Un fotogramma che compare in un filmato amatoriale Super 8 girato da un turista tedesco. Potrebbe arrivare da qui un pezzo importante della verità sulla strage del 2 agosto 1980 alla stazione di Bologna, dove morirono 85 persone e oltre 200 rimasero ferite. Secondo la procura generale, infatti, c’è una “spiccata somiglianza” fra una persona immortalata quella mattina nei pressi del primo binario poco dopo l’esplosione e Paolo Bellini, l’ex primula nera di Avanguardia nazionale. È sulla base anche di questo documento, che la procura generale di Bologna ha chiesto la revoca del proscioglimento del 1992 per Bellini, in modo da riaprire le indagini e fare un riconoscimento antropometrico.

Il fotogramma è estrapolato da un filmino amatoriale Super 8 girato da un turista tedesco, la mattina del 2 agosto 1980. All’epoca, a differenza di quello che avviene oggi con gli smartphone, le riprese amatoriali erano rarissime ed erano realizzate solo da pochi appassionati in possesso di videocamere. Le nuove tecnologie, però, potrebbero consentire di stabilire se quella persona che appare in quel video è Paolo Bellini.

Il filmato contiene riprese dei momenti immediatamente precedenti e successivi alla Strage. Prima il turista filmò dal treno l’arrivo in stazione sul primo binario, alle 10.13, 12 minuti prima dello scoppio. Poi il video prosegue, con immagini di poco dopo l’esplosione, e, andando verso la sala d’aspetto, vengono riprese una serie di persone presenti, mentre si inizia a scavare tra le macerie. Nei mesi scorsi i difensori dei familiari delle vittime, gli avvocati Andrea Speranzoni, Giuseppe Giampaolo, Nicola Brigida e Roberto Nasci hanno depositato in Procura generale, che ha riaperto l’indagine sui mandanti della Strage, una rielaborazione del filmato, recuperato nell’Archivio di Stato, con fotogrammi ingranditi delle varie persone filmate. Uno di questi mostra una persona con i capelli ricci, i baffi e le sopracciglia folte, simile a com’era Bellini nelle foto dell’epoca.  A Bellini fu inizialmente attribuita una diretta partecipazione nell’attentato, ma poi negò la sua presenza, indicata da due testimoni, a Bologna la mattina del 2 agosto. Fornì un alibi che destò sospetti di falsità, come ricorda anche la procura generale nella richiesta di revoca della sentenza, ma fu prosciolto per mancanza di riscontri.
A sinistra la foto segnaletica di Bellini. A destra il fotogramma
C’è poi anche un altro particolare, emerso da un’intercettazione ambientale del 1996, che ha portato la procura generale a chiedere di indagare sulla primula nera di Avanguardia nazionale:Carlo Maria Maggi, ex capo di Ordine Nuovo, condannato per lastrage di Brescia e morto a dicembre, parlando con un familiare disse di essere a conoscenza della riconducibilità della Strage di Bologna alla banda Fioravanti e che all’evento partecipò un “aviere“, che portò la bomba. Bellini era infatti conosciuto nell’ambiente della destra per la passione per il volo tanto che conseguì il brevetto da pilota. La sua posizione sarà discussa in un’udienza il 28 maggio, quando il gip dovrà decidere se gli elementi portati dagli inquirenti sono sufficienti per procedere all’iscrizione di Bellini nel registro degli indagati per il reato di concorso in strage.

Originario un passato in Avanguardia Nazionale, condito da diversi arresti mancati che gli hanno fatto conquistare sul campo il soprannome di Primula Nera, quella di Bellini è una storia da film: esperto di opere d’arte, fuggito in Brasile, noto per diversi anni come Roberto Da Silva, nel 1999 finisce in manette e decide di collaborare con la magistratura, confessando una decina di omicidi, tra cui quello dell’esponente di Lotta Continua Alceste Campanile.
Poi collabora anche con la procura di Palermo che indaga sulla Trattativa tra pezzi dello Stato e Cosa nostra.Racconta anche di aver conosciuto Nino Gioè e di aver intrattenuto con lui una sorta di trattativa parallela: i mafiosi avrebbero fatto ritrovare alcune opere d’arte rubate, e in cambio avrebbero ottenuto l’alleggerimento del carcere duro. Ipotesi mai andata in porto, ma una delle tante piste dietro alle stragi di FirenzeRoma e Milano, conduce proprio alla Primula Nera, che sarebbe stato l’ispiratore degli attentati mafiosi al patrimonio artistico italiano. Per la procura siciliana, tra l’altro, Bellini si trovava a Enna quando Totò Riina ordinò agli altri boss mafiosi di rivendicare omicidi e stragi commessi dal 1992 in poi con l’oscura sigla della Falange Armata. Le stragi, la Trattativa, gli anni di piombo, gli omicidi e ora anche la strage di Bologna: pezzo di un puzzle dove Bellini compare più volte. Forse anche in un filmino amatoriale girato da un turista tedesco in stazione. Pochi minuti prima di una strage.