venerdì 28 luglio 2023

 



“CON PURGATORI LAVORAVAMO A UN DOCUFILM D’INCHIESTA SULLA MAFIA, CI SENTIVAMO PEDINATI” – IL REGISTA MARCO TULLIO GIORDANA RACCONTA L’ULTIMO PROGETTO AL QUALE STAVA LAVORANDO CON IL GIORNALISTA SCOMPARSO: “AVVERTIVAMO SPESSO UNA IMPALPABILE SORVEGLIANZA, L’AGGIRARSI DI FIGURE STRANE. MALGRADO LA POPOLARITÀ, PURGATORI ERA ANCHE MOLTO ODIATO. LE SUE INCHIESTE ERANO DISTURBANTI PER I MANOVRATORI…"

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Estratto dell'articolo di Marco Tullio Giordana per “la Repubblica”

 

marco tullio giordanaMARCO TULLIO GIORDANA

Non entrerò nella questione se siano state ben fatte le diagnosi di Andrea Purgatori e conseguentemente prescritte le cure adeguate. È materia al momento sub judice e, dolore a parte, non mi sento in diritto di metterci bocca. Tutta la tenerezza possibile invece ai suoi figlioli, che per amore di verità hanno raddoppiato il peso della loro croce. Negli ultimi tre anni l’ho molto frequentato per via di un progetto che volevamo fare assieme.

 

(...)

 

Anche perché il nostro materiale si basava su atti processuali e sentenze passate in giudicato, inoppugnabili perfino per il plotone di avvocati incaricati di verificare. Questa serie, che inizialmente doveva chiamarsi “La zona grigia”, si trasformò abbastanza rapidamente in un’altra idea: non più il lungo film che avrebbe dovuto inevitabilmente misurarsi con le convenzioni romanzesche, ma una miscela di finzione e indagine giornalistica per la quale Andrea Purgatori era adattissimo grazie alla formidabile presenza scenica (faccia da Dick Tracy, voce profonda e autorevole, come quella del grande Sergio Zavoli o degli eroici baritoni verdiani) e alla credibilità delle sue trasmissioni, una su tutte quella “Atlandide” che lo hanno reso così popolare e benvoluto.

ANDREA PURGATORIANDREA PURGATORI

 

Facemmo anche diversi sopralluoghi in Sicilia raccogliendo molte testimonianze – di magistrati, giornalisti, investigatori e anche di gente comune – per venire a capo di una scaletta stringente e inappellabile.

 

L’uscita e il grande successo di “Vatican Girl”, dove Purgatori era voce narrante e carismatica presenza investigativa, ci convinse di essere sulla strada giusta e aumentò la nostra voglia di realizzare il progetto. Cominciarono subito alcune stranezze. Intanto la sensazione di essere intercettati, addirittura seguiti. Si trattasse di me ci sarebbe da ridere, ma trattandosi di Purgatori e delle sue inchieste sempre fastidiose e rivelatrici (Da Ustica a Pecorelli, da Pasolini a Moro, da Giovanni Paolo I a Emanuela Orlandi, per non dire che di queste) l’ipotesi non era peregrina.

marco tullio giordanaMARCO TULLIO GIORDANA

 

Anche vedendosi privatamente da me o nella sua nuova abitazione piena di piante e quadri o in qualche ristorante deciso all’ultimo (e dove, cittadino del mondo, Andrea Purgatori si divertiva ad apostrofare in hindi, singalese o swahili i vari gestori), avvertivamo spesso una impalpabile sorveglianza, l’aggirarsi di figure strane. Con una certa incoscienza ne prendevamo atto senza osservare precauzioni, addirittura ridendone.

 

In fondo le nostre informazioni provenivano da carte accessibili a chiunque, nulla era segreto o scandaloso o “coperto”, tutto era di dominio pubblico. La storia d’Italia sarebbe perfettamente leggibile solo ad aver voglia di raccontarla (e soprattutto di ascoltarla). Dunque? Dunque niente, soltanto una minuscola osservazione.

ANDREA PURGATORIANDREA PURGATORI

 

Malgrado la popolarità (bastava andare in giro con lui per rendersi conto da quanta stima e riconoscenza fosse circondato) Purgatori era anche molto odiato. Le sue inchieste, nella miglior tradizione del giornalismo di strada anziché di scrivania, erano immensamente disturbanti per i manovratori.

 

Che parlassero di trattativa, di politici collusi, di delitti e mattanze eccellenti, prelati ambigui, giudici “avvicinati” e corrotti, le sue trasmissioni avevano sempre fatto centro e creato quel sentimento di appartenenza civile oggi sommamente detestato da chi non vuole né controllo né opposizione. Che a nessuno venga in mente di citare Anna Politkovskaja, o Alexander Litvinenko o Jamal Ahmad Khashoggi. Casomai a qualche stupido complottista, giusto per poterlo dileggiare.

marco tullio giordana foto di bacco (2)MARCO TULLIO GIORDANA FOTO DI BACCO (2)ANDREA PURGATORI - GREENPEACEANDREA PURGATORI - GREENPEACEandrea purgatori foto di bacco (2)ANDREA PURGATORI FOTO DI BACCO (2)andrea purgatori foto di bacco (1)ANDREA PURGATORI FOTO DI BACCO (1)ANDREA PURGATORIANDREA PURGATORI



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