giovedì 16 ottobre 2025

 

miliziani hamas terroristi

UN’IDEOLOGIA SI PUÒ UCCIDERE, LE “RELIGIONI TOTALITARIE” NO – DOMENICO QUIRICO E IL RITORNO DEI JIHADISTI DI HAMAS A GAZA: “IN OCCIDENTE OTTIMISTI PATENTATI CERANO SEGNI DI UNA SUPPOSTA ALA ‘POLITICA’ DI HAMAS. TEMPO PERSO: IL JIHAD RIPRENDE COME SE I DUE ANNI NON FOSSERO PASSATI, LE DECINE DI MIGLIAIA DI MORTI FOSSERO UN IRRILEVANTE SACRIFICIO NECESSARIO SULLA STRADA DEL PARADISO” – “CON IL NEGOZIATO HAMAS HA OTTENUTO UN PREZIOSO RICONOSCIMENTO COME INTERLOCUTORE. NELLA PACE DI TRUMP LA DOMANDA SENZA RISPOSTA È SEMPRE QUELLA: DOVE METTIAMO HAMAS E I SUOI KILLER IN NOME DI DIO?”


Finita la guerra torna la legge del jihad Il negoziato riabilita i tagliagole di Dio

Estratto dell’articolo di Domenico Quirico per “La Stampa”

 

domenico quirico

Rieccoli. Appena ventiquattro ore hanno atteso, giusto il tempo che in Egitto i cirrocumuli di retorica dei potenti del mondo si dissipassero.

 

Poi i Taleban di Gaza, i miliziani di Hamas, le brigate Al Qassam, in veste di perenni intrusi, hanno ripreso il loro consueto, scabroso daffare.

 

Sembrano vispi dopo due anni di una guerra senza limiti che doveva distruggerli fino all'ultimo collaboratore. [...] Applicano con tripudio di urla e il giubilo della folla […] per la esecuzione della sentenza lo spiccio diritto jihadista: un gruppo di supposti appartenenti a bande rivali, bendati e inginocchiati, vengono eliminati con una raffica di mitra alla schiena: Dio è grande!

 

a gaza esecuzioni sommarie dei miliziani di hamas

[…] Siamo davvero tornati al sei di ottobre. Si esce dalle catacombe dei tunnel, è barbarie alla luce del sole. Con gli stessi metodi, la stessa panoplia di orrori. Messaggio: qui comanda ancora Hamas, il jihad è battaglia e sangue.

 

In Occidente volenterosi ottimisti patentati vanno alla ricerca dei segni di una supposta ala "politica", della presunta liquidazione degli ultras della purificazione della Palestina, di moderati alla ricerca di un posticino nel nuovo Medio Oriente di Trump. Tempo perso: il jihad riprende come se i due anni non fossero passati, le decine di migliaia di morti fossero un irrilevante sacrificio necessario sulla strada del paradiso.

miliziani di hamas pattugliano il territorio della striscia di gaza

 

Il jihadismo totalitario, l'unico nemico che non ci siamo scelti noi perché è stato lui a dichiararci guerra, di cui Hamas è una scaglia, non è un movimento ideologico ma una micidiale setta teologica.

 

Le ideologie si possono cambiare disinvoltamente da un giorno all'altro, se fa comodo per sopravvivere o se la Storia le ha bocciate senza rimorsi.

 

Le scelte della religione totalitaria con annesse trascendenze omicide sono perenni. Un terribile dettaglio […] che in Occidente si finge di non capire.

 

BENJAMIN NETANYAHU REGALA UNA COLOMBA DORO A DONALD TRUMP

Nel califfato della Striscia dopo due anni di apocalisse occorre riportare ordine e sicurezza per poter ricostruire. Prima che entrino in azione Blair, il Genero e i loro soci in "ghoutra e kandura" […]. Lo ha detto anche Trump: Hamas potrebbe svolgere per un certo periodo di tempo il ruolo di polizia! Definizione deliziosamente vaga come se tenere in piedi la tregua fosse uno spettacolo per tutti, un intrattenimento per famiglie.

 

Nelle pieghe e nei silenzi del suo piano ecco allora che si infilano, lesti, i barbari del sette ottobre con le loro cicatrici omicide. Per esempio: ci sono a Gaza delle bande criminali legate a clan storici, a famiglie, che controllano quartieri o lembi di territorio, traffici lucrosi e indispensabili in uno stato approssimativo, assediato perennemente come Gaza.

 

esecuzioni pubbliche by hamas nella striscia di gaza

Concorrenti, laici si potrebbe dire, nella violenza. Nomi, carriere criminali come Abu Shabab trafficante e assassino: alcuni hanno collaborato con l'esercito israeliano durante i due anni di guerra.

 

Dovevano dare una mano a "ripulire", avevano in appalto i lavori più sudici, in cambio potevano ingrassarsi come avvoltoi a spese di derelitti e affamati. Dal Vietnam all'Iraq, dal Libano alla Cecenia le guerre sporche sono zeppe di personaggi così, quasi sempre sacrificati senza rimorsi in caso di ritirata o di accordo con il nemico.

 

AL JOLANI RICEVUTO DA VLADIMIR PUTIN

Il parziale ritiro israeliano e la tregua li ha lasciati scoperti. Gli scontri con gli uomini di Hamas sono iniziati subito, violenti, adeguatamente spietati. Hamas vuole riprendere il monopolio della violenza, associando a borsaneristi e banditi detestati dalla popolazione anche possibili avversari dei suoi metodi.

 

Sa che Israele non infrangerà la tregua per salvare questi impresentabili collaborazionisti.

Con il negoziato Hamas ha ottenuto, di fatto, un prezioso riconoscimento come interlocutore, gli americani sono andati a Doha per chieder loro di restituire gli ostaggi, hanno scambiato assicurazioni e promesse.

 

talebani 1

Non riconoscete il meccanismo messo in atto con i Taleban? Non sono gli stessi passi sciaguratamente percorsi con il "jihadista convertito", il boia siriano Al-Golani?

 

Nella pace di Trump dunque la domanda senza risposta è sempre quella, non si può sfuggire alle terrificanti grane della realtà: dove mettiamo Hamas e i suoi killer in nome di Dio?

ahmad al-sharaa donald trump e melania trump

miliziani di hamas fanno passare le auto della croce rossa a gaza

NETANYAHU - DONALD TRUMP - isaac herzogbombardamenti israeliani su gazaahmad al-sharaa e giorgia melonitalebani 2benjamin netanyahu e donald trump in israele foto lapresse 2benjamin netanyahu e donald trump in israele foto lapresse 1BOMBARDAMENTO SU QUEL CHE RIMANE DI GAZAbombardamenti israeliani su gazabombardamenti israeliani a gaza - 1

hamas riconsegna le salme degli ostaggi israeliani 3festeggiamenti in israele per l accordo di pace con hamas foto lapresse 2festeggiamenti in israele per l accordo di pace con hamas foto lapresse 11bibi netanyahuesecuzioni pubbliche by hamas nella striscia di gazafesteggiamenti a gaza per l accordo tra israele e hamas 2miliziani di hamas riappaiono per le strade di gazahamas riconsegna le salme degli ostaggi israeliani 1miliziani di hamas a gazaHAMAS RILASCIA GLI OSTAGGI ISRAELIANI 1festeggiamenti in israele per l accordo di pace con hamas foto lapresse 8miliziani di hamas riappaiono per le strade 3hamas riconsegna le salme degli ostaggi israeliani 2valico di rafah 1hamas gazaesecuzioni pubbliche by hamas nella striscia di gaza 2

mercoledì 20 agosto 2025

 

donald trump vladimir putin giorgia meloni

HA RAGIONE VANNACCI: È DAVVERO IL MONDO AL CONTRARIO – IL VERTICE DELLA CASA BIANCA, CON I LEADER EUROPEI E ZELENSKY IN GINOCCHIO DA TRUMP PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L’UCRAINA, È STATO IL PIÙ SURREALE E “MALATO” DELLA STORIA POLITICA INTERNAZIONALE – LA REGIA TRUMPIANA HA MESSO GIORGIA MELONI, NEL RUOLO DI “PON-PON GIRL” DEL “MAGA”, E MACRON, NEMICO NUMERO UNO, RISPETTIVAMENTE ALLA SINISTRA E ALLA DESTRA DI “DONALD CORLEONE''. MERZ, STARMER. E URSULA, SBATTUTI AI MARGINI – IL COLMO SI È RAGGIUNTO QUANDO, IN BARBA A OGNI PRASSI DIPLOMATICA, TRUMP È SCOMPARSO PER 40-MINUTI-40 PER “AGGIORNARE” PUTIN ED È TORNATO RIMANGIANDOSI IL CESSATE IL FUOCO – E QUANDO MERZ HA PROVATO TIMIDAMENTE A INSISTERE SULLA NECESSITÀ DELLA TREGUA, CI HA PENSATO LA TRUMPISTA DELLA GARBATELLA A “COMMENTARE” CON OCCHI SPACCANTI E ROTEANTI E SMORFIE DA NAUSEA: MA COME SI PERMETTE ST'IMBECILLE DI CONTRADDIRE ''THE GREAT DONALD''? - CILIEGINA SULLA TORTA MARCIA DELLA CASA BIANCA: È STATA PROPRIO LA TRUMPETTA A SUGGERIRE ALL'IDIOTA IN CHIEF DI EVITARE LE DOMANDE DEI GIORNALISTI... - VIDEO

 

 

DAGOREPORT

emmanuel macron donald trump giorgia meloni foto lapresse

Il diavolo si nasconde nei dettagli dell’incontro più surreale e “malato” della storia politica internazionale. La regia trumpiana ha collocato Giorgia Meloni, in versione “pon-pon a stelle e strisce”, a sinistra del presidente americano. A destra, invece, si è seduto Macron, il nemico più detestato.

 

Starmer e Merz sono sbattuti agli estremi del tavolo, come del resto la povera Ursula von der Leyen. Seduto, troneggiante, al centro del tavolo, a ciascuno Trump si rivolge come il maestro alla scolaresca: parlate! Irritato dal bla-bla, sbotta: adesso chiamo Putin!

 

la risata di giorgia meloni davanti a donald trump 2

E scompare per 40 minuti 40, con la scolaresca messa in castigo a girare i pollici della santa pazienza!

 

Torna l’Idiota col ciuffo e voilà! come già in Alaska, dopo il tete-a-tete con Putin, si rimangia quello che aveva sempre sostenuto: subito il cessate il fuoco, altrimenti metto alle corde la Russia, bombardandola di sanzioni. Come non detto, avevo scherzato, com'on!: si va direttamente alla trattativa per la pace (così Putin può continuare ad avanzare in Ucraina).

 

Già prima dell’incontro, durante il mini assembramento a favor di telecamera, Merz e Macron, tra un “grazie” adulatorio e l’altro, avevano fatto presente al Caligola di Mar-a-Lago che è impossibile negoziare sotto le bombe. Il cancelliere tedesco, che Trump ha spernacchiato per l’abbronzatura (“Anch’io vorrei averla come te”), ha insistito in particolare sulla necessità di un cessate il fuoco immediato.

 

la faccia di giorgia meloni quando trump le chiede dei giornalisti

Non l’avesse mai detto!

 

Le parole dello spilungone crucco sono state “commentate” dalla Meloni, nel suo ruolo di trumpista di complemento, con uno show di occhi spaccanti e roteanti, smorfie da nausea di stomaco e labbra piegate nel disprezzo di ciò che le toccava sentire: ma come si permettono ‘sti due imbecilli di contraddire il pensiero del Great Donald?!?!

 

Gran finale con la ciliegina sulla torta marcia della pasticceria di Washington: è stata proprio la Ducetta a suggerire a Trump di evitare le domande dei giornalisti… Tutti i paradigmi della democrazia sono saltati: stiamo assistendo davvero al mondo al contrario…

 

 

 

 

MELONI NON PARLA CON I GIORNALISTI? I GIORNALISTI RISPONDANO CON VERIFICHE E DATI

LE FACCETTE DI GIORGIA MELONI DURANTE IL VERTICE CON DONALD TRUMP

A.G. per https://www.professionereporter.eu/

 

Il problema è un altro. Ha suscitato clamore e indignazione la frase di Giorgia Meloni al vertice sull’Ucraina alla Casa Bianca: “Io con la mia stampa non voglio mai parlare”.

 

Ma il problema è un altro e riguarda i giornalisti, più che Giorgia Meloni.

 

Il vertice si svolge il 18 agosto. Trump, Zelensky, Von Der Leyen e i maggiori leader Ue, più Starmer (Regno Unito) e Segretario Nato. Il vertice è finito, il clima è rilassato. Si parla di giornalisti, che sono fuori della porta in una di quelle funzioni di attesa che fanno parte degli aspetti un po’ umilianti del mestiere.

 

Meloni dice a Trump: “Grazie di essere stato così corretto”. Il presidente finlandese Stubb chiede: “Ti capita ogni giorno?”. E Trump: “Sempre! Sempre!”. Meloni allora dice: “Ma lui lo ama, lo ama! Io non voglio mai parlare con la mia stampa”.  Il secondo siparietto, subito dopo. Trump chiede: “Volete rispondere a qualche domanda?”. E Meloni, pronta: “Meglio di no. Siamo troppi e andremmo troppo lunghi”.

foto di gruppo vertice alla casa bianca con zelensky e i leader europei foto lapresse

 

TOZZO DI PANE

Nel primo scambio di battute, si tratta chiaramente di battute. Quella di Meloni rientra nella categoria della protervia, si sente potente fra i potenti e irride una categoria che sta lavorando e si trova là, fuori della porta, sperando in un tozzo di pane dai “grandi”. Il secondo scambio è meno faceto e Meloni mantiene proprio chiusa quella porta: non abbiamo tempo per loro. Anche se quel tempo sarebbe obbligatorio trovarlo, nei Paesi non totalitari.

 

Sono molti gli esempi dell’insofferenza della Presidente del Consiglio italiana nei confronti dei giornalisti: la pagina Facebook con gli “Appunti di Giorgia”, la conferenza finta a Tunisi, il filmato del primo maggio 2023, il rinvio dell’incontro con i giornalisti di fine anno. Ci sono, d’altronde, una serie di media (in particolare quelli di proprietà del deputato della Lega, Angelucci) che, senza conferenze stampa, rendono gloria tutti i giorni al governo in carica.

 

RISPETTO DELLE REGOLE

TRUMP E LA FELLATIO A PUTIN

Ma a questo punto non vale più protestare o, appunto, indignarsi, o chiedere il rispetto delle regole della democrazia. A questo punto sono i giornalisti a non dover più attendere il verbo da palazzo Chigi, ma dedicarsi invece con più impegno (e imparzialità, comunque) alla ricerca delle notizie, allo smontaggio dei provvedimenti per vedere cosa cosa c’è dietro, alla ricostruzione dei retroscena, alla raccolta dei dati, alla verifica puntuale delle dichiarazioni.

 

Dalle conferenze stampa, in fondo, non si è mai cavato molto più che la versione ufficiale, edulcorata, pilotata, spesso fasulla, dei fatti.

 

(En passant: Giorgia Meloni dal 16 febbraio 2006 è iscritta nell’Elenco professionisti dell’Ordine dei giornalisti del Lazio. Ma questo è un problema dell’Ordine ed eventualmente del Consiglio di disciplina dello stesso).

volodymyr zelensky e donald trump nello studio ovale 18 agosto 2025 foto lapresse 1EMMANUEL MACRON E VOLODYMYR ZELENSKY OSSERVANO LA COLLEZIONE DI CAPPELLI DI TRUMPDONALD TRUMP - VLADIMIR PUTIN - MEME BY 50 SFUMATURE DI CATTIVERIAVERTICE ALLA CASA BIANCA CON DONALD TRUMP VOLODYMYR ZELENSKY E I VOLENTEROSI MELONI MERZ MACRON STARMERLA MAPPA DELL UCRAINA MOSTATA DA DONALD TRUMP A ZELENSKY ALLA CASA BIANCAemmanuel macron donald trump giorgia meloni friedrich merz - vertice alla casa biancavignetta volodymyr zelensky offerto a donald trump dai leader europeiVERTICE ALLA CASA BIANCA CON DONALD TRUMP VOLODYMYR ZELENSKY E I VOLENTEROSIemmanuel macron donald trump giorgia meloni friedrich merz - vertice alla casa biancaGIORGIA MELONI NELLO STUDIO OVALE INSIEME AI LEADER EUROPEI E DONALD TRUMPdonald trump giorgia meloni foto lapressegiorgia meloni insegue trump e zelensky alla casa bianca foto lapresseIL FUORIONDA DI GIORGIA MELONI SUI GIORNALISTI ALLA CASA BIANCA