domenica 4 giugno 2023

 

“IN ITALIA NON C’È NESSUN RISCHIO AUTORITARIO” – IL FONDATORE DEL CENSIS, GIUSEPPE DE RITA: “MELONI MAGARI VUOLE L'AUTORITARISMO, MA NON LA GENTE. SE CI PROVASSE FINIREBBE MALE PER LEI” – “LA CRISI ECONOMICA NON C'È STATA, CE N'È UNA SOCIALE. LA SOCIETÀ VA AVANTI PER INERZIA, SI BARCAMENA SENZA UN'IDEA DI COSA SARÀ. PER QUESTO C'È PAURA DEL FUTURO” - “C’È UNA CRISI DEI RAPPORTI ELEMENTARI, DA MOGLIE A MARITO, DA AMICO AD AMICO. L'ADRENALINA DI CIASCUNO DI NOI FINISCE NEL RANCORE” - "I GIOVANI NON FARANNO LA RIVOLUZIONE CONTRO I VECCHI, PERCHÉ SI COMPRANO IL MOTORINO CON LA PENSIONE DEL NONNO"



Estratto dell’articolo di Francesco Rigatelli per “La Stampa”

 

giuseppe de rita foto di bacco (2)GIUSEPPE DE RITA FOTO DI BACCO (2)

«Non viviamo una crisi economica, ma sociale». Giuseppe De Rita, 90 anni, sociologo fondatore del Censis, interviene oggi al Festival internazionale dell'Economia di Torino.

 

L'economia europea non è precipitata in recessione, come si temeva, ma l'inflazione sta penalizzando i più deboli. È così?

«Sì e lo è sempre stato, perché l'aumento dei prezzi colpisce chi consuma una quota maggiore del proprio reddito per acquistare beni di prima necessità [...]. Questi ultimi sono tra i più colpiti dall'inflazione, ma con un po' di pazienza tutto si redistribuirà».

 

GIORGIA MELONI E LA CORTE DEI CONTI - VIGNETTA BY ROLLIGIORGIA MELONI E LA CORTE DEI CONTI - VIGNETTA BY ROLLI

Nel mentre crescono le diseguaglianze?

«Sì, ma è anche vero che uno sviluppo come quello che viviamo, per quanto timido, risulta sempre squilibrato. [...] La verità è che nonostante la pandemia, la guerra e la disoccupazione la crisi non c'è stata e non c'è, non a caso l'occupazione è ai massimi storici». [...] Quelli che vanno alla Caritas sono molti di meno. È difficile contare i poveri in Italia, ma davvero in pochi rinunciano alle feste, alle vacanze, a bar e ristoranti».

 

Sembra Berlusconi quando diceva che i ristoranti sono pieni… Come si concilia questo aspetto con la crescita delle diseguaglianze?

 «In un Paese in pieno sviluppo i ricchi diventano più ricchi e i poveri più poveri. È un mito buonista pensare che la crescita non porti diseguaglianze».

 

giorgia meloni dopo la parata del 2 giugno 2023GIORGIA MELONI DOPO LA PARATA DEL 2 GIUGNO 2023

[...] La crisi è più sociale che economica?

«In questa fase sì. Nell'ultimo rapporto Censis si fotografa una crisi dei rapporti elementari, da moglie a marito, da amante ad amante, da amico ad amico. Si è persa la carica di andare avanti e di crescere, e l'adrenalina di ciascuno di noi finisce nel rancore. Questo sentimento colpisce chi ci sta vicino, non si sfoga in piazza dicendo "morte a Meloni"».

 

L'Italia cresce anche se gli italiani non ci credono?

 «Sì, da una decina d'anni sono cresciute le grandi filiere, il made in Italy, l'alimentare, la meccanica, il turismo, le piccole imprese che sono la spina dorsale del Paese».

 

Manca un senso d'impresa collettivo?

POVERTA' IN ITALIAPOVERTA' IN ITALIA

«Manca un traguardo. La società va avanti per inerzia, si barcamena senza un'idea di cosa sarà. Per questo c'è paura del futuro. Peccato perché quando l'Italia ha avuto un traguardo ce l'ha sempre fatta. Ora ci si accontenta che la barca vada».

 

[...] Alla premier Meloni manca un'idea di futuro?

«Probabilmente l'idea che aveva di un futuro nazionalista e sovranista ha dovuto fare i conti con l'Europa, l'Ucraina, la Cina, ed è rimasto solo il suo traguardo personale».

 

Il Pnrr è un traguardo?

matteo renzi dopo il referendumMATTEO RENZI DOPO IL REFERENDUM

«Sì, ma non basta a far sognare l'Italia. Non si può dire al mio barista che il digitale o l'ecologia siano il futuro. Serve un piano tangibile e va spiegato. [...]».

 

Esiste un rischio autoritarismo?

«No, e la Corte dei conti che ha tanti difetti non è un motivo sufficiente. E poi nel Paese non c'è alcuna richiesta di autoritarismo. Meloni magari lo vuole, ma non la gente. Per cui nel caso ci provasse finirebbe male per lei».

 

Si riferisce alla riforma presidenziale?

«Il referendum di Renzi insegna. Se si toccasse la figura del Presidente Mattarella le persone si spaventerebbero».

 

[...]  Tornando all'economia, nessun rischio di autunno caldo?

«Ne abbiamo avuti tanti, ma ora la crisi economica non c'è e nemmeno i rivoluzionari».

 

LOVE ME TENDE - MEME BY EMILIANO CARLILOVE ME TENDE - MEME BY EMILIANO CARLI

Intanto i giovani protestano in tenda contro il caro affitti…

«La loro protesta non sfocerà in nulla di rivoluzionario. Da un lato si prevedono nuovi studentati e dall'altro il mondo cambia, calano le iscrizioni universitarie e si studia online».

 

Neanche sulle pensioni i giovani faranno la rivoluzione?

«No, perché si comprano il motorino con la pensione del nonno. L'Italia si impasta».

 

E chi ha il nonno povero?

«Finora non si è lamentato più di tanto, evidentemente si arrangia».

 

[...] Siamo tutti più egoisti allora?

«E narcisisti. Oggi conta solo quel che facciamo noi, non i figli. Io ho otto figli, nati e cresciuti in un'Italia molto più povera, ma che scommetteva sul futuro. Oggi invece, come dicevo, manca un traguardo. Gli asili nido possono essere utili, ma va ricreata un'idea di futuro che superi l'egoismo».

matteo renzi dopo il referendumMATTEO RENZI DOPO IL REFERENDUMgiorgia meloniGIORGIA MELONI

 

ARSENICO, MERLETTI & ZONETTI - DA SETTIMANE ASSISTIAMO ALLA LAGNA SULLE SORTI DI FAZIO, GRAMELLINI E ANNUNZIATA. MA NESSUNO SOTTOLINEA COME, ANNI FA, GLI STESSI PERSONAGGI FOSSERO STATI PROTAGONISTI DI UN TOTALE STRAVOLGIMENTO DEL SERVIZIO PUBBLICO, DURANTE UN'ALTRA OCCUPAZIONE POLITICA, QUELLA AVVENUTA IN ERA RENZIANA. "MATTEONZO" FECE ANDARE VIA FLORIS, GABANELLI, POI ANCHE GIANNINI (E CHIUSE BALLARÒ) -  L’ALLORA DIRETTRICE DI RAI3, DARIA BIGNARDI, STRAVOLSE I PALINSESTI E SPODESTÒ "REPORT", SOSTITUENDOLO PROPRIO CON FAZIO. SE LO FACESSE ROBERTO SERGIO INVOCHEREBBERO I CASCHI BLU DELL'ONU...



Marco Zonetti per Dagospia

 

fabio fazio con matteo renzi nel 2013FABIO FAZIO CON MATTEO RENZI NEL 2013

Da settimane assistiamo a un pianto insistente e uggioso in merito alle sorti di Fabio Fazio, di Massimo Gramellini, di Report, del suo spostamento in altra serata e così via. Ma nessuno sottolinea come, anni fa, gli stessi personaggi - oggi considerati martiri immolati in olocausto sull'altare del repulisti meloniano in Rai - fossero stati protagonisti di un simile stravolgimento durante un'altra occupazione politica della Tv pubblica, quella avvenuta in era renziana. E sorprendono, se non inquietano, le analogie su quanto sta succedendo oggi, benché all'epoca fossero state assai meno sottolineate dalla stampa.

 

giovanni florisGIOVANNI FLORIS

Uno dei personaggi più illustri a lasciare in polemica la Rai nel 2014, dopo dodici anni alla guida di Ballarò, fu per esempio Giovanni Floris, protagonista di un battibecco con Matteo Renzi in piena campagna elettorale per le elezioni europee di quell'anno. 

 

Le dinamiche dell'addio di Floris alla tv pubblica nove anni fa risultano incredibilmente speculari a quelle dell'abbandono di Fabio Fazio quest'anno: le richieste economiche del giornalista di origine sarda (anch'egli rappresentato come Fazio dall'agente Beppe Caschetto), non incontrarono i favori dell'azienda e quello fece armi e bagagli per andarsene a La7 (con contratto ancor più sostanzioso), asserendo di non sentire più la fiducia della tv pubblica nei suoi confronti.

 

DARIA BIGNARDI RENZIDARIA BIGNARDI RENZI

Al suo posto, al timone di Ballarò, approdò il giornalista Massimo Giannini che durò come il proverbiale gatto in tangenziale. L'anno dopo, infatti, nel settembre 2015, l'allora premier Renzi - in polemica perpetua con la linea politica ed editoriale del programma - parlò di "talk show del martedì che fanno meno ascolti della replica numero 107 di Rambo"

 

Una sentenza di morte che segnò l'ultima stagione di Ballarò, cancellato definitivamente nel 2016 dall'allora direttrice di Rai3 Daria Bignardi in quota renziana, decretando il ritorno di Giannini alla carta stampata e alle ospitate da prezzemolino televisivo. Immaginatevi cosa succederebbe se una cosa simile la pronunciasse Giorgia Meloni in merito a #Cartabianca e il programma di Bianca Berlinguer venisse chiuso nella stagione successiva... 

 

SIGFRIDO RANUCCI MILENA GABANELLISIGFRIDO RANUCCI MILENA GABANELLI

Ma abbandoniamo i "what if" e concentriamoci sui fatti realmente accaduti. Nel 2016 l'allora direttrice di Rai3 Daria Bignardi effettuò un'operazione che, se fosse perpetrata dall'assetto odierno a Viale Mazzini, scatenerebbe così tante polemiche da far accorrere anche i caschi blu dell'Onu. 

 

In soldoni, Bignardi spostò senza mezzi termini Report dalla prima serata della domenica a quella del lunedì (senza che nessuno eccepisse). E chi prese il posto di Report la domenica sera? Ma nientemeno che la "Santa Maria Goretti" Fabio Fazio, il cui Che tempo che fa - che prima andava in onda in access prime time - fu allungato per occupare tutta la prima serata domenicale e gran parte della seconda. In altre parole, Fazio spodestò Report (e Presa Diretta di Riccardo Iacona, anch'esso trasferito il lunedì); ma qualcuno ricorda barricate al riguardo? 

 

RENZI BIGNARDI 6.23RENZI BIGNARDI 6.23

C'è di più. All'epoca, Che tempo che fa andava in onda sia il sabato sia la domenica in access prime time. Con l'allungamento nella prima serata domenicale, la puntata del sabato fu cancellata per essere sostituita da un nuovo programma, Le parole della settimana, al cui timone fu collocato Massimo Gramellini, già ospite fisso di Fazio e promosso da Daria Bignardi alla conduzione. 

 

Giova ricordare che sia Gramellini, sia Bignardi, sia Fazio sono tutti e tre rappresentati dal solito agente Beppe Caschetto. Della cui scuderia fa parte anche l'altra "martire" odierna Lucia Annunziata, il cui programma pomeridiano domenicale durante l'era Bignardi a Rai3 fu allungato. Qualcuno ai tempi eccepì? Non ci pare. 

 

MASSIMO GIANNINI ADDIO BALLARO'MASSIMO GIANNINI ADDIO BALLARO'

Sempre a proposito di Report, nell'era renziana a Viale Mazzini se ne andò dalla Rai Milena Gabanelli, nome sacro dell'approfondimento per 35 anni in forza alla tv pubblica, causa rottura con l'allora direttore generale Mario Orfeo. In sostegno della giornalista si schierarono a spada tratta il Fatto Quotidiano di Marco Travaglio, che lanciò addirittura una petizione per riportarla - invano - in Rai, e il M5s in Commissione di Vigilanza all'epoca presieduta da Roberto Fico. "Le priorità del braccio destro di Renzi (Orfeo, ndr) sono state altre" dichiararono i parlamentari pentastellati, "soprattutto rispetto al comparto informazione, parliamo dei nuovi contratti a Vespa e Fazio."

daria bignardi invasioni renzianeDARIA BIGNARDI INVASIONI RENZIANE

 

Corsi e ricorsi storici, direbbe Giambattista Vico; cambiano i governi, i presidenti del Consiglio, gli schieramenti politici, centro, sinistra, destra, ma i meccanismi attorno ai quali ruota la Rai restano sempre immutati. E soprattutto certi nomi. Bruno Vespa, uno su tutti, docet. 

 

DARIA BIGNARDI MATTEO RENZIDARIA BIGNARDI MATTEO RENZImatteo renzi daria bignardiMATTEO RENZI DARIA BIGNARDI

lunedì 29 maggio 2023

 

E MENO MALE CHE LA RAI E’ FINITA NELLE MANI DI TELE-MELONI! - IN BARBA AL NUOVO CAPO DEGLI APPROFONDIMENTI RAI, IL DESTRO CORSINI, STASERA A “REPORT” ANDRA' IN ONDA UN SERVIZIO-SILURO CONTRO IL MINISTRO DELLE IMPRESE E DEL MADE IN ITALY, ADOLFO URSO - INCHIESTA-CHOC SULLA STRANA CONSULENZA CHE IL GRUPPO STM HA PAGATO A CARMEN ZIZZA PER POTER INTERAGIRE COL MINISTRO URSO - DA QUANDO UN’AZIENDA PARTECIPATA DALLO STATO (STM) HA BISOGNO DI CONSULENTI PER INTERLOQUIRE CON…LO STATO? - PUR NON AVENDO MAI TIRATO FUORI UNA NOTIZIA NELLA LORO CARRIERA, FAZIO, SERRA, ANNUNZIATA E GRAMELLINI SI AUTOPROMUOVONO A BALUARDO DELLA DEMOCRAZIA E LASCIANO LA RAI, MENTRE "REPORT" DI RANUCCI RESTA A RAI3 E FA MALE...

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ADOLFO URSOADOLFO URSO

Dagonota

Quanto strepitano a sinistra per la Rai finita nelle mani degli unni meloniani! Aiuto, la censura! La libertà di espressione è in pericolo! Qualcuno salvi la libertà d'informazione e le poltroncine comode dei difensori del pluralismo pettinato col Caschetto! Presto, presto!

 

Anche perché questi barbari di destra, a sentire i sinistrelli, hanno il bavaglio pronto per spegnere le flautate vocine dei dissidenti.

michele serra fabio fazio ultima puntata che tempo che faMICHELE SERRA FABIO FAZIO ULTIMA PUNTATA CHE TEMPO CHE FA

 

Eppure, nonostante gli strepiti e le grida di dolore, stasera "Report" manderà in onda un servizio-bomba, dal titolo "I consulenti" (firmata da Luca Chianca, con la collaborazione di Alessia Marzi, Carlo Tecce e Andrea Tornago). E si preannuncia un siluro a testata multipla verso il ministro delle imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. Proprio ora che il nuovo direttore dell’Approfondimento Rai è Paolo Corsini, ultra-destro in quota Fratelli d’Italia.

 

SELFIE DI FABIO FAZIO E MASSIMO GRAMELLINISELFIE DI FABIO FAZIO E MASSIMO GRAMELLINI

L’inchiesta di “Report” si preannuncia scottante e, in un paese meno distratto e narcolettico del nostro, obbligherebbe il ministro Urso a fornire dettagliate spiegazioni. E

mezz ora in piu 2MEZZ ORA IN PIU 2

 

Abbiamo provato a ricordare l’ultima volta che Fabio Fazio, Littizzetto, Annunziata, Gramellini e compagnia abbia tirato fuori una notizia, un'inchiesta, uno scandalo: non l’abbiamo trovata. Solo bla-bla e Littizzetto.

 

SIGFRIDO RANUCCI PER "REPORT", in onda stasera su Rai3

sigfrido ranucciSIGFRIDO RANUCCI

Il gruppo STM, la cui holding di controllo è partecipata dal Ministero dell’Economia, produce microchip. In un momento in cui c’è carenza, per via del conflitto ucraino, è divenuto ancora più strategico per il paese. Tuttavia il gruppo incontra delle difficoltà a parlare con il ministro Urso, per colpa della burocrazia. Dicono.

 

Per facilitare l’interlocuzione con il Ministero delle imprese, Stm paga una consulenza a Carmen Zizza. Che avrebbe un ruolo di "facilitatrice", come ammette un manager della STM che è consapevole di parlare con un giornalista di “Report” ma non di essere registrato.

 

CARMEN ZIZZACARMEN ZIZZA

 

 

L’assurdità della vicenda è dovuta al fatto che STM è un’azienda partecipata dal Mef. In un paese normale, il ministro Giorgetti chiamerebbe Urso per dirgli: “Collega, tra un po' ti passa a trovare il manager di una società per discutere di microchip e investimenti strategici per il Paese”.

 

E invece STM passa attraverso la consulenza della signora Zizza e con un contratto, da 6mila euro al mese, finalizzato al "supporto alle relazioni istituzionali con Ministeri ed Autorità Locali" (Che vor di'?)

 

Il ministro Urso, sul ruolo da consulente di Carmen Zizza, scrive a “Report” che "tutti i dati relativi ai portatori di interesse sono resi pubblici in linea con le misure di trasparenza e accountability di cui il ministero si è dotato, e sono consultabili al sito del ministero”. Eppure nonostante le verifiche, la squadra di Sigfrido Ranucci non ha trovato il nome della Zizza.  

Alessandro DaffinaALESSANDRO DAFFINA

 

Secondo il manager di STM sentito da “Report”, a presentare Carmen Zizza all’azienda sarebbe stato Alessandro Daffina, amministratore delegato di Rothschild Italia. Daffina ha smentito sostenendo che l’ipotesi che si sia adoperato per far gestire alla Zizza i rapporti tra il Ministro Urso e la STM è solo “una illazione”.

GIANCARLO GIORGETTIGIANCARLO GIORGETTI

 

Secondo “Report” quello che Rothschild ha certamente fatto è stato presentare a STM  una due diligence positiva su Carmen Zizza. Solo che anche “Report” ha fatto la sua “due diligence” e ha trovato la denunce per spese pazze della signora quando era Direttore generale nella società che controllava l'autostrada milanese.

 

 

stmicroelectronicsSTMICROELECTRONICS

Per queste accuse, Zizza è stata condannata in primo grado dal Tribunale civile di Milano a risarcire 73 mila euro. La signora sostiene "che si tratta di una cifra che corrisponde a meno di un quarantesimo di quanto avevano originariamente richiesto”. Inoltre, la Zizza è stata consulente di Rothschild per conto di Vivendi, azionista di riferimento di Tim, seduta al tavolo con Urso e Daffina...

 

 

 

                                                             MAMMALITURCHI


APPENA RIELETTO, ERDOGAN METTE SUBITO LE COSE IN CHIARO E ATTACCA I DIRITTI LGBT: “NELLA NOSTRA CULTURA, LA FAMIGLIA È SACRA, STRANGOLEREMEO CHIUNQUE OSI TOCCARLA” – IL DISCORSO DEL PRESIDENTE DAVANTI A UNA FOLLA OCEANICA, A ISTANBUL: “LA NOSTRA GENTE CI HA DATO FIDUCIA, COSTRUIREMO INSIEME IL SECOLO DELLA TURCHIA” – L’ECONOMIA, I MIGRANTI SIRIANI, IL MEDIO ORIENTE E I RAPPORTI CON UE E NATO: TUTTI I NODI IRRISOLTI  - GLI AUGURI DI PUTIN

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ERDOGAN ATTACCA I DIRITTI LGBT NEL DISCORSO DELLA VITTORIA

recep tayyip erdogan.RECEP TAYYIP ERDOGAN.

(ANSA)  - "Nella nostra cultura la famiglia è sacra, strangoleremo chiunque osi toccarla". Lo ha detto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan accusando i partiti di opposizione di sostenere i diritti Lgbt in un discorso trasmesso dalla tv di Stato Trt parlando ai suoi sostenitori dopo avere vinto le elezioni presidenziali. "Nessuno può insultare le nostre famiglie", ha aggiunto il leader turco.

 

ERDOGAN, LA NOSTRA GENTE CI DATO ANCORA FIDUCIA

(ANSA) - "La nostra gente ci ha dato fiducia ancora una volta". Lo ha detto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan dopo avere vinto con il 52% le elezioni presidenziali oggi al ballottaggio contro lo sfidante Kemal Kilicdaroglu. "Solo la Turchia ha vinto oggi", ha detto Erdogan parlando davanti a una folla a Kisikli, sulla sponda anatolica di Istanbul. (ANSA).

 

sostenitori di erdogan 2SOSTENITORI DI ERDOGAN 2

KILICDAROGLU, 'NON MI DIMETTO, ANDIAMO AVANTI NELLA LOTTA'

(ANSA) -  "Continueremo la lotta, la nostra marcia continua, noi siamo qui". Lo rivendica durante una conferenza stampa ad Ankara il leader 74enne delle opposizioni Kemal Kilicdaroglu, uscito sconfitto dal ballottaggio delle presidenziali dove Recep Tayyip Erdogan ha vinto con il 52% dei consensi.

 

PUTIN SI CONGRATULA CON ERDOGAN PER LA VITTORIA

(ANSA) - Il presidente russo Vladimir Putin ha inviato un messaggio di congratulazioni all'omologo turco Recep Tayyip Erdogan dopo la vittoria di oggi con il 52%. Lo rende noto Anadolu

 

recep tayyip erdogan discorso dopo la vittoria alle elezioni 2023 1RECEP TAYYIP ERDOGAN DISCORSO DOPO LA VITTORIA ALLE ELEZIONI 2023 1

Il presidente russo Vladimir Putin sostiene che la vittoria di Recep Tayyip Erdogan alle elezioni sia "il risultato dei suoi sforzi per rafforzare la sovranità della Turchia". Lo riporta la Tass, spiegando che il Cremlino apprezza "il contributo di Erdogan al rafforzamento dei legami tra Russia e Turchia" e ribadisce "la disponibilità a proseguire il dialogo"

 

ERDOGAN, CON LA MIA RIELEZIONE HA VINTO TUTTA LA TURCHIA

(ANSA) - "Oggi non ha perso nessuno, hanno vinto tutti gli 85 milioni di cittadini della Turchia". Lo ha detto Recep Tayyip Erdogan in un discorso davanti ad una folla oceanica presso il palazzo presidenziale di Ankara dopo avere vinto le elezioni con il 52,1% dei consensi. "Costruiremo insieme il secolo della Turchia", ha detto il presidente turco, che ha ottenuto il 52% dei consensi, aggiungendo che "gli unici a perdere sono stati i terroristi e quelli che descrivono scenari tetri".

folla oceanica per erdoganFOLLA OCEANICA PER ERDOGAN

 

ERDOGAN VINCE MA DA DOMANI IL SULTANO È MENO FORTE

Filippo Cicciù per l’ANSA

 

Una vittoria ma non un trionfo. Recep Tayyip Erdogan è riconfermato presidente della Repubblica di Turchia, dopo già vent'anni al potere. Il Sultano ha vinto per la terza volta il voto per l'elezione diretta del capo dello Stato con il 52%, sostanzialmente la stessa percentuale dei due precedenti appuntamenti elettorali ma al secondo turno.

 

"La nostra gente ci ha dato ancora fiducia, sarà il secolo della Turchia", gioisce in cima ad un autobus il capo dello Stato che però da domani dovrà governare un paese spaccato a metà. L'ampio fronte di opposizione guidato da Kemal Kilicdaroglu non ha prevalso fermandosi al 47,9% ma ha costretto Erdogan a vincere al ballottaggio, come mai era successo nelle passate elezioni. E ha sfiorato un'impresa storica.

 

ballottaggio in turchiaBALLOTTAGGIO IN TURCHIA

"Continueremo la lotta, la nostra marcia continua", assicura il 'Ghandi turco' che aveva invitato gli elettori a recarsi ai seggi per porre fine a "un regime autoritario e per l'arrivo della libertà e della democrazia". Il suo appello non è bastato ed è invece "iniziato il secolo della Turchia", come ha detto Erdogan celebrando il risultato che ha ottenuto alle urne, nell'anniversario del centenario della fondazione della Repubblica laica di Turchia da parte di Mustafa Kemal Ataturk che cade il 29 ottobre.

 

kemal kilicdarogluKEMAL KILICDAROGLU

A differenza della vittoria di cinque anni fa, il presidente turco si troverà da domani costretto a dare risposte su problemi che si sono aggravati negli ultimi anni come il difficile rapporto con l'Occidente con Ankara che non ha ancora dato il via libera all'ingresso della Svezia nella Nato. E dovrà affrontare una situazione economica molto fragile, con un'inflazione che è sopra il 43% e alla fine del 2022 aveva superato l'80% toccando i livelli più alti dei precedenti vent'anni, mentre la lira turca ha toccato nei giorni scorsi un ennesimo record negativo rispetto al dollaro.

 

La questione dei migranti siriani che ospita la Turchia, quasi 4 milioni di persone arrivate dopo l'inizio del conflitto civile nel 2011, è destinata ad essere un altro tema caldo per la futura amministrazione. Erdogan ha promesso che 1 milione di loro torneranno "volontariamente" in patria ma il presidente siriano Bashar al-Assad, con cui sta cercando da mesi una riconciliazione dopo avere rotto i rapporti oltre dieci anni fa, ha chiesto esplicitamente che le truppe di Ankara lascino il Paese. Precondizione per la normalizzare i rapporti e preparare il terreno per il ritorno dei rifugiati.

 

sostenitori di erdogan festeggiano.SOSTENITORI DI ERDOGAN FESTEGGIANO.

Erdogan è riuscito a vincere mantenendo la sua base elettorale e guadagnando anche i voti che aveva ottenuto al primo turno Sinan Ogan, il politico di destra nazionalista che con poco più del 5% dei dei consensi si era classificato terzo e ha poi deciso di appoggiare il presidente uscente al ballottaggio. Kilicdaroglu, alla guida di un fronte di opposizione molto eterogeneo, aveva utilizzato toni concilianti durante la prima fase della campagna elettorale ma pare che non abbia pagato la scelta di virare su una retorica nazionalista nelle ultime due settimane.

folla per erdoganFOLLA PER ERDOGAN

 

Posizione che lo ha reso meno popolare nelle regioni a maggioranza curda che lo avevano invece sostenuto al primo turno. Mentre Erdogan ora guarda già alle elezioni locali del 2024, dove punta a riconquistare Istanbul e Ankara che aveva perso con il voto di cinque anni prima, incassa il sostegno di Putin, di Orban, del Qatar, dell'Azerbaigian, del Pakistan, degli Emirati Arabi Uniti e dell'Arabia Saudita.

 

sostenitori di erdoganSOSTENITORI DI ERDOGAN

Domani si vocifera che il presidente turco possa recarsi a pregare a Santa Sofia, da lui riconvertita in moschea nel 2020, in occasione del 570esimo anniversario della conquista ottomana di Costantinopoli. A Istanbul intanto i suoi sostenitori lo celebrano sparando in aria e suonando i clacson delle automobili che occupano con lunghe file le strade della più grande città turca. Questa vittoria porta con sé anche una novità. Il presidente ha deciso di non tenere il suo discorso celebrativo alla sede del suo partito Akp di Ankara, come ha sempre fatto tradizionalmente dopo le elezioni, ma parlerà dal palazzo presidenziale nella capitale turca, fatto costruire da lui stesso negli scorsi anni.

recep tayyip erdoganRECEP TAYYIP ERDOGANsostenitori di erdogan festeggianoSOSTENITORI DI ERDOGAN FESTEGGIANOkemal kilicdarogluKEMAL KILICDAROGLUrisultato primo turno elezioni turchiaRISULTATO PRIMO TURNO ELEZIONI TURCHIArecep tayyip erdogan.RECEP TAYYIP ERDOGAN.sostenitori di erdogan festeggiano.SOSTENITORI DI ERDOGAN FESTEGGIANO.

 

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