicilio legale per l'omicidio Mormile nell'ufficio di Gallo, essere l'avvocato di fiducia dell'agenzia di spionaggio Equalize ed essere il numero 3 nell'elenco dei 51 indagati.
Verdoliva è accusato di rivelazione e utilizzazione di segreti d'ufficio e interferenze illecite nella vita privata, in concorso con Carmine Gallo, Samuele Calamucci e altri presunti complici. I carabinieri hanno inoltre documentato che, almeno in un caso, l'attività professionale dell'avvocato Verdoliva, a favore di un poliziotto sotto processo, gli sarebbe stata pagata proprio da Gallo.
NUNZIO SAMUELE CALAMUCCI CON CARMINE GALLO E I 'RAGAZZI' AL LAVORO AL QUARTIER GENERALE DI EQUALIZE
Salvatore Pace, l'imputato per l'omicidio di Umberto Mormile, ha ammesso la sua partecipazione a distanza di anni dai fatti. Un primo processo aveva condannato i killer Antonio Schettini e Antonino Cuzzola, i boss Antonio Papalia e Franco Coco Trovato. Ma in quell'occasione Mormile venne ucciso una seconda volta: secondo la ricostruzione in aula, l'educatore del carcere di Opera sarebbe stato un corrotto, avrebbe incassato 30 milioni di lire, ma non avrebbe reso i favori promessi ai Papalia. E per punizione, stando a questa falsa versione, era stato assassinato.
CARMINE GALLO
SAMUELE CALAMUCCI E CARMINE GALLO
CARMINE GALLO
carmine gallo
CARMINE GALLO
CARMINE GALLO
carmine gallo
CARMINE GALLO
Carmine Gallo al tribunale di milano
sabato 1 marzo 2025

E’ STATO IL VICEPRESIDENTE JD VANCE A PORTARE ALLA ROTTURA L’INCONTRO TRA TRUMP E ZELENSKY NELLO STUDIO OVALE - QUANDO ZELENSKY GLI HA CHIESTO SE FOSSE MAI STATO IN UCRAINA E VANCE HA REPLICATO CHE GLI UCRAINI FANNO “TOUR DI PROPAGANDA” PER I VISITATORI, IL LEADER DI KIEV HA TIRATO UN BESTEMMIONE IN UCRAINO. E POI HA AMMONITO: “AVETE UN BELL’OCEANO E NON SENTITE GLI EFFETTI, MA LI SENTIRETE IN FUTURO” - A QUEL PUNTO TRUMP È SBOTTATO: “NON SEI IN UNA POSIZIONE TALE DA POTERCI DIRE COSA SENTIREMO”. VANCE HA RINFACCIATO IL RAPPORTO TRA ZELENSKY E BIDEN: “SEI ANDATO IN PENNSYLVANIA A FARE CAMPAGNA ELETTORALE PER L’OPPOSIZIONE A OTTOBRE… NON HAI DETTO GRAZIE NEANCHE UNA VOLTA PER L’INTERO INCONTRO” - LA TRASCRIZIONE DEL COLLOQUIO TRA TRUMP, JD VANCE E ZELENSKY - VIDEO
Estratto dell’articolo di Viviana Mazza per il “Corriere della Sera”
Il botta e risposta
volodymyr zelensky donald trump e jd vance - studio ovale
L’intervento di Vance ha portato al punto di rottura. Il vicepresidente ha rimproverato Zelensky per aver contraddetto Trump e «attaccato l’amministrazione che sta cercando di evitare la distruzione del suo Paese». Il battibecco tra l’ucraino con le braccia incrociate e l’americano che puntava il dito è continuato per diversi minuti. Trump stava a guardare.
Quando Zelensky gli ha chiesto se sia mai stato in Ucraina e Vance ha replicato che loro fanno «tour di propaganda» per i visitatori, il leader di Kiev è parso imprecare in ucraino. E poi ha ammonito: «Avete un bell’oceano e non sentite gli effetti, ma li sentirete in futuro».
volodymyr zelensky donald trump e jd vance - studio ovale
A quel punto Trump è sbottato: «Non sei in una posizione tale da poterci dire cosa sentiremo». Vance ha incalzato: «Sei andato in Pennsylvania a fare campagna elettorale per l’opposizione a ottobre… Non hai detto grazie neanche una volta per l’intero incontro». «Hai parlato abbastanza — ha concluso Trump —. Non stai vincendo. Devi essere grato. Non hai le carte senza di noi. Stai giocando con la Terza guerra mondiale, quello che stai facendo è una mancanza di rispetto al Paese che ti ha appoggiato». L’ambasciatrice ucraina Oksana Markarova scuoteva il capo, con la mano sul volto.
volodymyr zelensky donald trump e jd vance - studio ovale
Una reporter ha chiesto: «E se la Russia rompe il cessate il fuoco?» Trump ha tagliato corto: «E se una bomba ti cade sulla testa?». Ha ripetuto che Putin non rispettava Biden né Obama, ma rispetta lui: «Ha passato l’inferno con me, una caccia alle streghe (il Russiagate ndr).Il problema è che ti ho dato il potere di fare il duro — ha detto rivolto Zelensky — Il tuo popolo è coraggioso ma o fai un accordo oppure siamo fuori».
E poi ha concluso che l’intera scena sarebbe stata «grandiosa» in televisione. In serata, lasciando la Casa Bianca per Mar-a-Lago ha insistito per un «cessate il fuoco immediato» mentre Zelensky in tv ha affermato di non dovere delle scuse a Trump. Ma alla fine, alla domanda se il rapporto con il presidente Usa possa essere recuperato, il leader ucraino ha risposto: «Sì, certo... è molto importante e siamo grati, ci dispiace per questo».
VANCE ALZA LA VOCE E SCATENA LA LITE: «NON CI RISPETTI CI HAI MAI DETTO UNA VOLTA GRAZIE?»
Di seguito la trascrizione del colloquio tra Donald Trump, il suo vice JD Vance e Volodymyr Zelensky, dal momento in cui si è alterato.
DONALD TRUMP INCONTRA VOLODYMYR ZELENSKY ALLA CASA BIANCA - MEME BY VUKIC
JD Vance: «Per quattro anni gli Stati Uniti hanno avuto un presidente che alle conferenze stampa parlava di Putin da duro. E Putin ha invaso l’Ucraina e ne ha distrutto un bel pezzo. [...] Abbiamo provato a fare come Joe Biden, facendo la voce grossa come se le parole del presidente avessero un peso maggiore delle azioni del presidente. [Ma...] la bontà delle intenzioni dell’America sta nell’approccio diplomatico, ed è quello che il presidente Trump sta cercando di portare avanti».
Zelensky chiede di fare una domanda e parla dell’invasione russa della Crimea.
Vance: «Tu vieni per parlare di questo davanti ai giornalisti americani, mi sembra una grave mancanza di rispetto. Dovresti ringraziare il presidente per averti invitato».
Zelensky: «Ma siete mai stati in Ucraina? Avete toccato con mano le difficoltà che stiamo attraversando? Venite al più presto».
Vance: «Ho visto e ascoltato le storie e so che tu inviti i tuoi ospiti per portarli a fare un giro di propaganda».
SCONTRO TRA TRUMP E ZELENSKY NELLO STUDIO OVALE - Reazione della ambasciatrice Ucraina a Washington
Zelensky: «Signor presidente...».
Vance: «È vero o non è vero che hai difficoltà a reclutare combattenti? Credi che sia segno di rispetto venire nello Studio Ovale degli Stati Uniti d’America a criticare il governo che si sta sforzando di impedire la distruzione del tuo Paese?».
Zelensky: «Tutti abbiamo problemi, anche voi. Ma voi potete contare su un bell’oceano e ora non ve ne accorgete.
Ma ve ne accorgerete in futuro».
Trump: «Come fai a esserne certo?
Non venire a dire a noi di cosa dovremmo accorgerci. Noi stiamo facendo di tutto per risolvere un problema».
I tre iniziano a interrompersi a vicenda. Trump: «Noi [in futuro] saremo in ottima forma, voi in questo momento non lo siete. Vi siete lasciati trascinare in una brutta situazione. Stai giocando con la vita di milioni di persone. Stai giocando con la Terza guerra mondiale, e ciò che stai facendo è profondamente irrispettoso per questo Paese, un Paese che vi ha sostenuti molto più di quanto sarebbe stato opportuno».
volodymyr zelensky donald trump e jd vance - studio ovale
Vance: «Ci hai detto grazie una sola volta in tutto questo incontro?».
Zelensky: «Più di una volta».
Di nuovo, le voci si accavallano.
Zelensky, rivolto a Vance: «Tu credi che basti alzare la voce per...».
Trump: «Non sta alzando la voce. Il tuo Paese, invece... È in un grosso guaio.
Aspetta un attimo, no, no, hai parlato abbastanza. Il tuo Paese è in un grosso guaio».
Zelensky: «Lo so».
Trump: «Voi non state vincendo. Non state vincendo questa guerra. Avete una buona probabilità di uscirne bene, grazie al nostro aiuto. Dovete ringraziarci, ma voi in questo conflitto non avete futuro. Siete allo stremo. I vostri cittadini stanno morendo. Siete a corto di soldati.
Ascoltami, sei a corto di effettivi militari».
volodymyr zelensky donald trump e jd vance - studio ovale
Trump è paonazzo in viso. I giornalisti si tengono in disparte durante questo scambio. Un reporter solleva un’ultima domanda. «Che succede se la Russia viola la tregua?».
Trump: «Che succede? E se una bomba vi casca in testa in questo preciso istante? Beh... non lo so. L’hanno violata con Biden, perché con Biden, si sa, non lo rispettavano. Non rispettavano nemmeno Obama. Invece rispettano me. Lasciate che ve lo dica, Putin se l’è vista brutta con me. È stato sottoposto a una caccia alle streghe e l’hanno strumentalizzato, lui e la Russia, la Russia, la Russia. Credo che sia stato detto abbastanza». ( traduzione di Rita Baldassarre ).