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VASTO (CHIETI) - Per due anni l'hanno costretta ad avere rapporti sessuali, minacciandola di diffondere in rete foto e video ripresi a sua insaputa. Dopo mesi d'inferno, una ragazza, che oggi ha 16 anni, ha trovato il coraggio di confidarsi con un'amica, che l'ha convinta a rivolgersi ai carabinieri. Così i suoi due aguzzini - minorenni anche loro - sono finiti in manette. Arrestati dai carabinieri di Vasto, devono rispondere, tra l'altro, di concorso tra loro di riduzione in schiavitù, violenza sessuale di gruppo e cessione di sostanza stupefacente.

A rendere noti i particolari Amedeo Consales, maggiore dei carabinieri di Vasto che hanno condotto le indagini. La ragazza, ha spiegato Consales, si è rivolta agli investigatori su consiglio di una coetanea, cui era riuscita a raccontare solo in parte il suo dramma. Duravano da mesi i ricatti condotti contro di lei dal gruppo, che usava l'arma del telefonino per costringerla al silenzio dopo le ripetute violenze. E sua mamma era completamente all'oscuro dell'incubo che l'adolescente stava vivendo.
I due minorenni, di circa 17 anni, sono stati condotti nell'Istituto di Casal del Marmo, a Roma, in attesa dell'interrogatorio di garanzia. Devono risondere tra l'altro di pornografia minorile, violenza privata, atti persecutori e di cessione di sostanza stupefacente aggravata dalla minore età di chi l'ha ricevuta.

Tutto è cominciato alla fine dell'estate del 2016. Come ha raccontato ai carabinieri, la ragazzina, all'epoca 14enne, ha iniziato una relazione con un adolescente di poco più grande di lei. Ma i primissimi approcci sono stati ripresi a sua insaputa con un cellulare: a quel punto il giovane ha iniziato a usare il video come arma di ricatto per constringerla a nuove prestazioni a sfondo sessuale. Prima da solo, poi anche insieme ad altri ragazzi.

Almeno una volta, i violentatori hanno fatto assumere cannabis alla ragazzina, per renderla "più disinibita". E sempre in quell'occasione le hanno scattato altre foto, da usare sempre come arma di ricatto. Ci sono voluti quasi due anni perché la studentessa trovasse il coraggio di confidarsi con qualcuno.

A incastrare i due arrestati, entrambi 17enni, il ritrovamento sui loro smartphone e tablet delle foto e dei filmati che sarebbero serviti a ricattare la ragazza.